Vita di Curva

2005/06

Riflessioni dopo PARMA-Lecce

10 - 11 - 2005

Il bello del calcio è l’imprevedibilità del risultato. Nessuno avrebbe scommesso sui Gialloblu Crociati dopo i tre pali colpiti dai giallorossi, dopo trenta minuti trascorsi a subire gli attacchi incessanti della squadra pugliese. E invece il PARMA ha vinto, con due gol di scarto e senza subire reti. Incamerati i tre preziosissimi punti, si può cercare d’analizzare un po’ più approfonditamente la situazione, innanzitutto per cercare di comprenderla pienamente, poi: per potersi rapportare ad essa nel modo più idoneo.
E’ innegabile che il risultato positivo ottenuto contro il Lecce scaturisce da un’insieme d’episodi. Da una parte l’imprecisione e la sfortuna degli attaccanti leccesi, che non hanno saputo approfittare degli errori della nostra difesa, dall’altra due prodezze dei Gialloblu Crociati. Il nostro primo gol, stupendo ma inaspettato (almeno per come stava andando la partita) ha probabilmente tagliato le gambe agli avversari.
Volendo analizzare la prestazione dell’undici parmigiano, indipendentemente dal risultato (che non sempre è il metro di giudizio più valido), risulta evidente che i problemi di sempre permangono: la difesa è imprecisa, l’attacco inesistente, la condizione fisica non ottimale, alcuni giocatori sono chiaramente al di sotto delle loro possibilità. Di chi è la colpa?
Le imprecisioni della difesa continuano inesorabili da più di anno. L’anno scorso Frey riuscì a rimediare a vari errori del reparto ma adesso... non c’è più. I portieri che abbiamo attualmente in forza, in tutta franchezza: non erano destinati a questa categoria.
L’attacco è inesistente dall’inizio della stagione 2004/05. La differenza con la stagione scorsa ha un nome ben preciso: Gilardino. Seppur il PARMA costruisse poco e male, avevamo davanti una persona che riusciva ad insaccare quasi tutto quello che gli arrivava. Una differenza sostanziale. Poco realistico pretendere che Corradi, da solo in area avversaria, possa risolvere delle situazioni come altri fuoriclasse. Corradi non è un fuoriclasse, Corradi non è Gilardino.
Se una squadra, con Gilardino, Frey, Bovo, e Rosina riesce a salvarsi agli spareggi... c’è da supporre che per salvarsi, senza di loro, debba compiere dei miracoli.
Al di là dei risultati: le lacune di questa squadra continuano a mostrarsi, incessantemente, dalla stagione 2004/05. Dopo un centinaio di partite giocate, dopo aver cambiato tre allenatori, l’ipotesi più attendibile è che questi siano problemi cronici. In parole povere: è una squadra composta da giocatori che non sono certo dei fenomeni.
Come nuovi acquisti sono arrivati: Corradi (attaccante, 29 anni - solo 3 gol l’anno scorso), Delvecchio (attaccante, 32 anni - quasi inattivo da due stagioni), Coly (difensore, 32 anni - proveniente dalla B, adesso sembra abbia l’epatite), Lupatelli (portiere, 27 anni - proveniente da una stagione disastrosa alla Fiorentina), Pasquale (difensore, 23 anni - dal Siena, dove non aveva particolarmente brillato), Dedic (attaccante, 21 anni, dall’Empoli dove non aveva mai segnato), Couto (difensore, 36 anni - dalla Lazio, dove si era capito che aveva finito la carriera). Se guardiamo chi è andato via e chi è arrivato, non possiamo avere dubbi: è un PARMA nettamente inferiore a quello dell’anno scorso, che ha ancora più difficoltà a difendere la propria porta e a gettare la palla in rete. Una considerazione logica ma estremamente preoccupante, visto che già l’anno scorso avevamo una delle peggiori difese della Serie A (solo il Lecce fece peggio di noi) e al momento non abbiamo nessuno, davanti, con elevate medie gol.
Al di là degli evidenti errori dei nostri sciagurati dirigenti, che hanno condotto un mercato suicida (di cui abbiamo già parlato e ancora parleremo), la realtà attuale è che: abbiamo una squadra destinata a lottare per la salvezza fino all’ultima giornata. Detto questo: possiamo e dobbiamo esigere il massimo impegno da tutti, ma non possiamo pretendere che dei giocatori mediocri si trasformino in campioni.
La squadra, dall’inizio della stagione 2004/05, ha evidenziato anche preoccupanti lacune caratteriali, alternando (almeno la stagione scorsa) prestazioni grintose (specie in casa) a prove nettamente al di sotto delle proprie possibilità (tra le tante: Bergamo e Verona). Difficile credere che questi problemi si siano risolti, sia perché i fatti impediscono di crederlo, sia perché tutto ciò che circonda la squadra (almeno a livello societario) non offre alcun tipo di credibilità.
Sicuramente questa squadra, seppur abbia limiti evidenti, si sta esprimendo al di sotto delle sue potenzialità. Lo abbiamo visto con il Lecce (specie nei primi 30 minuti), lo abbiamo visto a Livorno e a Firenze, lo s’è intuito anche dal parziale contro la Correggese... Quando si stenta anche con la Correggese... beh, qualcosa, evidentemente, manca.
Cantare “Fuori le palle” o esporre striscioni “vergognatevi” ha sicuramente un senso, quando la squadra si esprime al di sotto delle proprie possibilità, dimostrando svogliatezza e mancanza d’agonismo. Viceversa, fischiare o contestare i giocatori solo perché balordi o perché il risultato è a sfavore, appare insensato e controproducente. Finché c’è una speranza, finché l’arbitro non fischia la fine, dobbiamo fare del nostro meglio per il PARMA e per l'onore della città. Poi: si tirano le somme. Per il bene del nostro PARMA auspichiamo l’arrivo di qualche rinforzo ma, per ora, i giocatori sono questi. Quindi: dobbiamo cercare di fare il massimo insieme a loro, anche perché, al momento, ci siamo solo noi. Non c’è una società, non ci sono dirigenti. Se la squadra vorrà uscire dal quel limbo in cui è rimasta fino ad ora: è la benvenuta tra i “vivi”.
Contro il Lecce non abbiamo visto grandi miglioramenti. E’ arrivata però un’importante vittoria. Speriamo segni un punto di svolta. Noi continueremo sulla nostra strada, senza alcuna incertezza: sempre presenti al seguito del PARMA, nel bene e nel male. Se i giocatori vogliono tornare a godere del nostro rispetto: devono guadagnarselo, onorando i nostri Colori, rispettando Ultras e tifosi. Si può anche perdere, ma soltanto dopo essersi impegnati al massimo per vincere. Per ora: possiamo solo godere del risultato di domenica.