Vita di Curva

2005/06

11 coglioni? No, molti di più!

02 - 11 - 2005

Quando una squadra di calcio, dopo 10 partite di campionato, viaggia ad un ritmo di circa 0,6 punti a partita, è evidente che ha dei problemi. Infatti, mantenendo tale media fino al termine della stagione, si raccoglierebbero soltanto 23 punti circa, ben 19 in meno rispetto ai 42 che il PARMA totalizzò l’anno scorso, che non gli garantirono neppure la salvezza ma soltanto l’ammissione agli spareggi con il Bologna. Continuando su questa strada c’è una sola certezza: una lunghissima agonia verso la Serie B.
Considerando come problema principale la penuria di punti raccolti, a fronte di prestazioni estremamente deludenti dell’undici, bisogna stabilire le cause che hanno determinando questa situazione.
Dopo il crack Parmalat e la costituzione del PARMA F.C., le possibilità economiche della società si sono notevolmente ridotte. Perfettamente consapevoli di questo, abbiamo dato fiducia ai nuovi arrivati, chiedendo solo una cosa: che tutti operassero al meglio, utilizzando i mezzi a disposizione nel modo più opportuno, salvaguardando gli interessi dei creditori Parmalat e quelli del PARMA F.C.. Oggi, di fronte a ciò che sta accadendo, dobbiamo chiederci se società, dirigenti, tecnici e giocatori hanno lavorato e stanno lavorando al meglio. Crediamo di no.
Il mercato del PARMA F.C. ci ha lasciati molto perplessi. Gilardino è stato ceduto al Milan, nonostante fosse compreso nell’offerta a Valenza (con cui il PARMA era in trattativa), nonostante una squadra inglese fosse disposta a pagare una cifra nettamente superiore. Accuse, queste, mosse da vari giornalisti, locali e nazionali, a cui i dirigenti del PARMA F.C. non hanno mai replicato. Aver venduto Gilardino sottocosto ha penalizzato gli interessi dei creditori Parmalat e del PARMA F.C., rendendo più difficile la vendita della società, obbiettivo principale per il Commissario Bondi in riferimento al PARMA F.C. (su incarico del Governo).
Mentre in passato si parlava di “Progetto PARMA”, ovvero della necessità di scoprire e valorizzare dei giovani per fondare su di loro l’economia della società, in quest’ultima campagna acquisti si sono spesi i pochi soldi a disposizione per far arrivare a PARMA giocatori anziani (o altrimenti... malati). Una politica molto discutibile, che mostra disinteresse per il futuro, giacché l’avvenire sportivo ed economico di una società si fonda sui giovani, non certo su giocatori ormai a fine carriera. Quando poi, tra tali giocatori, figurano i nomi di professionisti che provengono da stagioni disastrose o comunque trascorse senza mettere piede in campo, viene da chiedersi cosa abbia spinto i nostri dirigenti a proporne l’acquisto. Forse interessi economici personali?
Al contempo, Rosina, uno dei pochi giovani promettenti che avevamo in squadra, nazionale Under 21, è stato ceduto in prestito al Torino (dove si sta confermando giocatore di qualità) che potrà addirittura riscattarlo a fine stagione. Privarsi dei pochi giovani di talento di cui si dispone non è certo una buona cosa. Il fatto che non lo si sia mai impiegato depone a sfavore del tecnico, il fatto che lo possa riscattare il Torino depone a sfavore dei dirigenti, che hanno depauperato la società di un suo patrimonio. Cinquini, a commento di questa masochistica operazione, ha detto che non potevamo “stravincere”. Sicuramente, dopo le sue brillanti operazioni di mercato, non solo non possiamo “stravincere” ma è estremamente difficoltoso anche solo pareggiare.
L’anno scorso abbiamo ottenuto la salvezza allo spareggio. Pensare di ottenere la salvezza quest’anno, dopo essersi privati di Gilardino (24 gol l’anno scorso), Bovo, Frey e Rosina, è pura utopia. Bondi si disse sicuro che nonostante tali cessioni saremmo riusciti a salvarci con più tranquillità rispetto alla stagione scorsa. Dichiarazioni che apparivano ridicole e che oggi sono smentite dai fatti (alla decima giornata abbiamo addirittura due punti in meno rispetto al 2004/05).
L’allontanamento di Carmigniani, dopo che aveva saputo condurre il PARMA alla salvezza, e nonostante percepisse uno stipendio in linea con le disponibilità economiche attuali del PARMA F.C., è sembrato poco intelligente. Eventuali dissidi interni tra Cinquini e Carmignani non dovevano risolversi in qualcosa che penalizzasse gli interessi economici e sportivi del PARMA F.C.. La scelta di Beretta, come nuovo allenatore dei Gialloblu Crociati, è stata giustificata da Angiolini per motivi economici: “E’ l’allenatore che costa meno”. Parole che hanno evidenziato la poca considerazione dei dirigenti per tale persona, subito delegittimata agli occhi della squadra. Parole gravi, controproducenti, che avrebbero potuto indurre il neo-acquisto a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni. Beretta, forse per ragioni economiche, ha preferito rimanere al suo posto.
Il PARMA F.C. ha un numero ridotto di dirigenti, i più esperti se ne sono andati e, quando i posti non sono stati lasciati vacanti, sono stati rimpiazzati da persone completamente inesperte nel ruolo assunto. Nonostante il PARMA Calcio stia affrontando un momento difficilissimo, la squadra è abbandonata a sé stessa. I dirigenti si nascondono ai tifosi, disertano le conferenze stampa e si negano ai mezzi d’informazione. Quelle rarissime volte che si degnano di presentarsi: mandano personaggi completamente estranei al mondo del calcio, dando prova di scarsa professionalità. Sempre più spesso immaginiamo i dirigenti del PARMA F.C. come entità spettrali, giacché è improbabile riuscire a vederli in carne ed ossa.
Beretta ha detto che non ha nulla da rimproverarsi e che è a posto con la sua coscienza, giacché la squadra lavora bene durante tutta la settimana. Difficile smentirlo, visto che durante la settimana lavoriamo anche noi e non siamo soliti seguire gli allenamenti del PARMA. Sicuramente, che l’allenatore di una squadra che ha una media di 0,5 punti a partita se la senta d’assolversi d’ogni colpa, pare un po’ eccessivo. Il lavoro svolto durante la settimana è finalizzato ad interpretare correttamente le partite ufficiali, non viceversa. A Livorno, proprio per questo, Beretta avrebbe potuto apportare alcuni cambiamenti all’undici quando, sul 2-0 per i padroni di casa, sembrava evidente dovessimo avere una maggior spinta in avanti. Indipendentemente da quello che fanno in allenamento, a noi: brucia il culo perdere sempre.
Il PARMA F.C., a fine Luglio, sembrava dover essere ceduto al gruppo rappresentato da Valenza. Mentre si attendeva l’ufficialità dell’operazione, il PARMA dava notizia che il versamento di 35 milioni di Euro non era stato ricevuto e le trattative definitivamente interrotte. Il PARMA F.C., appena scaduto il termine fissato, si dichiarava libero dagli accordi presi, indisponibile a ricevere il pagamento con un po’ di ritardo. Alcuni scrissero di un cambiamento improvviso di conto (che avrebbe impedito di far arrivare i soldi in tempo - mai smentito), altri di una presunta inaffidabilità del gruppo rappresentato dall’imprenditore italo-svizzero. La verità siamo consapevoli di non conoscerla, però le incongruenze sono evidenti. La fretta del PARMA F.C. di dichiarare chiusa la trattativa con la Rialto, appena scaduto il termine fissato, senza concedere alcuna proroga, è molto sospetta. Di solito, chi ha l’acqua alla gola (come l’abbiamo noi), è disposto ad aspettare anche qualche giorno in più, quando ci sono in ballo ben 35 milioni di Euro e non si deve versarli ma... incassarli. Se il gruppo rappresentato da Valenza era inaffidabile economicamente non si doveva redigere con esso, come invece fu fatto, un impegno di vendita. Successivamente Valenza chiese, per tanto tempo, d’essere ricevuto da Bondi, quasi implorandolo d’accettare i 35 milioni di Euro (nonostante la prematura cessione di Gilardino e Frey), ma la controparte non si dimostrò mai interessata (anche questa notizia non è mai stata smentita). E’ così che si tutelano gli interessi dei creditori Parmalat e del PARMA F.C.?
Poi (ma non si sa esattamente quando) iniziano le trattative con Sanz. Un prezzo di vendita inferiore, 27 milioni di Euro, e la possibilità di diluire il pagamento nel tempo, visto che in questo caso il PARMA F.C. e Bondi accettano rinvii e acconti o caparre (differenza sostanziale ma mai chiarita). Possibile che ci sia maggior interesse a vendere il PARMA Calcio a 8 milioni di Euro in meno? Sembrerebbe di sì.
Alcuni giornalisti, in varie occasioni, hanno attaccato tali politiche ma la società non è mai intervenuta, né per spiegare, né per chiarire, né per smentire.
Oggi, all’alba del due novembre 2005, il PARMA F.C. non è ancora stato ceduto, nonostante il Super-commissario Bondi abbia il compito di venderlo (e a persone che ne tutelino gli interessi nel tempo). Dopo mille rinvii si dice che, proprio oggi, Sanz concluderà l’acquisto e darà l’annuncio ufficiale del suo insediamento. Può darsi. Vedremo. Se anche questo teatrino estenuante (per i tifosi, per la città e per la squadra - che tra le altre cose è senza stipendio da mesi) dovesse finalmente finire: siamo ormai a campionato inoltrato, la campagna acquisti è terminata da tempo e per nuovi rinforzi si dovrà (eventualmente...) attendere gennaio (l’ultima giornata è il 14 Maggio...). Indipendentemente da come finirà, rimangono molti dubbi: forse si poteva vendere ad un prezzo maggiore, forse si poteva vendere qualche mese fa. Fosse andata così si sarebbero tutelati maggiormente gli interessi dei creditori Parmalat e si sarebbe data possibilità alla nuova proprietà di costruire una squadra in grado di tutelare meglio l’immagine del PARMA F.C.. Tutti compiti affidati dal Governo al Dott. Bondi.
Il nuovo presidente, chiunque sarà, sarà valutato in base al suo operato. L’accoglieremo amichevolmente, come nostro costume, ma poi lo giudicheremo in base ai fatti, senza sconti per nessuno. Il nostro interesse è quello del PARMA F.C., nessun altro.
Al momento la situazione è questa: di merda, a tutti i livelli. E’ un dispiacere vedere 11 coglioni in campo, ma ce ne sono anche tanti altri dietro le quinte.