Resoconto partite

2004/05

Milan - PARMA

3 - 0  

23 - 04 - 2005

Serie A

Circa 500, tra Ultras e tifosi, sabato sera hanno seguito il PARMA a Milano contro i rossoneri. Un dato non molto positivo ma non troppo distante dalle nostre previsioni. E’ vero che l’anno scorso, più o meno nello stesso periodo, ci presentammo a San Siro in 5.000 (10 volte di più) ma ora, di quei momenti così coinvolgenti, vissuti all’ombra del crack Parmalat, tra un aleatorio futuro societario e prestazioni magistrali della squadra, è rimasto solo il ricordo. Seppur il presente è ancora carico di gravi interrogativi, sia per quanto riguarda il futuro della società sia per la classifica, l’atmosfera magica di quel tempo è andata perduta. Le cause sono sicuramente molteplici ma non si può prescindere dalla mancanza di risultati in trasferta e soprattutto dal ripetersi di prove negative della squadra. La costante stagionale, fuori dalle mura amiche, è la sconfitta. Eccezion fatta per Siena e Reggio Calabria, dove abbiamo vinto, Milano (con l’Inter) e Palermo, dove abbiamo pareggiato, il PARMA ha sempre perso. Indipendentemente dal risultato, che scaturisce per un’insieme di fattori, pesano le prove deludenti dell’undici Gialloblu Crociato, solitamente svogliato, mal organizzato e poco grintoso. Problematiche che si sono evidenziate particolarmente a Bergamo e a Verona, dove la tifoseria era giunta numerosa, contro dirette rivali per la permanenza in A. Tutto questo, inutile nasconderlo, incide negativamente sul morale delle nostre truppe. Al di là della Fede, quella che come BOYS ci porta ad essere sempre presenti e a tifare PARMA per novanta e più minuti, assistere a certi “spettacoli” è sempre più deprimente.
Il Gruppo ha raggiunto Milano con due pullman e diverse auto.
L’ingresso dei Gialloblu Crociati è stata salutato da una coriandolata gialla, semplice ma di grande effetto, accompagnata dallo striscione “SE QUESTA E’ VIOLENZA SOSPENDETE LA PARTITA”, già esposto durante PARMA-Sampdoria, in aperta polemica con le nuove norme FIGC.
La Sud rossonera, sempre caldissima e gremita, ha esposto tre striscioni che componevano la frase: “Tolleranza zero: Roma 10/04/05 248 livornesi sequestrati in Questura - Torino 13/04/05 lacrimogeni sparati in faccia!”.
Il nostro tifo ha avuto un ottimo avvio. Inizialmente, fino al primo gol rossonero, s’è registrata una notevole partecipazione ai cori, a cui hanno contribuito tutti i parmigiani presenti nel settore, segno inequivocabile che chi c’era voleva dar man forte alla squadra. Poi, man mano che il risultato peggiorava, mostrando un PARMA incapace di qualsiasi reazione, la rassegnazione s’è impadronita di molti e il tifo è calato progressivamente. Il Gruppo ha cercato di resistere e i ragazzi al megafono hanno fatto del loro meglio ma a cantare erano rimasti in pochi.
Molte volte, quasi sempre, quando il tifo ha cali vistosi, il Gruppo se ne accolla la totale responsabilità. Ora, però, è il caso di analizzare in modo un po’ più approfondito la cosa, anche alla luce di nuovi fatti. Ieri, nel settore ospiti del Meazza, non abbiamo visto persone svogliate e apatiche ma veri tifosi del PARMA. Gente che, seppur con sensibilità differenti, ama i nostri Colori. Persone che volevano cantare, tifare e divertirsi. Affermare che tutto questo è venuto meno a causa del punteggio, che le motivazioni sono scemate con il consolidarsi d’un risultato a noi sempre più sfavorevole, è veramente troppo riduttivo se non del tutto errato. Infatti, appena uscita la squadra dal terreno di gioco, dopo la definitiva sconfitta per tre a zero, chi ci circondava è tornato a partecipare ai cori. Nonostante il risultato era rimasta inalterata la voglia di cantare e divertirsi, nonché d’inneggiare ai nostri Colori. Così, mentre i vincitori ammainavano striscioni e bandiere, i nostri cori rimbombavano in un San Siro ormai deserto. Certo, possiamo obbiettare che si deve cantare specialmente quando la squadra è in campo ma dobbiamo anche chiederci come mai, tante persone, hanno ritrovato il sorriso e gli stimoli solo quando i nostri portacolori hanno lasciato il terreno di gioco. Ma soprattutto, queste domande, deve iniziare a porsele chi ha l’ONORE d’indossare la nostra Maglia e, tra l’altro, è pagato per farlo. Difficile interpretare il sentimento di tutte le persone presenti ma quando l’arbitro ha dato il triplice fischio finale in molti hanno tirato un sospiro di sollievo: l’ennesimo calvario era terminato. Una via crucis disarmante che ha generato imbarazzo se non indignazione.
Tutti sapevamo che era proibitivo anche solo ipotizzare un risultato non negativo contro il Milan ma si pensava che, almeno contro una capolista, la squadra avrebbe avuto qualche stimolo in più. Invece, dopo il disastro di Verona, dopo la mediocrità espressa contro la Sampdoria, s’è continuato su tale strada.
Nelle due precedenti partite avevamo sicuramente patito taluni errori arbitrali ma in merito s’è già espressa la società, cercando di far sentire la propria voce. La stessa voce, forse, dovrà farla udire anche alla squadra, affinché torni ad usare gli attributi.
Ci dispiace dirlo ma sembra che questa squadra abbia perso la fiducia di molti dei suoi tifosi. Perché? Forse perché li ha traditi troppi volte, forse perché non ha mostrato quel cuore che la Curva gli ha chiesto ripetutamente. Eppure, nonostante le amarezze patite, Ultras e tifosi hanno sempre accolto calorosamente la squadra e gli hanno sempre mostrato affetto. Gli hanno dato tempo, cercando di motivarla standole vicino. Mai una contestazione, mai uno sgarbo, solo sacrifici e incoraggiamenti. Questa è PARMA. Quella PARMA che ha sempre sperato tali sentimenti sarebbero stati ricambiati e, in fondo al cuore, ci spera ancora, appellandosi a quei giovani uomini che ne indossano la Casacca. Siamo con l’acqua alla gola… chi vuole veramente bene a questa Comunità lo dimostri con i fatti.
Da parte nostra lotteremo fino alla fine, cercando di dare tutto per il raggiungimento dell’obbietto: la salvezza. Il compito è sempre più gravoso e non ci sono alternative: dobbiamo restare uniti e continuare a fare il nostro dovere di Ultras e tifosi. Noi, quelli che non indosseranno mai altra Maglia che quella Gialloblu Crociata.
NO ALLA RESA!

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