Non si può pretendere che
qualcuno diventi un campione quando non lo è. Ma noi non abbiamo mai preteso fenomeni
calcistici. Pretendiamo solo impegno, auspicando che chi indossa la nostra Maglia lo
faccia con il cuore. Per questo abbiamo chiesto undici
Barbuti. Non solo giocatori ma soprattutto uomini, capaci damare, lottare,
soffrire e stringere i denti.
Contro lUdinese abbiamo
visto la pochezza tecnica del PARMA Calcio attuale. Zero tiri in porta, velocità ridotta,
incapacità di contrastare e marcare lavversario. Grazie a tanta fortuna, la stessa
che ci graziò contro il Lecce,
il PARMA ha perso solo di misura. Un risultato figlio di tre sviste arbitrali, che hanno
privato i friulani di due rigori e di un gol, annullato ma regolare.
Se il PARMA ha fatto incetta di giocatori mediocri, vecchi e malati, la colpa è
innanzitutto di chi li ha acquistati. Detto questo, ben consapevoli delle carenze
tecniche, altre carenze risultano evidenti.
Qualcuno di noi ha avuto la fortuna di assistere a Reggiana-PARMA
del 1983/84. Sono passati tanti anni e molti ricordi di quel giorno sono andati
irrimediabilmente persi. Ma una cosa non la dimenticheremo mai: ciò che fece Massimo
Barbuti. Realizzato il gol del temporaneo vantaggio, sotto la Sud reggiana, non esitò un
attimo. Si fece tutto il terreno di gioco del Mirabello di corsa, fino ad aggrapparsi
allinferriata del settore ospiti, sotto lo Striscione dei BOYS, per condividere con
i suoi amici-tifosi quellincontenibile gioia, patrimonio di tutti i parmigiani.
Massimo Barbuti non è mai stato un fenomeno calcistico, ma è un campione di vita, un
uomo generoso, capace di rispettare e amare i tifosi.
Domenica, contro lUdinese, abbiamo visto un altro giocatore che non è certo un
fenomeno. E riuscito a buttare la palla in rete grazie ad uno scivolone del portiere
avversario, segnando il suo secondo gol dopo 13 partite di campionato. Un gol che ci
consentiva solo daccorciare le distanze. Eppure, abbiamo visto tale giocatore
portarsi le mani agli orecchi. Un gesto di superbia, nonostante la squadra stesso
perdendo, nonostante stia disputando un triste campionato. Un gesto indegno, una
mentalità lontana anni luce da quella di Barbuti. Cosa voleva ascoltare meglio? Ciò che
cantiamo a tutti quelli come lui: Onoratela...
bastardi!. |