Vita di Curva

2005/06

Undici Barbuti e il 12° uomo

17 - 11 - 2005

Ormai, quando sentiamo parlare di società e di dirigenti, quando ci fermiamo a pensare a ciò che hanno fatto e stanno facendo, ci assale un’incontenibile rabbia. Il motivo: hanno fatto e stanno facendo il male del PARMA. Ad inizio mese abbiamo esternato le nostre considerazioni in merito, oggi, a due settimane di distanza, non possiamo che riconfermarle, con l’aggravante che tali persone hanno sprecato ulteriore tempo, tenendo gli stessi biasimevoli comportamenti di cui c’eravamo lamentati. Atteggiamenti irresponsabili e palese incompetenza che danneggiano il PARMA FC e che denotano mancanza di considerazione per i nostri Colori, per la tifoseria e per la città.
Sappiamo bene che in ballo c’è il nostro futuro. Per questo continueremo a fare tutto ciò che in nostro potere, affinché chi ha le redini di questa società abbia sempre presente che il patrimonio che sta gestendo appartiene alla nostra Comunità. Una Comunità lenta all’ira, capace di tenere a freno la propria impulsività. Se però qualcuno crede di potersi approfittare di questo, se qualcuno crede di poter tentare di distruggere il PARMA Calcio senza pagarne amarissime conseguenze, si sbaglia di grosso. L’abbiamo avvisato.
Dopo questa necessaria premessa, invitiamo la tifoseria a focalizzare l'attenzione sulla prossima partita della squadra. Il nostro futuro si costruisce anche sul campo. Il nostro presente è la prossima partita del PARMA. Dal nostro sito lanciamo un messaggio ai tifosi e alla squadra. Ai tifosi chiediamo d’essere il dodicesimo uomo in campo, ai giocatori d’essere come undici Barbuti.

Il dodicesimo uomo in campo
Dobbiamo esserlo noi. Lo saremo solo andando in buon numero, cantando e sventolando per tutta la partita. L’attaccamento ai propri Colori si dimostra innanzitutto seguendo la squadra, infondendo nel tifo quella grinta che, giustamente, si pretende da chi scende materialmente sul campo. Questo è l’ABC del tifoso e dell’Ultras.
Ogni sentimento dev’essere provato. Per provare il nostro attaccamento, per provare la nostra Fede, c’è solo un mezzo: esserci. Esserci concretamente, senza risparmiare nulla, totalmente votati alla Causa.
Immaginiamo per un attimo il nostro settore pieno. Centinaia di parmigiani tutti incazzati, rumorosi, agitati, in procinto di esplodere. Poi: la detonazione. Cori rabbiosi che rimbombano, ruggiti che incollano al muro qualsiasi opposizione. Questo vorremmo. Un tifo che faccia capire ai nostri dirigenti cosa significa “PARMA Calcio”. Un tifo che onori i nostri Colori come meritano. Un tifo che intimorisca gli avversari e carichi i nostri, accompagnandoli in ogni giocata.
Per ora è solo un sogno. Chi vuole aiutarci a trasformarlo in realtà, deve fare innanzitutto una cosa: venire con noi a Milano.

Undici Barbuti
Per essere veri uomini non è necessario essere fenomeni calcistici. I veri uomini sono quelli che stringono i denti, che mettono il massimo impegno in ciò che fanno, quelli che affrontano ogni prova con l’animo del combattente.
Essere un “Barbuti” vuol dire vivere le cose con il cuore, guardare i propri tifosi e caricarsi insieme a loro. Vuol dire avere passione, nella consapevolezza che nel mondo calcio ci sono altre cose oltre ai soldi e alla fama. Essere un “Barbuti” è partecipare al sentimento collettivo della Nord, lottando sul campo coscienti d’avere addosso i Colori di una Fede. Essere un “Barbuti” non significa essere dei campioni, non significa vincere. Significa: essere dei veri uomini.

Ed ora: che ognuno di noi faccia il proprio dovere, come giocatore, come tifoso, come Ultras.
A MILANO PER IL NOSTRO PARMA!