Resoconto partite

2005/06

ChievoVerona - PARMA

           1 - 0

11 - 09 - 2005

Serie A

Prima trasferta di questo campionato e prime sensazioni che affiorano in modo contrastante e ambiguo. Già in fase di calendario ci eravamo guardati con volti interrogativi, chiedendoci come la nostra tifoseria avrebbe risposto alla prima trasferta in quel di Verona, uscita considerata abbordabile sia in termini chilometrici (la più vicina di tutto il campionato) sia di recenti partecipazioni (una tra le più numerose negli ultimi anni). Ebbene, probabilmente ci sbagliavamo, ma essere in 400 per la prima trasferta ci è sembrato un risultato appena sufficiente. Giudizio che può anche essere più ottimista, considerate le diverse defezioni volontarie che, anche come Gruppo, abbiamo registrato, dovute a quella fantomatica ed inutile burocrazia che porta il titolo di “Biglietto Nominale”. Ne avevamo parlato spesso in settimana e volevamo portare un segnale, seppur piccolo, contro questa assurda, ennesima ed umiliante pratica che obbliga i tifosi non solo a rilasciare i propri dati sensibili con una logica da SCHEDATURA preventiva, ma anche a rispettare modalità di prevendita veramente rigide. Già sabato mattina abbiamo dovuto respingere diverse richieste perché i biglietti erano già stati rispediti al mittente, e ancora di più ci è dispiaciuto vedere tifosi fuori dal Bentegodi a caccia di un biglietto, senza poterli minimamente aiutare.
Considerata la prestazione della squadra e l’esito finale della partita, è sul prepartita che si concentra il succo di questa trasferta: è stato distribuito un volantino che riportava le ragioni del nostro ingresso allo stadio con 15’ di ritardo, ragioni che non smetteremo mai di sostenere perché, come ribadito più volte, non intaccano ormai la sola vita di Curva e non sono limitate agli ULTRAS, ma comprendono un’intera tifoseria ed un’intera comunità di persone. Questo ci premeva sottolineare, 15’ di ritardo per far capire anche alla gente comune che le misure restrittive in atto sono solo l’ennesimo segnale preoccupante di come, tra breve, le partite di calcio saranno seguite solo da un manipolo di fortunati. Ciò che viene proposto come “legge” per la tutela della sicurezza, altro non è che un modo sbrigativo di velocizzare le indagini. Qualcuno un giorno disse che è meglio prevenire che curare, ma forse in questo modo è più facile non assumersi le proprie responsabilità. Purtroppo per loro il disegno che si vuole realizzare non avrà vita facile, e per questo ci batteremo, cercando di coinvolgere tutte le parti attive del tifo. Anche chi ieri era lontano da certi discorsi, oggi ha capito che gli ULTRAS un minimo di ragione ce l’hanno, e adesso si rende conto di rischiare d’essere tagliato fuori da ciò che per diritto naturale gli è sempre appartenuto: lo stadio, i colori, i cori, gli incitamenti, la arrabbiature, i fischi agli ex odiati, i derby e le rivalità, i gemellaggi. Tutto questo, un giorno non lontano, potrebbe non esistere più. Pensate anche alla crescente commercializzazione del sistema calcio, prima delle squadre e delle società, poi delle televisioni, ora anche dei punti vendita dei biglietti, con i loro diritti di prevendita (?!?).
Il nostro settore voleva restare sguarnito, con un lungo striscione: “SCUSATE IL RITARDO STIAMO FACENDO IL BIGLIETTO”. Purtroppo non tutti hanno recepito il nostro messaggio e qualcuno ha preferito assistere all’inizio gara, soprattutto gente di una certa età, rigorosamente di lato (almeno quello), nonostante i nostri inviti, pressanti ma garbati (dopotutto chiedevamo solo 15 minuti di collaborazione). Dispiace perché tanti ci hanno chiesto il volantino spontaneamente, anche tifosi di casa, incuriositi dal nostro picchetto, che ci hanno appoggiato nell’iniziativa. Dispiace che non tutti abbiano capito che la nostra protesta dovrebbe coinvolgere tutti, perché anche loro, seppur di una certa età, sono vittime di queste leggi. Purtroppo non siamo noi che dobbiamo informare questa gente, è compito dei Parma Clubs, ma in questo momento il Coordinamento sta facendo orecchie da mercante, infischiandosene di tutelare gli interessi dei tifosi Parmigiani e dei suoi migliaia di iscritti, sostenendo queste nuove leggi che calpestano i diritti del tifoso.
Comunque, alle 15:00, sopra il lungo striscione, il nostro settore è desolatamente vuoto, circondato dal surreale silenzio del Bentegodi. Fa piacere vedere che una buona parte di gente, soprattutto ULTRAS ma anche tifosi normali, hanno appoggiato la nostra protesta e sono entrati al quindicesimo minuto. Nel vuoto del settore esplode un boato: “Non ne possiamo più delle divise blu, no al calcio moderno, no alla pay-tv”, seguito da “La Banda dei Crociati”. In un attimo entriamo tutti di corsa, colmando il vuoto lasciato, non solo come presenza, ma soprattutto come colore, tifo e passione, cambiando in un solo minuto l’ambiente e l’atmosfera dello stadio, acceso dal calore che solo gli ULTRAS sanno trasmettere.
La partita, in termini di emozioni, ha offerto veramente poco: a tutti è sembrato di rivedere la squadra svogliata e senza grinta troppe volte osservata in trasferta nella scorsa stagione. Speriamo sia stato solo uno spiacevole episodio, sicuramente bisognerà far capire da subito ai giocatori che annate storte come quella dell’anno scorso devono essere un’eccezione e non la regola. Vogliamo sempre impegno, sudore e attributi.
Lo stadio desolatamente vuoto ci ha permesso di farci sentire più volte, diciamo che il tifo a dispetto della prestazione della squadra è stato solo dignitoso. Occorre però fare veramente uno sforzo in più, quest’anno più che mai ogni partita dovrà essere come una finale. Pensate ad uno stadio vuoto, ad una sfida col Chievo, a giocatori scesi al Bentegodi con la testa da altre parti, se non siamo noi a spronare la squadra diventa dura. L’atmosfera-gita che si respirava va bene, ma quando allo stadio c’è da tirare fuori la voce non ci sono “se” e “ma”, altrimenti si è sempre in pochi a fare “cioppo”, a sbandierare, a fischiare, a coinvolgere. Ci vuole più unità, più dedizione e più voglia d’ESSERE PARTE ATTIVA, non solo semplici spettatori. Non ha senso protestare contro la televisione e poi vivere la partita in modo “passivo”, soprattutto con la squadra in difficoltà. Lasciamo un segno in ogni curva ospite, facciamoci vedere tutti attivi e convinti, urliamo forte (e non bisbigliamo) la nostra identità e anche le nostre emozioni cambieranno, anche la più atroce delle sconfitte ha una vittoria nascosta: esserci, da Ultras.
A metà secondo tempo abbiamo ricordato i Diffidati, che non potevano essere al nostro fianco, con cori di solidarietà ed esponendo lo striscione ULTRAS LIBERI.
Il ritorno è scorso via velocissimo con un’ottima prestazione dei ragazzi sul pullman. Nonostante la sconfitta il morale della truppa era alto. Voglia di stare insieme e divertirsi hanno caratterizzato il nostro viaggio di ritorno a PARMA.
Diamo appuntamento a tutti in Sede per la condivisione dei prossimi progetti!
IN UN MONDO CHE NON CI VUOLE PIU’: GLI ULTRAS SONO LIBERI CONTRO LA PAY TV!

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