Prima trasferta di questo
campionato e prime sensazioni che affiorano in modo contrastante e ambiguo. Già in fase
di calendario ci eravamo guardati con volti interrogativi, chiedendoci come la nostra
tifoseria avrebbe risposto alla prima trasferta in quel di Verona, uscita considerata
abbordabile sia in termini chilometrici (la più vicina di tutto il campionato) sia di
recenti partecipazioni (una tra le più numerose negli ultimi anni). Ebbene, probabilmente
ci sbagliavamo, ma essere in 400 per la prima trasferta ci è sembrato un risultato appena
sufficiente. Giudizio che può anche essere più ottimista, considerate le diverse
defezioni volontarie che, anche come Gruppo, abbiamo registrato, dovute a quella
fantomatica ed inutile burocrazia che porta il titolo di Biglietto Nominale.
Ne avevamo parlato spesso in settimana e volevamo portare un segnale, seppur piccolo,
contro questa assurda, ennesima ed umiliante pratica che obbliga i tifosi non solo a
rilasciare i propri dati sensibili con una logica da SCHEDATURA preventiva, ma anche a
rispettare modalità di prevendita veramente rigide. Già sabato mattina abbiamo dovuto
respingere diverse richieste perché i biglietti erano già stati rispediti al mittente, e
ancora di più ci è dispiaciuto vedere tifosi fuori dal Bentegodi a caccia di un
biglietto, senza poterli minimamente aiutare.
Considerata la prestazione della squadra e lesito finale della partita, è sul
prepartita che si concentra il succo di questa trasferta: è stato distribuito un
volantino che riportava le ragioni del nostro ingresso allo stadio con 15 di
ritardo, ragioni che non smetteremo mai di sostenere perché, come ribadito più volte,
non intaccano ormai la sola vita di Curva e non sono limitate agli ULTRAS, ma comprendono
unintera tifoseria ed unintera comunità di persone. Questo ci premeva
sottolineare, 15 di ritardo per far capire anche alla gente comune che le misure
restrittive in atto sono solo lennesimo segnale preoccupante di come, tra breve, le
partite di calcio saranno seguite solo da un manipolo di fortunati. Ciò che viene
proposto come legge per la tutela della sicurezza, altro non è che un modo
sbrigativo di velocizzare le indagini. Qualcuno un giorno disse che è meglio prevenire
che curare, ma forse in questo modo è più facile non assumersi le proprie
responsabilità. Purtroppo per loro il disegno che si vuole realizzare non avrà vita
facile, e per questo ci batteremo, cercando di coinvolgere tutte le parti attive del tifo.
Anche chi ieri era
lontano da certi discorsi, oggi ha capito che gli ULTRAS un minimo di ragione ce
lhanno, e adesso si rende conto di rischiare dessere tagliato fuori da ciò
che per diritto naturale gli è sempre appartenuto: lo stadio, i colori, i cori, gli
incitamenti, la arrabbiature, i fischi agli ex odiati, i derby e le rivalità, i
gemellaggi. Tutto questo, un giorno non lontano, potrebbe non esistere più. Pensate anche
alla crescente commercializzazione del sistema calcio, prima delle squadre e delle
società, poi delle televisioni, ora anche dei punti vendita dei biglietti, con i loro
diritti di prevendita (?!?).
Il nostro settore voleva restare sguarnito, con un lungo striscione: SCUSATE IL
RITARDO STIAMO FACENDO IL BIGLIETTO. Purtroppo non tutti hanno recepito il nostro
messaggio e qualcuno ha preferito assistere allinizio gara, soprattutto gente di una
certa età, rigorosamente di lato (almeno quello), nonostante i nostri inviti, pressanti
ma garbati (dopotutto chiedevamo solo 15 minuti di collaborazione). Dispiace perché tanti
ci hanno chiesto il volantino spontaneamente, anche tifosi di casa, incuriositi dal nostro
picchetto, che ci hanno appoggiato nelliniziativa. Dispiace che non tutti abbiano
capito che la nostra protesta dovrebbe coinvolgere tutti, perché anche loro, seppur di
una certa età, sono vittime di queste leggi. Purtroppo non siamo noi che dobbiamo
informare questa gente, è compito dei Parma Clubs, ma in questo momento il Coordinamento
sta facendo orecchie da mercante, infischiandosene di tutelare gli interessi dei tifosi
Parmigiani e dei suoi migliaia di iscritti, sostenendo queste nuove leggi che calpestano i
diritti del tifoso.
Comunque, alle 15:00, sopra il lungo striscione, il nostro settore è desolatamente vuoto,
circondato dal surreale silenzio del Bentegodi. Fa piacere
vedere che una buona parte di gente, soprattutto ULTRAS ma anche tifosi normali, hanno
appoggiato la nostra protesta e sono entrati al quindicesimo minuto. Nel vuoto del settore
esplode un boato: Non ne possiamo più delle divise blu, no al calcio moderno, no
alla pay-tv, seguito da La Banda dei Crociati. In un attimo entriamo
tutti di corsa, colmando il vuoto lasciato, non solo come presenza, ma soprattutto come
colore, tifo e passione, cambiando in un solo minuto lambiente e latmosfera
dello stadio, acceso dal calore che solo gli ULTRAS sanno trasmettere.
La partita, in termini di emozioni, ha offerto veramente poco: a tutti è sembrato di
rivedere la squadra svogliata e senza grinta troppe volte osservata in trasferta nella
scorsa stagione. Speriamo sia stato solo uno spiacevole episodio, sicuramente bisognerà
far capire da subito ai giocatori che annate storte come quella dellanno scorso
devono essere uneccezione e non la regola. Vogliamo sempre impegno, sudore e
attributi.
Lo stadio desolatamente vuoto ci ha permesso di farci sentire più volte, diciamo che il
tifo a dispetto della prestazione della squadra è stato solo dignitoso. Occorre però
fare veramente uno sforzo in più, questanno più che mai ogni partita dovrà essere
come una finale. Pensate ad uno stadio vuoto, ad una sfida col Chievo, a giocatori scesi
al Bentegodi con la testa da altre parti, se non siamo noi a spronare la squadra diventa
dura. Latmosfera-gita che si respirava va bene, ma quando allo stadio cè da
tirare fuori la voce non ci sono se e ma, altrimenti si è sempre
in pochi a fare cioppo, a sbandierare, a fischiare, a coinvolgere. Ci vuole
più unità, più dedizione e più voglia dESSERE PARTE ATTIVA, non solo semplici
spettatori. Non ha senso protestare contro la televisione e poi vivere la partita in modo
passivo, soprattutto con la squadra in difficoltà. Lasciamo un segno in ogni
curva ospite, facciamoci vedere tutti attivi e convinti, urliamo forte (e non bisbigliamo)
la nostra identità e anche le nostre emozioni cambieranno, anche la più atroce delle
sconfitte ha una vittoria nascosta: esserci, da Ultras.
A metà secondo tempo abbiamo ricordato i Diffidati, che non potevano essere al nostro
fianco, con cori di solidarietà ed esponendo lo striscione ULTRAS LIBERI.
Il ritorno è scorso via velocissimo con unottima prestazione dei ragazzi sul
pullman. Nonostante la sconfitta il morale della truppa era alto. Voglia di stare insieme
e divertirsi hanno caratterizzato il nostro viaggio di ritorno a PARMA.
Diamo appuntamento a tutti in Sede per la condivisione dei prossimi progetti!
IN UN MONDO CHE NON CI VUOLE PIU: GLI ULTRAS SONO LIBERI CONTRO LA PAY TV!

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