La trasferta di Lecce era decisiva,
o almeno lo avrebbe dovuto essere: con una vittoria ci saremmo tolti da questa brutta
situazione e saremmo rimasti in serie A, un'eventuale sconfitta ci avrebbe condannato alla
serie B mentre un pari, unito ad altri possibili risultati delle concorrenti, ci avrebbe
spedito, con tutta probabilità, ad uno spareggio carico di tensione. Quindi i motivi per
partecipare in tanti alla trasferta di Lecce, una delle più impegnative dell'intero
campionato dal punto di vista della lontananza, erano tanti, anche se la penosa
prestazione della squadra la domenica prima contro il Siena, davanti a tutta la città
simbolicamente presente al Tardini, non induceva sicuramente all'ottimismo.
La tifoseria ha comunque risposto bene, già dalla prevendita del venerdì sera in Sede si
capiva che questa non era la solita trasferta ad Sud di fine campionato, di quelle per
pochi intimi, per capirci, ma sarebbe stata seguita da numerosi tifosi Crociati. Noi BOYS
organizziamo un pullman più tre pulmini da nove e qualche macchinata,
portando a Lecce oltre ottanta persone che, unite agli altri sostenitori Gialloblu che
raggiungeranno la città salentina con ogni mezzo (aereo, treni più altri pullman) per un
totale di 300-350 parmigiani, renderanno questa trasferta come la più numerosa al Sud
Italia.
Anche questa volta il
calendario ci riserva una trasferta in Puglia verso fine campionato, e anche quest'anno
decidiamo di abbinare alla partita una mattinata al mare, per cementare il Gruppo anche
con quei ragazzi che ci seguono da meno tempo e cercare di stemperare la tensione per
questa importantissima partita tra le onde del Mar Adriatico. Così la partenza è fissata
per la sera del Sabato - tranne per uno dei tre pulmini che causa impegni di lavoro di
alcuni partirà a notte inoltrata - in modo da raggiungere la terra pugliese già nel
primo mattino della domenica.
Alle nove e mezza una piccola spiaggia vicino a Brindisi diventa feudo
parmigiano, con quasi un centinaio di Crociati riversati sulla spiaggia con le bandiere al
vento, davvero un gran bel colpo d'occhio. Verso le undici arriva anche l'ultimo pulmino,
giusto il tempo di prendere l'ultimo raggio di sole prima di andare a mangiare. Per il
pranzo andiamo in un ristorante vicino alla spiaggia in modo da dare la possibilità ai
più esigenti di gustarsi un pasto a base di pesce fresco, mentre quelli che hanno portato il cibo da casa si
accampano fuori dal ristorante. Finita l'abbuffata è già ora di salire sui pullman per
raggiungere lo stadio Via del Mare, casa della squadra di Zeman: non passano
neppure dieci minuti di cammino e la carovana di pullman e macchine viene intercettata
dalle volanti della polizia sulla superstrada Brindisi-Lecce e accompagnata direttamente
allo stadio.
Arrivati allo stadio l'atmosfera del settore ospiti è di quelle da ricordare: tanti
sostenitori Crociati, tutti molto carichi e decisi a vendere cara la pelle pur di rimanere
in serie A. La partita è un autentico calvario di emozioni: si passa dalla gioia del
vantaggio, allo sconforto per il 2-1 del Lecce fino al 3-3, che poi sarà il risultato
finale.
La Curva fa pienamente il suo dovere: incita la squadra per 90 minuti ininterrotti,
sventola le bandiere e batte le mani, forse come mai ha fatto quest'anno in trasferta, in
alcuni momenti i cori che si alzano dal settore ospiti sembrano addirittura più potenti
di quelli di parte leccese, che poteva contare, per l'occasione, di uno stadio esaurito,
stimolato anche dai bassissimi prezzi che la società aveva accordato per poter
festeggiare al meglio la salvezza dei giallorossi. Ma il PARMA sembra non avere nessuna
intenzione di vincere e si accontenta del pari, nonostante il Lecce nell'ultima mezz'ora,
dopo le rassicuranti notizie che arrivano dalla partita di Firenze, dove la Fiorentina
vince sul Brescia per 3-0 che
di fatto pone i salentini in una situazione di sicurezza, giochi addirittura senza punte e
si rifiuti persino di attaccare, prendendosi anche dei sonori fischi dal proprio pubblico.
Così finisce 3-3, che unito al pareggio di Bologna-Sampdoria ci condanna a uno spareggio
proprio contro i cugini bolognesi.
Al fischio finale alcuni giocatori vengono sotto il nostro settore per lanciare le maglie,
forse sperando si raccogliere quei soliti applausi che li hanno accompagnati durante tutto
l'anno, anche dopo prestazioni vergognose come Brescia, Livorno, Firenze, Bologna,
Bergamo, Verona. Ma questa volta non ci sono applausi, ma una tifoseria arrabbiata per
l'ennesima occasione persa, una tifoseria che ha ampiamente dimostrato di meritarsi la
serie A con il suo calore e la presenza costante in ogni parte d'Italia, e che dimostra il
proprio disappunto verso questi giocatori che non hanno quasi mai dimostrato il giusto
attaccamento alla Maglia Crociata.
RISPETTO PER NOI CHE CI SIAMO!
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