Sabato mattina e Parma si
sveglia con il sereno. Novembre inoltrato ma sembra primavera, mentre davanti alla Sede
iniziano ad arrivare i primi BOYS. La temperatura è mite e il cielo limpido, un blu senza
macchia che sfuma verso il giallo del sole. Colori che si confondono con quelli che
portiamo, al collo e nel cuore, e speriamo questa radiosa giornata sia di buon auspicio
per le sorti dei Crociati.
Il Gruppo cè. Due pullman partono per la Toscana, per essere al fianco della
squadra contro la Fiorentina, partita di andata degli ottavi di Coppa Italia.
Il viaggio prosegue tranquillo, tra discorsi seri e frivoli, tra ricordi remoti e recenti.
Nei pressi del
capoluogo Toscano si uniscono a noi gli Ultras Empolesi (Desperados e Rangers), presenti
in una quindicina, sempre disponibili e gioviali. Si sparpagliano tra di noi, a
testimonianza dellottimo rapporto, iniziato più di ventanni or sono ma sempre
più solido, fondato sul rispetto reciproco e leale amicizia.
Al casello di Firenze Sud si aggrega una macchina di BOYS e puntiamo sul
Franchi. Arriviamo ad inizio partita e non perdiamo tempo. Gli striscioni sono prontamente
distesi, le bandiere issate e i tamburi iniziano a rullare.
Davanti ai nostri numerosi stendardi, uno striscione per il Tino, storico Guerriero della
Nord, che da qualche giorno è ricoverato in Rianimazione, intento a combattere la sua
battaglia più difficile. Arduo, in certi casi, trovare le parole appropriate, semmai ce
ne siano. Ne parliamo tra di noi e gli sguardi sfuggono, come a rifiutare la realtà.
Concentriamo le nostre emozioni in uno striscione di speranza, grido
dincoraggiamento per lamico in difficoltà: CONTINUA A LOTTARE
TINO.
Lo stadio fiorentino è quasi deserto (solo 4.743 spettatori) e la Curva Fiesole appare
mezza vuota. Uno
scenario impensabile, fino a qualche anno fa, per una tifoseria come quella viola. La
Fiorentina ha alle spalle una città ed una provincia molto popolose e grazie alla sua
storia è il punto di riferimento calcistico per molti toscani, anche al di fuori dei
confini cittadini. Oltre a ciò, va ricordato che la squadra è appena tornata in serie A,
dopo il ripescaggio in B di due anni fa e lo spareggio promozione con il Perugia della
scorsa stagione, quindi è logico ci sia un ritrovato interesse in tutto lambiente.
Eppure, un incontro di Coppa Italia (seconda competizione nazionale per importanza) è
disertato dai più. Un caso non certo isolato, confermato dagli imbarazzanti vuoti in
molti stadi durante questo turno di Coppa, a testimonianza di come questo calcio
(moderno) stia svilendo la passione dei tifosi, allontanandoli dallo stadio.
Noi che ci siamo diamo tutto per la Causa, cantando e sventolando incessantemente per
tutti i novanta minuti e anche oltre. Sosteniamo la squadra al massimo delle nostre
possibilità e tributiamo qualche coro per gli amici diffidati, condannati in attesa di
processo (
), e al gemellaggio che ci lega agli Empolesi. Nessun calo si registra nel
nostro tifo, neanche dopo i gol dei viola. I nostri cori irrompono nel silenzioso Franchi
e così è per tutta la durata della partita, tantè che mai udiremo gli Ultras
avversari.
Il Parma in campo
è pressoché quello titolare, al contrario della Fiorentina che da spazio a tante
riserve. Ciononostante, prendiamo due gol, di cui il primo sullormai classico
svarione della difesa. Durante il primo tempo, fino al gol dei viola, manteniamo il
controllo della palla e cerchiamo di proporci in avanti, ma sempre in modo molto elaborato
e con enormi difficoltà in fase conclusiva. Alcuni episodi sono male interpretati dalla
terna arbitrale (sempre a nostro sfavore), ma la cosa più ci fa arrabbiare è vedere un
Parma incolore, senza spina dorsale, scialbo e svogliato. Un Parma che ci ricorda quello
del pre-Lazio, che toccò il fondo in quel di Brescia.
Seppur la Coppa Italia, al momento, non è tra le nostre priorità, la prestazione di
Firenze non è molto rassicurante per il futuro.
Possiamo accettare qualsiasi tipo di sconfitta, ma a testa alta, con onore. Rifiutiamo la
resa, odiamo i disfattisti e non accettiamo menefreghismi. Come noi infondiamo tutto il
nostro impegno accompagnando e sostenendo ininterrottamente la squadra, vogliamo che chi
scende in campo dia tutto ciò che può, senza risparmiarsi.
Indossare i colori di Parma, difendendoli, sia in campo che sugli spalti, significa far
fronte comune per la Causa Gialloblu Crociata. Un compito impegnativo, che deve essere
assolto con diligenza.
Essere Crociati! Cuori ardenti in corazze dacciaio. Così in Curva, così in campo.
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