Resoconto partite

2004/05

Cagliari - PARMA

  2 - 1

27 - 10 - 2004

Serie A

A neanche una settimana di distanza da Bilbao, lo striscione BOYS e sedici ragazzi che lo accompagnano, rimettono piede su un aereo, per una partita di campionato in un assurdo orario infrasettimanale (della serie “riportiamo le famiglie allo stadio”…) che per distanza, mezzi, e… prezzo, sa tanto di trasferta europea: destinazione Cagliari.
Questo periodo è un vero “tour de force” per il Gruppo, in poco più di due settimane: la trasferta di Bilbao, quella di Cagliari e il 7 novembre Palermo. Così, molti ragazzi, di quelli sempre presenti, hanno dovuto scegliere, per motivi di ferie e soldi, quali trasferte affrontare. In considerazione di queste cose, oltre alla difficoltà ad organizzare la trasferta, partiamo abbastanza soddisfatti del numero raggiunto, ricordandoci che qualche anno fa, stesso giorno della settimana, stessa ora, per una partita di Coppa Italia, ci eravamo presentati in nove.
Partiamo prestissimo, con due pulmini che ci accompagnano all’aereoporto di Venezia, dove, prima di imbarcarci, ad alcuni ragazzi vengono chiesti i documenti per un controllo… E’ proprio vero, portare la sciarpa, essere tifoso, ti rende diverso da qualsiasi altro cittadino italiano!
Nonostante il ritardo iniziale, il pilota “Cowboy” ci fa atterrare in terra sarda con largo anticipo, ma ci pensano le autorità locali, come se fossimo alla frontiera, a chiederci di nuovo i documenti (e due!), assicurandoci che è di prassi (vorremmo vedere con cento romani o napoletani). Comunque, una volta passati i controlli, rimaniamo qualche ora in aeroporto (dove stava per atterrare… Andreotti!!!). Appena tornati in possesso dei documenti decidiamo di dirigersi verso il mare appena fuori città. Scelta per non dar troppo nell’occhio, visto che in soli sedici: cerchiamo tutto tranne problemi. Nel tragitto verso il mare rimaniamo comunque in “allarme”, visto l’aumentare di scritte “Sconvolts” sui muri, qualche macchina che ci consiglia di stare attenti e qualche ragazzino in scooter, armato di cellulare, che ci pedina. Passiamo però qualche ora tranquillamente, facendo la spola tra la spiaggia e un bar, dove nasce una famigerata “banda mojto”.
Successivamente ci dirigiamo verso lo stadio, tenendo gli occhi ben aperti. Riusciamo a raggiungerlo in tranquillità, e ad attenderci ci sono circa tre sbirri a testa…
Entriamo nel S. Elia ristrutturato, soprannominato, da un amico che ci ha tenuto compagnia nel pre-partita, “stadio matrioska”. Come non dargli torto? Il settore ospiti è stato trasformato in una specie di pollaio con reti da tutte le parti; una vera e propria gabbia, cosa dire… trattati come delle bestie!!!
Appendiamo lo striscione e sventoliamo le nostre bandierine, accennando qualche coro, anche se farsi sentire è piuttosto proibitivo! A noi non interessa e continuiamo ad urlare e sostenere i Crociati, che in campo rimangono in dieci, vanno in svantaggio, riescono a pareggiare ma alla fine beccano gol di testa su calcio piazzato da Esposito, un giocatore… tascabile!
Salutiamo la squadra venuta sotto la Curva e rimaniamo nel nostro settore un po’ delusi (ma solo dal risultato). Il morale riesce un po’ a risollevarcelo qualche sardo, nel settore vicino a noi, rivolgendoci le “offese” più originali e svariate, invitandoci a tornare a casa in… pattino!!! Appena usciti, allora, proviamo a chiedere a gran voce un pattino, un pedalò, ma invece ci “appioppano” il solito autobus che ci riporta all’aereoporto. Lì ci dividiamo in due gruppetti e facciamo ritorno a casa. Sicuramente stanchi, sicuramente senza voce, un po’ delusi da risultato, ma un’intera giornata da BOYS e con i BOYS vale qualsiasi prezzo, chi le ha vissute lo sa!!!
Dopo quattro anni abbiamo rivisto la curva di Cagliari, cambiata come fisionomia, occupata solo dagli Sconvolts, dopo la scomparsa dei Furiosi nel finale dello scorso anno per problemi interni alla loro curva; indifferenti nei nostri confronti, ci sono sembrati una tifoseria di qualità, mai banale o scontata, con parecchi cori intonati in onore di ragazzi scomparsi o per i diffidati. Indubbiamente, per loro, essere Ultras è una scelta di vita e non una semplice moda.
Vorremmo ringraziare tutte quelle persone che ci hanno aiutato in questa trasferta, da chi ha prenotato i voli, a chi ci ha accompagnato all'aeroporto e allo stadio.
Come ultima cosa, ma non certo per importanza, riportiamo uno slogan che abbiamo cantato al Sant'Elia, e che probabilmente sarà riproposto:

I fatti di Carrara
non li dimentichiamo
per i diffidati noi cantiamo!

LIBERO CITTADINO? NO, ULTRAS!

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