A neanche una settimana di distanza
da Bilbao, lo striscione BOYS e sedici ragazzi che lo accompagnano, rimettono piede su un
aereo, per una partita di campionato in un assurdo orario infrasettimanale (della serie
riportiamo le famiglie allo stadio
) che per distanza, mezzi, e
prezzo, sa tanto di trasferta europea: destinazione Cagliari.
Questo periodo è un vero
tour de force per il Gruppo, in poco più di due settimane: la trasferta di
Bilbao, quella di Cagliari e il 7 novembre Palermo. Così, molti ragazzi, di quelli sempre
presenti, hanno dovuto scegliere, per motivi di ferie e soldi, quali trasferte affrontare.
In considerazione di queste cose, oltre alla difficoltà ad organizzare la trasferta,
partiamo abbastanza soddisfatti del numero raggiunto, ricordandoci che qualche anno fa,
stesso giorno della settimana, stessa ora, per una partita di Coppa Italia, ci eravamo
presentati in nove.
Partiamo prestissimo, con due pulmini che ci accompagnano allaereoporto di Venezia,
dove, prima di i mbarcarci, ad
alcuni ragazzi vengono chiesti i documenti per un controllo
E proprio vero,
portare la sciarpa, essere tifoso, ti rende diverso da qualsiasi altro cittadino italiano!
Nonostante il ritardo iniziale, il pilota Cowboy ci fa atterrare in terra
sarda con largo anticipo, ma ci pensano le autorità locali, come se fossimo alla
frontiera, a chiederci di nuovo i documenti (e due!), assicurandoci che è di prassi
(vorremmo vedere con cento romani o napoletani). Comunque, una volta passati i controlli,
rimaniamo qualche ora in aeroporto (dove stava per atterrare
Andreotti!!!). Appena
tornati in possesso dei documenti decidiamo di dirigersi verso il mare appena fuori
città. Scelta per non dar troppo nellocchio, visto che in soli sedici: cerchiamo tutto tranne
problemi. Nel tragitto verso il mare rimaniamo comunque in allarme, visto
laumentare di scritte Sconvolts sui muri, qualche macchina che ci
consiglia di stare attenti e qualche ragazzino in scooter, armato di cellulare, che ci
pedina. Passiamo però qualche ora tranquillamente, facendo la spola tra la spiaggia e un
bar, dove nasce una famigerata banda mojto.
Successivamente ci dirigiamo verso lo stadio, tenendo gli occhi ben aperti. Riusciamo a
raggiungerlo in tranquillità, e ad attenderci ci sono circa tre sbirri a testa
Entriamo nel S. Elia ristrutturato, soprannominato, da un amico che ci ha tenuto compagnia
nel pre-partita, stadio matrioska. Come non dargli torto? Il settore ospiti è
stato trasformato in una specie di pollaio con reti da tutte le parti; una vera e propria
gabbia, cosa dire
trattati come delle bestie!!!
Appendiamo lo striscione e sventoliamo le nostre bandierine, accennando qualche coro,
anche se farsi sentire è piuttosto proibitivo! A noi non interessa e continuiamo ad
urlare e sostenere i Crociati, che in campo rimangono in dieci, vanno in svantaggio,
riescono a pareggiare ma alla
fine beccano gol di testa su calcio piazzato da Esposito, un giocatore
tascabile!
Salutiamo la squadra venuta sotto la Curva e rimaniamo nel nostro settore un po
delusi (ma solo dal risultato). Il morale riesce un po a risollevarcelo qualche
sardo, nel settore vicino a noi, rivolgendoci le offese più originali e
svariate, invitandoci a tornare a casa in
pattino!!! Appena usciti, allora, proviamo
a chiedere a gran voce un pattino, un pedalò, ma invece ci appioppano il
solito autobus che ci riporta allaereoporto. Lì ci dividiamo in due gruppetti e
facciamo ritorno a casa. Sicuramente stanchi, sicuramente senza voce, un po delusi
da risultato, ma unintera giornata da BOYS e con i BOYS vale qualsiasi prezzo, chi
le ha vissute lo sa!!!
Dopo quattro anni abbiamo rivisto la curva di Cagliari, cambiata come fisionomia, occupata
solo dagli Sconvolts, dopo la scomparsa dei Furiosi nel finale dello scorso anno per
problemi interni alla loro curva; indifferenti nei nostri confronti, ci sono sembrati una
tifoseria di qualità, mai banale o scontata, con parecchi cori intonati in onore di
ragazzi scomparsi o per i diffidati. Indubbiamente, per loro, essere Ultras è una scelta
di vita e non una semplice moda.
Vorremmo ringraziare tutte quelle persone che ci hanno aiutato in questa trasferta, da chi
ha prenotato i voli, a chi ci ha accompagnato all'aeroporto e allo stadio.
Come ultima cosa, ma non certo per importanza, riportiamo uno slogan che abbiamo cantato
al Sant'Elia, e che probabilmente sarà riproposto:
I fatti di Carrara
non li dimentichiamo
per i diffidati noi cantiamo!
LIBERO CITTADINO? NO, ULTRAS! |