Ore 19:15.
Questa partita non sera da fare! Si potrebbe sintetizzare così, con una parafrasi
manzoniana, il concetto principale in cui sta racchiuso tutto questo
Parma-Gençlerbirligi, incontro di andata dei sedicesimi di Coppa Uefa. Già dalla notte
infatti, così torniamo alla realtà abbandonando il motto che ha reso celebro il don
Abbondio dei Promessi Sposi, una nevicata fitta e copiosa si era impossessata dei cieli e
delle strade della nostra città, imbiancando non solo i tetti di case e macchine e le
rotonde tanto care allassessore Vignali ma, ovviamente, anche i gradoni del Tardini
sommergendo i teloni che ne ricoprivano il terreno di gioco. Circondati da un panorama che
ricordava più Cortina o Cervinia che non la nostra amata Parma e davanti ad uno scenario
più adatto ad un Mondiale di bob o ad una Discesa libera che non ad una partita di
pallone, ormai si era consolidata in Noi la certezza e la convinzione che la gara sarebbe
stata rinviata... Ma come al solito i nostri valori, le nostre necessità di appartenere
ad un mondo del calcio in cui il valore sportivo è sempre innanzi a tutto, in cui lealtà
e buon senso devono comunque prevalere, si sono scontrate con una realtà in cui il
calendario ha fissato niente meno che tre match europei in tre settimane consecutivi,
rendendo di fatto impossibile il posticipo di questa partita. Ci viene così chiesto dagli
addetti al campo un piccolo aiuto nel sgomberare i teloni, chiaramente ci prestiamo e
armati di badili e scopettoni ci uniamo a loro perché il Parma, oltretutto, da
regolamento, rischia pesanti sanzioni se non viene fatto tutto il possibile per garantire
il regolare svolgimento della gara. Nel frattempo nessun aiuto viene dal cielo, anzi
lintensità della neve aumenta sempre più e non si fa tempo a scoprire il campo che
è già bianco, così le righe rosse vengono tracciate più volte perché si coprono
immediatamente. Giocare è proprio impossibile per tutti quanti, tranne che per
larbitro e il delegato Uefa che, con circa venti minuti di ritardo, in nome di un
calcio moderno che freneticamente non può concedersi il lusso del buon senso in nome di
interessi commerciali che prevalgono sul gioco del calcio, da il fischio dinizio su
un manto erboso, pardòn nevoso, ormai ghiacciato che rende questo Parma-Genc.. nome
impronunciabile... più una partita di hockey che di pallone!
Gli spalti sono poco più che deserti, millecinquecento fedelissimi circa in Nord, zero in
Sud e poche migliaia tra Distinti e Tribuna, laddove giaciono infreddoliti anche un
centinaio di turchi giunti da Ankara con laereo di squadra e giornalisti.
In Curva cantiamo, sventoliamo... insomma ci comportiamo come sempre per tutti i novanta
minuti nonostante la surrealità dellambiente, in campo si perde uno a zero ma non
è il risultato di una partita di calcio, poiché in simili condizioni lattenzione
di tutti i protagonisti era più che altro rivolta allevitare infortuni... e
stavolta cè da capirli... Rimane il rammarico di aver visto il cambiamento e la
perdita di entusiasmo per un terzo turno di Coppa Uefa che sembra essere diventato più un
impegno secondario che non una festa, questo non solo nella nostra città ma anche in
altre piazze europee, dove ormai questa competizione è vista più come un onere che un
onore, più come un sacrificio che una gioia... effetti collaterali del calcio moderno... |