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Speciale: No alla Tessera del tifoso

No alla Tessera del Tifoso (conferenza a Parma, 03-09-2009)

13 - 10 - 2009

Sull'argomento "Tessera del Tifoso" non c'è molta informazione. Se ne parla, ma solitamente senza verificare le dichiarazioni e le rassicurazioni di chi promuove tale strumento, in particolare: il Ministero dell'Interno e chi dipende gerarchicamente dal medesimo (Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, Comitato di Analisi e Sicurezza sulle Manifestazioni Sportive, Prefetti e Questori). Così, tra informazioni vaghe ed errate, mistificazioni ed inviti ad ascoltare e ad intensificare la propaganda del Sistema, maturano opinioni e convinzioni distanti dalla realtà delle cose, ad esempio: "gli ultras hanno paura di essere schedati" (la schedatura preventiva è già in vigore con i biglietti nominali), "i diffidati vanno lo stesso allo stadio" (no, vanno in caserma o in questura, anche se nessun giudice li ha mai condannati), "così i violenti rimangono fuori e tornano le famiglie allo stadio" (gli stadi sono già tra i posti più sicuri della nostra società, e in ogni caso eventuali scontri tra tifosi accadono solo fuori dagli impianti). Alla luce di tutto ciò, abbiamo deciso di organizzare una conferenza aperta a tutti, per esaminare veramente nei dettagli la Tessera del Tifoso e spiegare esattamente le ragioni della nostra contrarietà. Un evento che abbiamo pubblicizzato distribuendo 4.000 volantini al Tardini, e affiggendo manifestini e striscioni in città.
Il 3 settembre, presso l'auditorium Toscanini, s'è sviluppata la conferenza "Tessera del Tifoso: le ragioni del no!". Relatore è stato Giovanni Adami avvocato del foro di Udine, esperto in legislatura da stadio e di vita vissuta in Curva (è un ultras dell'Udinese). Al suo fianco la dottoressa Valentina Cecchi, psicologa, autrice di una tesi sul mondo ultras (tradotta in più lingue) che sta presentando in giro per l'Europa, e l'avvocato Andrea Marvasi di Parma, che segue i ragazzi del nostro Gruppo colpiti da Daspo (divieto d'accesso alle manifestazioni sportive - la cosiddetta "diffida") e un portavoce dei Boys. Un'incontro importante, non solo di parte, ma anche formativo, tenuto da chi ha una conoscenza approfondita sulla Tessera del Tifoso.
Alla conferenza sono stati invitati tutti i giornalisti locali, i parlamentari di Parma, le autorità, i clubs della nostra tifoseria, e qualche altro Gruppo ultras: i nostri gemellati ma anche rivali, con cui condividiamo la stessa mentalità.
Si sono presentati alcuni giornalisti (ma ne sono mancati vari, che magari tratteranno la Tessera del Tifoso) e nessun parlamentare (speriamo fossero tutti veramente impegnati). Sono mancati anche il Prefetto e il Questore, chiamati da Maroni ad imporre la Tessera del Tifoso; ci viene il dubbio che preferiscano ascoltare il vertice (e solo quello) invece della base. E dire che il Questore lo abbiamo visto intervenire ad una "tavola rotonda" sul tifo (a Parma, il 3 aprile 2009), lo abbiamo ascoltato alla riunione della Fissc (Federazione Italiana Sostenitori Squadre di Calcio) tenutasi a Parma il primo maggio scorso, e l'abbiamo pure incrociato alla festa del Coordinamento del 29 agosto. Che la base da ascoltare sia solo quella che non dice cose "scomode"? Forse erano semplicemente impegnati. Non hanno ascoltato il nostro pensiero, e sia. Speriamo però che prima di ascoltare il Ministro o chicchessia, ascoltino lo Stato (che si fonda innanzitutto sulla Costituzione).
Erano presenti in sala molti ultras, tifosi di tutte le età che vediamo sempre in trasferta, il Parma Calcio (rappresentato da Leonardi e dall'addetto alla sicurezza Stefano Perrone), il presidente Centro di Coordinamento dei Parma Clubs Angelo Manfredini e l'assessore allo sport Roberto Ghiretti. Presenti i nostri gemellati, Desperados e Rangers dell'Empoli, Ultras Tito e Fieri Fossato della Sampdoria. Ma anche altri tre Gruppi, con cui abbiamo condiviso le lotte al calcio moderno quando c'era Movimento Ultras: URB Bologna, Brescia1911 e WSB Cesena.
Di fronte all'ingresso era appeso lo striscione "Tessera del Tifoso con divieti e tornelli per rendere gli stadi più belli. Belli vuoti!", mentre nella sala erano esposti "No alla Tessera del Tifoso" e "L'articolo 9 è anticostituzionale", oltre allo storico striscione Boys.
Inizialmente ha preso la parola il nostro portavoce, che ha introdotto il discorso facendo il punto su anni di repressione. Ha evidenziato come l'accumularsi di leggi e norme speciali (anticostituzionali), varate nel corso degli anni, abbia dato alla luce un mostro giuridico. Un mostro che riduce la libertà, frutto di una strategia che, invece di sanzionare reati specifici, divora i diritti civili e le garanzie costituzionali di tutti. La Tessera, richiamandosi a tali leggi anticostituzionali, si palesa come strumento della repressione. Ha quindi sottolineato che la Tessera sarà a pagamento, che avrà scopi commerciali, e che è quantomeno singolare che lo Stato (attraverso un Ministro, Prefetti e Questori) imponga strumenti volti ad arricchire le più grandi Spa del pallone (per le altre sarà solo un costo). La Tessera del Tifoso appare come lo strumento per annientare i Gruppi organizzati, sostituendosi alle tessere dei club e a quelle degli ultras. Un mezzo per disgregare i corpi sociali del tifo, trasformando ultras e tifosi in clienti, che vivono lo stadio individualmente, e in modo prettamente consumistico e commerciale.
La parola poi è passata all'Avvocato Adami, che ha esaminato nei dettagli il punto che più contestiamo della Tessera: l'art. 9 della Legge Amato. Articolo che se applicato alla lettera impedirebbe l'accesso a tutti quei soggetti che hanno avuto condanne (anche non definitive) per "reati da stadio" e che nel corso della vita hanno ricevuto un Daspo, anche se scontato. Da ricordare che il Daspo non è una condanna (perché non è preceduto da alcun processo, né da alcun Giudizio) ma una misura preventiva, decisa arbitrariamente dal Questore. Una misura che, limitando la libertà personale senza bisogno di prove e processo, vìola, di per sé, i diritti civili della persona.
Alla diffida talvolta segue un processo, che il più delle volte proscioglie gli imputati perché troppo spesso diffidati senza prove. Ebbene, anche questi ultras, dichiarati innocenti dallo Stato e che hanno scontato ingiustamente una diffida o una parte rilevante d'essa, non potrebbero avere accesso allo stadio, perché l'art. 9 della Legge Amato non fa differenze neppure tra innocenti e colpevoli (tra quelli che arrivano ad avere un processo), fondandosi sull'esser stati "destinatari" del Daspo. In pratica trasformerebbe una misura preventiva (illegittima) in condanna definitiva a vita (il che è anche anticostituzionale). Forse proprio per questo l'art. 9 non era mai stato applicato, ma quando le leggi ci sono c'è sempre il rischio che qualcuno voglia applicarle.
L'avvocato Adami ha fatto quindi tre esempi, molto eloquenti. Il primo caso riguarda i tifosi juventini di ritorno da Bergamo: qualcuno ruba all'autogrill, tutti diffidati, vincono il ricorso al Tar perché la maggioranza non ha fatto nulla, ma la questura di Torino non gli fa la Tessera del Tifoso perché l'art. 9 non parla di sospensione del Daspo. Il secondo caso riguarda i tifosi rossoneri scesi al secondo anello al derby per una lite con i cugini. Tutti arrestati e processati, tra di loro anche un ragazzo che non era sceso e che, dopo 4 giorni di galera, è stato rilasciato per non aver partecipato ai fatti. Nemmeno a lui la questura ha fatto la Tessera del Tifoso. Il terzo caso riguarda 130 tifosi atalantini alla stazione di Piacenza: per 5 o 6 che tirano due sassi, vengono diffidati in 130 per tre mesi; risarciscono i pochi danni e al processo sono tutti assolti, ma nemmeno a loro verrebbe data la Tessera del Tifoso. Adami invita quindi a non fidarsi delle direttive, che non valgono nulla, perché quello che conta sono le Leggi (anche se incostituzionali!). Per cui le dichiarazioni dell'Osservatorio e di Maroni che parlano del mancato rilascio della Tessera del Tifoso solo per chi ha la diffida in corso, lasciano il tempo che trovano. Finirà che ogni questura interpreterà tutto a suo piacimento, in modo assolutamente arbitrario.
Dopo Adami ha fatto un breve intervento la dott.ssa Valentina Cecchi che si è soffermata su quelli che dovrebbe essere gli scopi dell'Osservatorio. Seppur composto prevalentemente da appartenenti alle forze di polizia e da qualche rappresentante di importanti Spa (già la composizione di tale organismo è assai poco convincente), avrebbe finalità educative e rieducative. Non dovrebbe tenere la gente lontano dallo stadio, ma operare affinché possa frequentarlo, stando insieme alle altre persone. Per questo la dott.ssa ha evidenziato il fallimento di tale organismo. Non solo, la Tessera del Tifoso, soprattutto attraverso l'art. 9 della Legge Amato (che trasforma, addirittura, l'aver ricevuto un daspo in "diffida a vita") va nella direzione opposta. Interessante anche la sua analisi sulla nascita del "Tifoso ufficiale" (quello con la tessera in tasca), una forma di discriminazione per chi la tessera non l'avrà, che diventerà il "Tifoso non ufficiale"! Un metodo per selezionare la clientela, al fine di rendere produttive determinate strategie economiche.
L'ultimo a prendere la parola è stato l'Avvocato Marvasi, che ha analizzato l'evidente anticostituzionalità dell'art. 9 della Legge Amato. Ma più in generale l'avvocato ha evidenziato la manifesta incostituzionalità di tante leggi e norme che regolano il mondo del tifo, a partire dallo stesso Daspo. Nel nostro ordinamento non c'è nessun altra misura cautelare che dura più di uno o due anni, nemmeno per gli omicidi. Il Daspo arriva a cinque. Marvasi, ribadendo che le norme che regolano il mondo dei tifosi sono incostituzionali, ha fatto l'esempio dei ragazzi diffidati a Parma-Inter del 18 maggio 2009, per cui ad un processo sarebbero assolti, perché dalle carte processuali non emerge niente. E invece: hanno il Daspo e, anche quando terminato, in virtù dell'art. 9 della Legge Amato, non potranno mai ricevere la Tessera del Tifoso.
L'avvocato Marvasi ha detto di vedere in questo tipo di Tessera uno strumento volto anche all'identificazione commerciale. Uno strumento per speculare sui tifosi ufficiali ma anche su quelli non ufficiali (chi la rifiuta, o chi non la può avere) che non avranno accesso allo stadio e che per vedere la partita avranno un solo modo, non la televisione di Stato, ma il digitale o il satellite...
La serata s'è chiusa tra gli applausi, ma con l'amarezza di chi sa d'essere sotto attacco. Vogliono annientare le nostre aggregazioni sociali, il nostro pensiero, il nostro essere. In noi c'è comunque la consapevolezza che lotteremo fino alla fine, per il nostro mondo. "No alla resa" è uno dei nostri motti e varrà anche in questa occasione.
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Vedi anche:
12-09-2009 Conferenza a Parma (video Boys Parma 1977)
05-09-2009 Conferenza a Parma (articolo di SportParma)
04-09-2009 Davanti alla Lega Calcio il 03 settembre 2009
04-09-2009 Conferenza a Parma (video di Tv Parma)
01-09-2009 No alla Tessera del Tifoso! (volantino)
02-09-2009 No alla Tessera del Tifoso! (striscioni)
03-09-2009 No alla Tessera del Tifoso! (come arrivare)
03-09-2009 No alla Tessera del Tifoso! (manifestino)
31-08-2009 Tessera del Tifoso, le ragioni del "no"! (comunicato BOYS)

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