BOYS PARMA 1977

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Tessera o non Tessera (del tifoso)?

13 - 04 - 2010

Tessera o non Tessera, questo è il problema.
No, i Boys non stanno impazzendo, non abbiamo cambiato idea: non siamo mai stati favorevoli alla Tessera del Tifoso e mai lo saremo, sia che venga modificata sia così com'è, con o senza Articolo 9 della legge Amato.
Non contrari a prescindere, abbiamo fatto a lungo contro-informazione ed illustrato la nostra protesta, contro la Tessera come contro tutte quelle norme che mirano a cancellare il tifo organizzato, che proibiscono il tifo ed allontanano la gente dagli stadi, che puntano a trasformare i tifosi in clienti.
Dopo una campagna di proteste e lo slittamento dell'entrata in vigore della Tessera (in teoria doveva partire il 01-01-2010), sull'argomento è calato il silenzio, e anche le proteste si sono affievolite. Tutto da copione: quando qualcosa fa discutere è meglio farla in silenzio, quasi di nascosto. Ma farla comunque.
E così le Società, obbligate dai "signori" del pallone, molte delle quali eviterebbero volentieri questa trovata povera di vantaggi economici ma ricca di costi di adeguamento, una alla volta stanno mettendo le mani avanti, si stanno ideando le Tessere personalizzate e le stanno presentando. Il tutto, come detto prima, in silenzio, senza parlarne, senza consultare i tifosi per paura di trovarseli contro. E così anche Società che si son sempre schierate contro la Tessera del Tifoso, come la Sampdoria, da un giorno all'altro, a sorpresa, et voilà, ecco la Samp Card, solo pochi mesi per poterla richiedere sennò: addio abbonamento.
E purtroppo, teniamoci pronti, anche se tutto tace, potrebbe arrivare la "Parma Card", o la "Tessera del buon Crociato", o una roba simile. Giusto dunque avere le idee chiare, giusto parlarne, confrontarsi, prendere posizione. Fra noi tifosi, ovvio. Tutte le altre componenti ci hanno già chiuso la porta in faccia senza nemmeno aprirla. E questo molto tempo fa.
Senza l'Articolo 9 della legge Amato, che renderebbe la Tessera altamente repressiva e anticostituzionale, perché se applicato impedirebbe l'accesso a tutti quei soggetti che nel corso della vita hanno ricevuto un Daspo (anche quando l'hanno già scontato), si potrebbe dire che non cambierebbe poi molto: ci sono già i biglietti nominali, allo stadio si entra documento alla mano, i nostri nomi sono già stampati sugli abbonamenti, le nostre facce riprese da decine e decine di telecamere...
Nonostante ciò ci siamo comunque schierati contro la Tessera del Tifoso in quanto la consideriamo una nuova forma di business, perché bisognerà pagarla e perché è finalizzata ad incentivare la spesa; ma anche una nuova forma di repressione e controllo sociale, perché il rilascio dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Questura, e non è accettabile che per entrare in un luogo pubblico serva l'autorizzazione preventiva della Polizia.
Ma dunque, giusto farla e cercare di portare avanti comunque i propri ideali negli stadi, o non farla e non dargliela vinta, non piegarci a questa ennesima imposizione, rischiando di rimanere fuori?
Nella domanda, in realtà, ci sono le due risposte, le due prese di posizioni più comuni delle persone che si sono poste il problema.
Qualsiasi strada si deciderà di prendere ad uscirne sconfitto, sempre e comunque, sarà il tifo, o meglio, quel che ne rimane. Già oggi andare allo stadio senza megafono, tamburo, striscioni, a volte bandiere e coreografie è una sconfitta, ma si è cercato comunque di andare avanti. Quanto è giusto piegarsi per andare avanti?
Invitiamo tutti i tifosi interessati all'argomento a confrontarsi, a parlarne, a discutere, a fermarsi con noi allo stadio o passare in sede. Usiamo la testa!

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