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Fare il biglietto? Un'impresa

30 - 10 - 2008

In Italia c'è uno strano modo di affrontare i problemi, o meglio, di non affrontarli. La cosa triste è che questo non capita solo nel "piccolo" mondo del calcio e del tifo, ma anche in tutti gli altri campi, anche se noi, nel nostro ruolo di ultras e tifosi, ci esprimiamo solo per quello che ci riguarda direttamente.
La parola "prevenzione" nel nostro Paese va di pari passo con la parola "incompetenza", e visto che la prima non s'è capaci di metterla in pratica (la seconda benissimo), la si sostituisce in partenza con la, molto più semplice, "repressione".
Il ciclo di come funzionano le cose ormai lo sappiamo tutti a memoria: succede qualcosa (e se non succede lo si inventa, vedi Roma-Napoli), tutti i mass-media non parlano d'altro per due settimane (anche perché spesso "altro" è scomodo), l'opinione pubblica viene logicamente influenzata e chi è al governo (o altri organi inventati e mai votati da nessuno come Osservatorio e Casms) per farsi bello davanti ai cittadini prende in fretta e furia provvedimenti su provvedimenti, leggi addirittura "speciali". In realtà tutto spesso inutile e controproducente, anzi, magari fatto su misura per tutelare qualche interesse economico.
E così ci ritroviamo ad andare allo stadio senza bandiere, senza striscioni, senza tamburi, megafoni... a volte senza maglie e cinture. Ci troviamo trasferte vietate e diffide sparate a caso e sempre più lunghe (forte limitazione della libertà personale... paragonabile agli arresti domiciliari), a giocare ad orari e giorni assurdi, a biglietti sempre più cari e difficilmente acquistabili. Aspettando poi la Carta del Tifoso...
Ma se le famiglie non vengono allo stadio è colpa degli stadi vecchi, senza negozi. E, sottointeso, degli ultras.
Vogliamo soffermarci questa volta sulla "questione biglietti", visto che per l'ultima trasferta, a Mantova, in molti hanno sfiorato una crisi di nervi per poter acquistare un tagliando.
Non bastando i tornelli degni di Guantanamo, telecamere in ogni angolo (...nei bagni, no?), una delle trovate di questi ultimi anni sono stati i biglietti nominali (vera e propria schedatura preventiva), e la limitazione d'acquisto ridotta a 4 biglietti a testa. Questo per disincentivare la trasferta. Infatti è risaputo che per risolvere il problema dell'ordine pubblico, beh semplice, si elimina il pubblico e il gioco è fatto.
La vendita dei biglietti, tanto per far speculare qualcun'altro nel mondo del calcio, è stata tolta dalle mani delle società, e passata ai circuiti come Ticket One, Lottomatica ecc. ecc. Così la società ospitante s'appoggia ad un circuito, e comunica alla società ospite i punti vendita per i suoi tifosi.
Per Mantova-Parma, che prendiamo come esempio, erano solo due i punti vendita autorizzati, solo a Parma città, nessuno in provincia. Uno dei due, fra l'altro, che aggiungeva ad ogni biglietto un fantastico euro e mezzo di, chiamiamola per nome, cresta. E l'altro che ha dato proprio l'impressione di non aver voglia di venderli questi preziosi biglietti. Se ci aggiungiamo che il circuito Ticket One andava a singhiozzo, un'ora sì, tre no, il risultato è stato il caos e tanta gente che ha proprio rinunciato.
Sperando che nella prossima trasferta numerosa (e sabato c'è Piacenza), tutto funzioni alla meraviglia e il Parma Calcio tuteli i propri tifosi e vigili sulla vendita dei biglietti, il dubbio che ci viene è: trovi il rivenditore, speri che non abbia le palle girate, gli dai le coppie dei documenti, speri che il circuito vada, paghi... ci vuole più a fare un biglietto per una partita o un rogito?!?
Forse molta gente, subendo questi disagi, la prossima volta si schiererà con noi contro queste assurde norme ma nel frattempo, alla faccia di tutto questo, noi non molliamo: CARICA CURVA NORD!

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