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(Roma-Napoli) Giornalismo creativo...

04 - 09 - 2008

Il giornalismo è la professione di chi dovrebbe darci le notizie. Quindi: raccontarci e spiegarci la verità-realtà (i fatti). Il giornalismo è definito "Quarto potere" perché (dicendo o non dicendo la verità, ed evidenziando o nascondendo particolari opinioni) orienta l'opinione pubblica. Per questo politici e industriali cercano di mettere le mani su giornali e tv: per controllare la nostra società.
Obbiettività, imparzialità, neutralità e verità dovrebbero essere i principi che guidano l'attività del serio giornalista. Chi vuole raccontare la realtà ha una regola imprescindibile: "I fatti sono sacri, le opinioni sono libere".
Purtroppo ci sono troppo caste per poter lavorare con obbiettività, imparzialità, neutralità e verità. E così, troppo spesso, i fatti sono oggetto di blasfemia.

Mercoledì 3 settembre 2008, nella prima pagina del giornale locale "Gazzetta di Parma" veniva pubblicata la foto sottostante.
Roma Termini, i tifosi del Napoli in corteo - Foto tratta da La Gazzetta di Parma

La foto mostra gli ultras e i tifosi del Napoli che procedono in corteo alla stazione di Roma Termini. Hanno le mani alzate ed è ragionevole ipotizzare che stiano cantando. Nessuno di loro sta compiendo atti illegali. Un agente di polizia, sulla sinistra, li osserva, impugnando quello che sembra essere un manganello.
Volendo dotare la foto di una didascalia potremmo scrivere (per esempio): "Roma Termini, i tifosi del Napoli in corteo".
La Gazzetta di Parma, invece, scrive: "Scandalo italiano La violenza dei tifosi del Napoli domenica a Roma Termini".
La didascalia è un'informazione per accompagnare un'illustrazione. Stando ai fatti (quelli che dovrebbero essere sacri) tale foto non mostra nessun tipo di violenza. Vederci addirittura uno "scandalo italiano" è grottesco.
Se proprio si vuole parlare di "scandali italiani", visto che in tale articolo si parla di ultras, polizia e Roberto Maroni, ne suggeriamo noi qualcuno. Il ministro che adesso invoca il pugno duro contro gli ultras è stato condannato in Cassazione a 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale. L'agente di polizia che ha assassinato un ultras (Gabriele Sandri) non ha fatto neppure un giorno di galera (altro che indulto e scarcerazioni facili, basta la divisa...).
Ma si sa con alcuni la "tolleranza zero" non si può applicare. E' già rischioso dire la verità...
E così il copione è quello di sempre: si criminalizzano gli ultras (inventando il treno devastato e i danni per 500.000 euro), si nascondono gli abusi di potere e gli errori nella gestione dell'ordine pubblico (perché certa gente è intoccabile), et voilà: nuova e ulteriore repressione.
Si inventa un problema sociale (per nascondere quelli veri) e si fa finta di risolverlo. E così i benpensanti si sentono felici e sicuri.

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