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Maldini: figlio di puttana chi non lo venera?

29 - 05 - 2009

Paolo Maldini, dopo 901 gare con la maglia del Milan, ha dato l'addio ai tifosi rossoneri al Mezza, in occasione di Milan-Roma (24 maggio 2009). Tutti l'hanno applaudito, ma gli ultras della Curva Sud, pur riconoscendogli grandi meriti sportivi, gli hanno ricordato anche gli insulti con cui, anni prima, aveva offeso la tifoseria milanista. "Grazie capitano, sul campo campione infinito ma hai mancato di rispetto a chi ti ha arricchito" e "Per i tuoi 25 anni di gloriosa carriera sentiti ringraziamenti da coloro che hai definito mercenari e pezzenti", sono gli striscioni che hanno srotolato gli ultras a fine partita.
Paolo Maldini, dopo Milan-Liverpool (finale di Champions League del 25 maggio 2005, che il Milan perse dopo esser stato in vantaggio 3 a 0) definì i tifosi del Milan "mercenari" e "pezzenti", non avendo gradito le critiche post-partita. Esternazioni che successivamente cercò di giustificare, ma per cui non ha mai chiesto scusa. Offese che i tifosi meno superficiali non hanno dimenticato, così come il suo talento.
Al contrario di quanto fece Maldini, gli ultras del Milan non hanno offeso nessuno. Non solo: gli striscioni esposti contenevano anche messaggi di plauso e ringraziamento. Ma la critica, seppur non offensiva, ha indisposto il giocatore, che è tornato nuovamente ad offendere. Ha fatto una smorfia, ha applaudito ironicamente, e poi: "Figli di puttana". Il labiale è chiarissimo, e i movimenti della bocca appaiono volontariamente esagerati. L'offesa è stata ripetuta due volte, passando il dito sulla bocca, affinché fosse ben chiara. Subito dopo Maldini ha fatto la vittima, e ha additato gli ultras al resto del pubblico, per non esser stato venerato come credeva di meritare. E il pubblico ha seguito il suo idolo effimero; arrogante, indisponente e immaturo, assecondandolo nella sua superbia capricciosa. Tra il campione ricco e arrogante, e gli ultras modesti e pezzenti, non c'è stata partita. Il pollice verso è stato per la Sud.
Il vittimismo di Maldini è continuato nel dopo partita. Ha chiesto a tutti di condannare gli striscioni degli ultras rossoneri. Arrivando addirittura a lamentarsi del Milan Ac, per non aver preso posizione contro i propri ultras.
Tenendo a mente che stiamo trattando di striscioni contenenti messaggi sia di critica sia di plauso e ringraziamento, in nessun modo offensivi e relativi a fatti oggettivi, non si può certo contestarne la legittimità. Si può (al limite) non condividerne il contenuto, ma i tifosi hanno il sacrosanto diritto di critica. Ma forse il problema è proprio il "diritto di critica" e la "libertà d'espressione". Ci si può esprimere ma non fino a criticare, tanto meno il campione o il potente. L'opinione che contrasta con quella preponderante è illegittima, e quindi va condannata e perseguita. Sembra questa la regola che vale allo stadio e (sempre più spesso) anche fuori di esso, in tutta la nostra società.
E così non dobbiamo stupirci se sulla questione è intervenuta perfino la Figc. Che se la sia presa perché un suo tesserato (Paolo Maldini) ha dato dei "figli di puttana" agli ultras? Macché, Giancarlo Abete (presidente della Federcalcio) ha pensato bene di attaccare i "figli di puttana", ovvero i "mercenari" "pezzenti", definendo i lori striscioni non-offensivi "una cosa vergognosa".
Non parliamo poi dei giornalisti, che si sono veramente scatenati, ma non certo a fare informazione (quella: manco per sbaglio). Luca Serafini, di Mediaset, tanto per fare un esempio, ha parlato di una "curva delirante" e "meschina", in cui le parole di un "manipolo di farneticanti" "evaporano tra fumi di una birra o di uno spinello".

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