BOYS PARMA 1977

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Due anni di decreto. Gli ultras resistono

17 - 01 - 2009

Anche il 2008 è finito e gli ultras sono ancora in piedi, quasi tutti al proprio posto nelle loro Curve. Certo, sono molti i ragazzi che hanno subito diffide, denunce o arresti, alcuni accusati ingiustamente, molti costretti a firmare in questura e impossibilitati a seguire con il proprio Gruppo la squadra della città. Sono quasi due anni che sulle Curve italiane si è abbattuto il ciclone del decreto Amato e delle norme anti-tifo dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive. Tutto quello che doveva eliminare la violenza nel mondo del calcio, alla fine è riuscito solo a togliere il colore e gli striscioni dalle Curve e ha reso più difficile comprare un biglietto e più complicato andare in trasferta, allontanando di fatto i tifosi normali dallo stadio. Con questo decreto e con queste norme pensavano di annientarci, di farci sparire, scioglierci, invece la maggior parte dei Gruppi ha resistito, combattuto, quasi nessuno ha mollato. Certo abbiamo dovuto "adattarci", magari cambiare volto, mascherarci, subire divieti e repressione ma alla fine la sostanza dei Gruppi è rimasta la stessa. Chi ha deciso di non chiedere le autorizzazioni per le bandiere e gli striscioni (perché le libertà garantiteci dalla Costituzione non necessitano di autorizzazioni delle forze di polizia), ha trovato nuovi motivi di lotta per affermare i propri diritti e la propria identità. E' grazie a chi in questi due anni ha combattuto il decreto anti-ultras e le norme anti-tifo che oggi in molti (non tutti) stadi sono tornate a sventolare le bandiere, l'insistenza nel portarle comunque, il provarci sempre senza adeguarsi alle norme dell'Osservatorio, alla fine inizia a pagare, anche se la lotta è dura e ancora lunga, mentre purtroppo sono già tanti quelli diffidati per essersi opposti alla repressione. Discorso diverso per gli striscioni, chi non ha voluto chiedere l'autorizzazione (e comunque non è detto che venga concessa) ha dovuto rinunciarci, cambiando forzatamente la propria fisionomia, lasciando le balaustre vuote o riempiendole con piccole pezze. Molti (involontariamente) si sono trovati a seguire la linea "inglese" tracciata dalle Brigate Gialloblu di Verona, che da quando si sono sciolte (1991) hanno abbandonato lo storico striscione in favore di pezze molto più anonime, ma sono solo cambiamenti di facciata. Anche noi, a malincuore, abbiamo dovuto rinunciare al più che trentennale striscione BOYS. Mettiamo solo piccoli striscioni che ricordano i nostri amici che non ci sono più e quelli diffidati, oltre allo Scudo crociato su sfondo blu, che per un paio d'anni (82-84) era stato il "cuore" dello striscione BOYS.
Al Tardini sono tornate tutte le bandiere del Gruppo, anche il "temuto" (per le dimensioni) Super Pippo, dopo un anno intero di discussioni con il responsabile della sicurezza del Tardini, e dopo che le forze dell'ordine hanno capito che non farebbero una bella figura a diffidarci perché sventoliamo una bandiera. Anche in trasferta la morsa si sta allentando, le bandiere con i leoni entrano quasi sempre, mentre a Siena, Vicenza e Grosseto sono entrati pure i bandieroni e a Piacenza anche le strisce di plastica coreografiche. A Parma abbiamo invece le mani legate per realizzare le coreografie che mancano in Curva Nord dall'introduzione delle norme anti-tifo, a parte quella "semplice" fatta all'ultima di campionato contro l'Empoli quando ci salvammo.
La linea dei BOYS è quindi chiara: massimo colore senza chiedere nessuna autorizzazione, lotta senza quartiere alle leggi anti-ultras e alle norme anti-tifo. Nessun voltafaccia, nessun pentimento, nessuna resa, nessun collaborazionismo. Anno nuovo solite battaglie.
Un'iniziativa molto bella è partita da Genova dove gli Ultras Tito sono molti attivi a contestare le norme anti-tifo dell'Osservatorio. Da subito tutti i Gruppi della gradinata Sud (oltre agli UTC ci sono i Fedelissimi, i Fieri Fossato, la ormai ex Riviera ed altri più piccoli) hanno ripiegato gli striscioni rifiutandosi di chiedere l'autorizzazione. Poi hanno convinto la "Federazione dei club" (tipo il coordinamento di Parma, tanto per intenderci) a seguirli in questa protesta, e tutti i club blucerchiati hanno rimosso il loro vessillo: oggi nel campo di Marassi, su tutti e quattro i lati, non c'è più nemmeno una di quelle lunghe stoffe blucerchiate piene di scritte che, fin dai primi anni '70, accompagnavano la Sampdoria quando entrava sul terreno di gioco. Nella partita con il Catania, tutti i Gruppi della Gradinata hanno organizzato una manifestazione a tema, la cui partecipazione è stata molto massiccia. Un corteo dove ogni Gruppo sfilava con il proprio striscione in mano, davanti a tutti i rappresentanti della "federazione" con "Rivogliamo i nostri striscioni". Invitati abbiamo partecipato con entusiasmo portando il nostro BOYS da trasferta, che dal 1977 gira gli stadi d'Italia al seguito del Parma Calcio. Una bellissima iniziativa che serve a dare risalto alle nostre proteste e a mettere in evidenza agli occhi di tutti quanto siano inutili ed assurde queste norme. Invitiamo quindi tutti a sostenere questo genere di iniziative e a schierarsi dalla parte di chi combatte contro questi decreti e queste norme che limitano fortemente il nostro modo di tifare, che ha radici e tradizioni negli anni '70, e che in oramai 40 anni di storia ha affascinato e coinvolto milioni di ragazzi italiani di diverse generazioni, attorno ad un ideale e ad uno stile di vita.
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