Oggi, in occasione della partita con
lEmpoli, i gruppi organizzati della tifoseria del Parma Calcio manifestano il
proprio dissenso nei confronti del decreto governativo contro la violenza negli stadi in
applicazione da alcune settimane.
La formula della protesta sarà la medesima esercitata domenica scorsa nella trasferta di
Verona dai gruppi della Curva (Boys 1977 e Settore Crociato) con ladesione,
stavolta, anche del Centro di Coordinamento dei Parma Clubs.
Oggi, per i primi quindici minuti di gioco, terremo la parte centrale della Nord vuota e
non tiferemo.
Lo stadio Ennio Tardini dovrà sembrare un silenzioso deserto, un contenitore
freddo e asettico, come rischiano di diventare tutti gli impianti sportivi italiani dove
si consuma il gioco del pallone a causa della politica di gestione degli spettatori che si
sta adottando negli ultimi anni, di cui questultimo provvedimento legislativo
rappresenta lapice.
Quando faremo il nostro ingresso sulle gradinate con i canti, i suoni e i colori del tifo,
cercheremo di sprigionarli con maggior impeto del solito, per far meglio comprendere
limportanza, in termini di entusiasmo e di carica emotiva, della partecipazione
popolare allevento calcistico.
La comunità dei tifosi non ne è unabulica e insignificante cornice, ma ne è parte
attiva, una co-protagonista fondamentale, di cui non si può fare a meno. Oltretutto in
questo mondo del pallone siamo gli unici attori che non vi spendono energie per profitto,
ma soltanto per passione.
Stesso comportamento sarà adottato, nel settore riservato agli ospiti, dai sostenitori
dellEmpoli.
Siamo consapevoli che la forma scelta sia forte, perchè potrebbe danneggiare, in quei
primi quindici minuti di gioco, la nostra squadra, ma siamo di fronte a un momento storico
nel quale dobbiamo farci sentire, tutti, per far comprendere ai vertici del calcio e ai
legislatori come la strada da loro intrapresa vada contro i principi di una disciplina
sportiva vissuta serenamente e genuinamente dalla gente che la segue e che vi si
appassiona.
Disposizioni troppe rigide e selettive come queste ultime rischiano di ottenere
leffetto contrario, di far disamorare il popolo dei tifosi, di disincentivarlo e di
scoraggiarlo ad assistere a una partita di calcio e a sostenere la propria squadra del
cuore, in trasferta soprattutto.
Se si vogliono combattere la violenza e gli atti di teppismo i mezzi sono altri.
Contestiamo, in particolare, la normativa che prevede i biglietti nominali e la schedatura
preventiva di ogni tifoso e leccessiva burocratizzazione della relativa procedura.
Oltre a sottolinearne un limite costituzionale, che riduce e circoscrive la libertà
personale, questa direttiva ha originato problemi di ordine pubblico, situazioni di
disagio ed evidenti contraddizioni, ha contribuito (ne siamo convinti) alla scarsa
affluenza negli stadi registrata nelle prime due giornate di campionato e si presta a
essere attuata in modo difforme. Siamo curiosi di constatare, a proposito, se verrà
applicata alla lettera nei confronti di tutte le tifoserie o se, invece, verranno fatte
eccezioni di fronte a circostanze apparentemente incontrollabili.
Ci proponiamo, come gruppi della tifoseria Crociata, di tenere monitorate queste
situazioni, di denunciarle e di preparare al più presto un piccolo dossier che le
dimostri.
La protesta odierna, con quella di Verona di domenica scorsa, è la prima di una serie di
iniziative dimostrative sul tema.
Invitiamo i tifosi della Curva Nord a non occupare la parte
centrale per i primi quindici minuti della partita.
Chiediamo a tutti gli spettatori dello stadio Tardini di collaborare alla
buona riuscita della manifestazione, rimanendo inermi, freddi e distaccati durante questa
dimostrazione, per poi applaudire linizio del tifo.
Quindici minuti senza passione sulle gradinate oggi sono un danno minimo per la nostra
squadra.
Stiamo combattendo perché un domani potrebbe capitare di ritrovarci in poche decine su
quegli spalti e il danno sarebbe maggiore per tutto il calcio, almeno come lo intendiamo
noi, sport genuino e spontaneo, momento di aggregazione sociale. |