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Sistema Calcio? Tutto marcio

17 - 05 - 2006

Chi ci conosce sa che la linea di pensiero del nostro Gruppo è da sempre orientata a combattere il calcio moderno nelle sue varie forme, che siano repressione, televisioni, caro-biglietti. Abbiamo sempre espresso, sia in casa sia in trasferta, la nostra avversione a politiche che stavano e stanno distruggendo il mondo del pallone. Tuttavia, mai ci era capitato di dover commentare fatti che provano incontestabilmente i tanti reati dei potenti del calcio. A Roma, contro la Lazio, abbiamo esposto lo striscione: "...ORA CHE AVETE ROTTO IL GIOCATTOLO... NON DITE CHE NON L'AVEVAMO DETTO...". Una frase semplice, che racchiude in poche parole il nostro pensiero. Mentre in altre curve sono spuntati striscioni ironici, magari legati alla triade "Moggi - Bettega - Giraudo", noi abbiamo voluto chiarire che è tutto il sistema ad essere marcio. Concentrare tutto sulla Juventus è troppo riduttivo. Moggi, Bettega e Giraudo erano, semplicemente, i dirigenti della più ricca società calcistica italiana, la Juventus, all'interno di un sistema completamente corrotto e privo di morale. Quel sistema che s'è perpetuato e consolidato calpestando "legalmente" il buonsenso e i diritti dei tifosi, con norme federali e leggi parlamentari ad hoc.
C'è chi recrimina per torti arbitrali subiti, chi parla di scudetti da ri-assegnare, chi alimenta il polverone per un tornaconto personale. Richieste avanzate da cariatidi del sistema che oggi cercano di prendere le distanze dai loro ex-compagni di merende, nel patetico tentativo di ricostruirsi una verginità irrimediabilmente perduta. Eppure, fino a ieri, sedavano con loro, mangiando nello stesso piatto, intavolando trattative di calcio-mercato, di diritti TV, di SuperLega europea, di spartizione delle poltrone nelle sedi del potere.
Ha scoperto tutto la magistratura. Possibile che la FIGC, la Lega Calcio, l'Associazione Italiana Arbitri e i rappresentati delle società non si siano mai accorti di nulla? Possibile che il potere politico, sempre pronto a legiferare contro i tifosi, non abbia mai avuto sentore di ciò che realmente accadeva in quel mondo che dice di voler tutelare? Cecità? No, omertà. La stessa dei giornalisti che prendevano mazzette per "aggiustare" le moviole, per indirizzare i dibattiti, per difendere il potere, per avere raccomandazioni. Solo noi, Ultras e tifosi, abbiamo denunciato per anni quello che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Senza eccessi di giustizialismo speriamo i colpevoli pagheranno con anni di carcere i loro reati e saranno radiati a vita da qualsiasi incarico. Loro, rei di una moltitudine di crimini, godranno di tutte le tutele previste dalla legge, le stesse che hanno contribuito ad abolire per Ultras e tifosi.
Molti media hanno invitano a non esprimere giudizi prima della conclusione dei processi (che magari dureranno un'infinità di anni). Un atteggiamento molto ipocrita da parte di chi ha salutato trionfalisticamente le leggi speciali contro Ultras e tifosi. Leggi che bandiscono i processi, permettendo agli organi di polizia di condannare i sospettati anche senza prove di colpevolezza. Due pesi e due misure, come sempre; come sempre: a vantaggio dei più potenti e dei più ricchi. Ai media ricordiamo che i processi stabiliscono solo una "verità giudiziaria" che non necessariamente coincide con la verità-realtà. La verità-realtà l'abbiamo già sentita e la conosciamo. Questa volta è anche su nastro.
Se si vogliono realmente cambiare le cose: bisogna cambiare sistema. Rifondare il calcio, su regole certe valide per tutti, senza privilegi per i club metropolitani, garantendo alla FIGC reale autonomia dalla Lega Calcio (la "Confindustria" del pallone), rendendo indipendenti l'Associazione Arbitri, la Covisoc e chi effettua i controlli antidoping (oggi tutti controllati dalla FIGC), evitando che persone siano proprietarie di più di una squadra professionistica, controllando realmente i bilanci delle società, sanzionando chi commette illegalità senza possibilità di condoni, riducendo drasticamente gli ingaggi ai giocatori, incentivando gli investimenti nel settore giovanile. Rifondare il sistema cambiando radicalmente filosofia, abbandonando le politiche volte a massimizzare il profitto nel breve periodo (anticipi, posticipi, dirette tv, orari assurdi) perché suicide a lungo termine (calo della passione, calo di abbonati e spettatori), favorendo progetti lungimiranti, che sviluppino un legame tra squadra, città e sostenitori. Questo mondo è diventato grande grazie alla passione dei suoi tifosi e dei suoi Ultras; senza d'essi non può sopravvivere. Il calcio, senza la nostra passione, senza l'atmosfera genuina che sappiamo creare, è ben poca cosa.
Diciamo queste cose da anni. Qualcuno vuole aspettare ancora?

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