Viviamo in un paese che, almeno
teoricamente, ha sempre esaltato un certo tipo di libertà. Da qualche anno, visto il
crescente potere della tecnologia, sè iniziato a parlare di tutela della
riservatezza, allo scopo di garantire il diritto della persona a non essere
costantemente monitorata. Indipendentemente dalle dichiarazioni di facciata, tutto questo
sta già accadendo. Se qualche categoria, grazie a sponsorizzazioni politiche, è riuscita
ad avere parziali tutele, il discorso cambia per i tifosi. Infatti, i tifosi (non solo gli
Ultras), sono una categoria troppo eterogenea e frazionata (quindi non gestibile) per
ricevere linteresse dei politici, anche quelli generalmente più garantisti. Così,
mentre qualcuno si preoccupa affinché siano tutelati i diritti anche ai criminali più
sanguinari, vengono confezionate leggi speciali per i tifosi, leggi che, de facto, li
discriminano dal resto della popolazione. Una delle novità introdotte con queste leggi è
il cosiddetto biglietto nominale. Per accedere allo stadio, quindi in un luogo
pubblico, non sarà più sufficiente pagare ma si dovrà esibire un documento
didentità, i cui dati saranno riportati sul tagliando medesimo. Così, le forze
dellordine, sapranno immediatamente chi è presente allo stadio. In realtà tutto
questo accadeva già in parte. Basti pensare agli abbonamenti del PARMA Calcio (tutti
nominali e con banda magnetica) che quando inseriti allingresso... registrano nome e
orario dellarrivo. Ecco, dora in poi, tutto questo accadrà anche per chi non
è abbonato. Indipendentemente da tutto il caos organizzativo e pratico che questo
provvedimento rischia di generare, provocando interminabili code ai botteghini, appare
come lesivo del diritto alla riservatezza della persona, che in questo caso può essere
unUltras, un tifoso o anche un semplice spettatore. Giustificare il provvedimento in
oggetto adducendo ragioni investigative è insensato, giacché la procedura da seguire non
segue un reato ma ne precede uno ipotetico, che quindi potrebbe anche non verificarsi.
Spiegarlo come provvedimento demergenza è poco realistico, perché non ci sono
stati fatti di particolare gravità che possano giustificarlo. Non solo, ma anche in
conseguenza a fatti particolarmente gravi sarebbe necessario chiedersi dovè il
confine tra stato di diritto ed esigenze di polizia. Se questo confine si pensa che non ci
sia o si pensa che si possa progressivamente spostarlo, si abbia almeno il coraggio di
dire che lo stato di diritto, semmai è esistito, ha ceduto definitivamente il passo a
quello di polizia.
Qualche benpensante potrebbe pensare che stiamo esagerando. Eppure noi abbiamo visto i
mezzi dinformazione inventarsi notizie e pericoli, lopinione pubblica plagiata
e i politici promulgare leggi che violano apertamente le libertà della persona. Cè
sicuramente di che preoccuparsi! Quando sè pronti a sacrificare le proprie e altrui
libertà simbocca una strada pericolosa. Oggi si calpestano i diritti di chi va allo
stadio. E domani? |