Domenica pomeriggio (16 Ottobre) allo
stadio Del Duca di Ascoli, una donna di 57 anni di Fano (tifosa sampdoriana) è stata
ferita dalle schegge di un razzo, lanciato dalla curva di casa, che dopo aver percorso
tutto il campo è esploso nel settore opposto.
Un gesto sciagurato, che poteva avere ben più gravi conseguenze. La tifosa doriana ha
riportato un lieve trauma cranico e una ferita lacero-contusa alla fronte.
Subito dopo il fatto, molto prima che FIGC e organi di polizia iniziassero il loro
teatrino mediatico, gli stessi Ultras e tifosi ascolani inferociti tentavano di
rintracciare colpevole, dimostrano con i fatti che il gesto insensato era opera di un
singolo, in aperto contrasto con la volontà e la mentalità di chi vive veramente la
curva.
In serata, un sedicenne, accompagnato da un legale e dai genitori, sè recato
spontaneamente in questura, confessando daver lanciato il razzo. Era entrato allo
stadio a fine partita, senza biglietto e senza alcun controllo da parte delle forze
dellordine. Ma come? Ultras e tifosi non solo devono acquistare il biglietto ma
devono sottoporsi a schedatura preventiva (biglietto nominale), devono varcare
tornelli e assoggettarsi ad accurate e scrupolose perquisizione preventive, per poi essere
filmati costantemente per tutto il tempo di permanenza. Chi non è Ultras o tifoso, ma
viceversa va allo stadio con razzi esplosivi... può invece entrare gratuitamente, senza
essere schedato e perquisito? Sè vietato lutilizzo dei fumogeni (materiale
pirotecnico non esplosivo per uso coreografico) e si lasciano entrare razzi esplosivi? Al
di là delle responsabilità del ragazzo reo-confesso, crediamo in questa vicenda ci siano
anche altre responsabilità, di chi, ieri, al Del Duca di Ascoli, sè preoccupato di
controllare solo Ultras e tifosi, dando libero accesso a tutti gli altri.
Alla tifosa blucerchiata ferita vanno i nostri auguri più sinceri di pronta guarigione,
sentimento condiviso da tutti gli Ultras e da tutti i tifosi italiani. |