Lintroduzione della nuova legge per
combattere la violenza negli stadi dimostra, ancora una volta, lincapacità di
attuare una seria politica idonea a risolvere la questione.
Si è ben pensato di evitare qualsiasi percorso, certamente più complesso, di strategia
della prevenzione per cadere nuovamente nellerrore di proporre ed approvare leggi
speciali, il cui risultato è sempre stato (storicamente) quello di porre un
argine soltanto provvisorio e mai risolutivo al problema.
Un palliativo, pompato da campagne mediatiche ad hoc, per fronteggiare contingenze legate
a singoli episodi di violenza.
Un sonnifero per zittire lallarme sociale che scaturisce, di volta in volta, a
seguito della maniacale proposizione di determinati episodi in Tv.
Non è con la repressione che si risolvono i problemi dentro e fuori dagli stadi.
Le leggi speciali non hanno mai apportato alcun miglioramento.
È ormai chiaro il risultato a cui porteranno questi progetti legislativi:
eliminare la parte scomoda del sistema calcio poco propenso, ormai sopraffatto dal
business e dal capitale, a tutelare i tifosi.
Lo stadio, tra laltro, è oramai diventato una palestra per la
sperimentazione di tecniche di ordine pubblico sempre meno indirizzate alla
prevenzione e sempre più manovrate verso comportamenti repressivi da parte delle forze
dellordine.
È necessario, pertanto, proporre ed attuare nuove forme di proposta e protesta
finalizzate a richiedere ed ottenere nuove leggi che tutelino i diritti dei tifosi sempre
più sottoposti a forme di sopruso, dettate da unapplicazione discrezionale (ma
purtroppo consentita
) della nuova normativa.
Non si chiede limpunità.
Si chiede che provvedimenti restrittivi della libertà personale e di movimento (diffida),
libertà tutelate dalla Costituzione, siano emesse soltanto in presenza di presupposti
tassativamente previsti dalla legge e non lasciati alla completa discrezionalità dei
Questori.
Si chiede, altresì, che il tifoso che commette reati sia giudicato alla stessa maniera di
qualsiasi cittadino italiano e non sulla base di norme speciali, che limitano e
differenziano la tutela processuale e personale.
Ecco perché Movimento Ultras decide di proporsi quale soggetto attivo e propulsivo al
fine di incidere sulle decisioni future che riguarderanno tutti i tifosi ma anche tutti i
cittadini.
Questo perché le leggi speciali vengono applicate solo in determinate circostanze ma
possono anche introdurre pericolosi principi che rischiano, sussistendone i presupposti,
di diventare leggi ordinarie incidendo, pertanto, sulla libertà personale di tutti.
* Abolizione dellarresto in flagranza differita
- Chiedere labolizione della norma che prevede larresto entro 36 ore dai fatti
è, e deve essere, un punto fermo dal quale non si può prescindere.
- E una norma anticostituzionale (circostanza evidenziata anche in un documento
dellUnione Camere Penali), perché viola i principi basilari della libertà
personale ed i limiti posti dallart. 13 della Costituzione; consente, inoltre, di
applicare misure coercitive che vanno al di fuori dei limiti previsti nel Codice di
Procedura Penale (art. 274 e art. 280).
- Applicata anche per reati non proporzionati alla gravità del provvedimento e nei
confronti di persone il più delle volte assolutamete incensurate che possono trovarsi in
galera per reati di lievissima entità e per un singolo episodio di minima entità.
- La sua applicazione indiscriminata ha causato tantissimi errori di persona provocati
dalla necessità temporale di provvedere allarresto entro 36 ore e
causati da visioni frettolose delle immagini attraverso le quali si vorrebbe focalizzare
la flagranza.
* Maggiori possibilità di difesa per gli imputati di reati da
stadio.
* Diffida legata ad una condanna, non a semplici provvedimenti preventivi.
- Il controllo del Giudice in sede di convalida della diffida devessere un controllo
non soltanto di legittimità, ma anche di merito (indizi di colpevolezza, pericolosità
sociale, necessità e urgenza ecc.).
- La convalida va estesa, inoltre, anche alle diffide senza obbligo di firma eliminando,
conseguentemente, la competenza dei Tribunali amministrativi.
- E necessario, inoltre, avere la possibilità di consentire il ricorso avverso la
convalida del G.I.P. anche in Appello e non soltanto in Cassazione come previsto
dallattuale normativa. Paradossalmente la diffida con obbligo di firma, sottoposta
alla convalida del giudice perché incidente sulla libertà personale, ha un grado di
giudizio in meno rispetto alla diffida normale che segue la strada del
giudizio amministrativo.
- Il Questore può proporre la misura della diffida, ma deve essere sempre il
Giudice a determinarla ed a convalidarla, anche nella durata, valutando il quadro
indiziario, la gravità del fatto, la personalità dellindividuo e lassoluta
necessità ed urgenza di applicare tale provvedimento.
- In ogni caso sarebbe opportuno applicare il provvedimento di diffida, con o senza firma,
soltanto a seguito di una condanna definitiva. Ciò per porre un argine ai sempre più
frequenti casi di soggetti che, dopo aver scontato la diffida, vengono assolti.
* Obbligo di firma: limitazione del numero di firme, specie se
la partita è in trasferta, e semplificazione delle prassi di firma fuori dal proprio
commissariato di riferimento.
- Richiesta di un obbligo più dettagliato delle prescrizioni così come previsto dalla
legge. Nonostante, infatti, la normativa preveda, tassativamente ed a pena di nullità,
che le prescrizioni debbano essere descritte in maniera chiara e dettagliata, si assiste,
sempre più spesso, allemissione di provvedimenti assolutamente generici che possono
dare adito a fraintendimenti soprattutto relativamente al numero di firme da apporre
presso le Questure e ad i luoghi inibiti.
- In ogni caso, e comunque, sarebbe opportuno rendere meno vessatorio lobbligo di
presentazione presso gli uffici di polizia, soprattutto quando le squadre giocano in
trasferta.
- Altra questione facilmente risolvibile (soprattutto con un po di buon senso) è
quella che riguarda la possibilità di apporre la firma presso commissariati o caserme
diverse da quella di riferimento; normalmente basta avvisare per tempo gli uffici presso i
quali ci si presenta solitamente, per conoscere lufficio presso il quale ci si può
recare la domenica qualora si dovessero avere degli impegni fuori sede (es.
lavoro, matrimoni, vacanze ecc.)
* Fumogeni e altri oggetti pirotecnici - eliminazione delle
nuove sanzioni per introduzione e utilizzo.
- Anche la norma che sanziona con larresto (e la conseguente diffida) il semplice
possesso di un fumogeno è assolutamente eccessiva e inidonea a risolvere il problema
della violenza negli stadi. Il fumogeno è stato da sempre una caratteristica
folcloristica appartenente al dna del tifoso. Punire il semplice possesso del fumogeno
(tra laltro solo allinterno e non anche allesterno degli impianti
sportivi) significa, ancora una volta, penalizzare la parte più sana del tifo. Il
possesso del fumogeno può essere perseguito esclusivamente quando costituisce pericolo
per lincolumità pubblica, o viene usato in maniera impropria, sia dentro che fuori
dallo stadio. Prima dellintroduzione di questa nuova norma la Cassazione aveva già
sancito il principio della punibilità o anche della possibilità di sanzionare con la
diffida il possesso del fumogeno, solo in caso di un suo uso improprio o pericoloso
(lancio).
Del resto il codice penale contiene una norma che punisce il lancio di oggetti pericolosi:
non vi è, pertanto, alcuna necessità di introdurre leggi speciali quando basta applicare
norme già esistenti.
* Abolizione del divieto di vendita dei biglietti del settore
ospiti nel giorno della partita.
* Limitazione e regolamentazione delle identificazioni preventive con supporto fotografico
da parte delle autorità prima di partire per trasferta.
* Limitazione delle restrizioni alla libertà di movimento e di transito spesso applicate,
sia durante il viaggio, sia allo stadio prima e dopo lincontro.
* Introduzione di criteri certi che limitino larbitrarietà nel controllo del
materiale coreografico ed i frequenti sequestri indebiti.
* Diminuzione della militarizzazione degli stadi: presenza più discreta e meno invasiva
delle forze dellordine in occasione delle partite.
* Reintroduzione dei treni speciali.
- Abolizione del divieto di vendita dei biglietti il giorno della partita per le tifoserie
ospiti: la norma, soprattutto nelle categorie inferiori, non ha alcun senso pratico ed in
alcuni casi può, addirittura, favorire gli incidenti. Si può, infatti, favorire la
creazione, anche spontanea e relativa ad una sola partita, di gruppi
clandestini. Si possono, inoltre, creare pericolose commistioni tra tifosi di
squadre diverse in uno stesso settore (è già accaduto ad es. in Milan-Lecce,
Brescia-Palermo di Coppa Italia, Verona-Napoli, Acireale-Catanzaro). La norma, del resto,
prevede soltanto il divieto della vendita dei biglietti del settore ospiti il
giorno della partita. La Polizia, pertanto, potrebbe, in astratto, rimandare a casa solo
coloro che si presentano sotto il settore ospiti senza biglietto (ma, molte volte viene
consentito lingresso con biglietti di altri settori acquistati in giornata
).
Non può (sempre in astratto
) mandare indietro coloro i quali manifestino la
volontà di voler assistere allincontro dalla Tribuna (acquistando regolarmente il
biglietto in loco), o da un altro settore. Allo stesso modo, non si può costringere
nessuno ad abbandonare la città ospitante se si volesse manifestare la volontà di voler
visitare la città come semplici turisti senza assistere alla partita (è già accaduto in
Sora-Foggia e in Palermo-Roma di Coppa Italia). In ogni caso ci si renderà conto
dellinutilità della norma quando si tratta di incontri seguiti da poche decine di
tifosi ospiti. Come primo passo si potrebbe proporre, ad esempio, di attuare la norma solo
in occasioni particolari.
Si fa presente, comunque, che su tale argomento solo impropriamente si parla di norma
trattandosi, infatti, di una disposizione del Ministero e non di una legge.
- Abolizione delle partite a porte chiuse, sia come misura preventiva,
sia come misura punitiva. Anche tale norma, sul piano pratico si appalesa assolutamente
inutile. Leffetto prodotto finora dalla sua applicazione è stato soltanto di
risalto a livello mediatico, ma non certamente quello risolutivo o parzialmente
risolutivo. Lunico effetto tangibile è stato (o sarà), purtroppo, quello di
penalizzare intere tifoserie (in particolare abbonati) che avranno o hanno avuto, magari,
la sola colpa di avere uno stadio non a norma di legge e non idoneo (secondo la
discrezionalità del Prefetto) allincontro di turno. Lo stesso principio, e cioè
quello della punizione generalizzata, anche quando applicato per sanzionare incidenti o,
peggio, cori o striscioni non graditi, manifesta palesemente lincapacità a dare una
soluzione seria e razionale ai problemi, rispondendo con soluzioni ad effetto che
penalizzano, è bene ripeterlo, intere tifoserie.
- Pretesa di avere, come interlocutori, funzionari di polizia preparati
e competenti in materia di ordine pubblico. Presenza meno invasiva delle forze
dellordine e quindi diminuzione numerica con conseguente presenza qualitativa. Molte
volte, infatti, sorgono diverse incomprensioni tra tifoserie e forze
dellordine dovute non sempre allesuberanza o allatteggiamento dei tifosi
ma, spesso, anche causate da atteggiamenti poco professionali (intendendo con questo
termine anche semplici prese di posizione) da parte di alcuni funzionari
addetti allordine pubblico i quali, specie nelle città di provincia, ritengono
spesso che la mediazione dialettica sia meno efficace delle manganellate. È necessario,
pertanto, avere come interlocutori personale responsabile, preparato e professionale, vero
conoscitore di alcuni meccanismi che in determinate situazioni possono scattare
allinterno dei gruppi di tifosi ed agire così in maniera proporzionata evitando, al
contempo, reazioni a catena. Conseguenza diretta sarebbe certamente una diminuzione
esponenziale degli scontri tra tifosi e polizia che, negli ultimi anni, sono numericamente
superiori agli scontri tra tifosi. Altra conseguenza sarebbe una presenza meno invasiva
delle forze dellordine e, conseguentemente, un atteggiamento differente da parte
delle tifoserie nei confronti delle forze dellordine stesse. Tale
progetto potrebbe, in futuro, rendere numericamente inferiore la presenza
della polizia negli stadi con conseguente diminuzione dei costi per lordine
pubblico.
- Introduzione di un codice identificativo sia sulla divisa, che sul
casco delle forze dellordine, come già avviene in molti altri paesi dEuropa.
Anche questa proposta può avere da subito i suoi effetti positivi. Dà maggiore certezza
al tifoso (ma, in questo caso la darebbe a qualsiasi cittadino) di trovarsi di fronte un
interlocutore certo e facilmente identificabile anche in situazioni di caos.
Allo stesso tempo, costituirebbe una remora per coloro i quali, sempre più spesso (vedi
processi a carico di poliziotti ed inchieste interne in molte questure), commettono abusi
senza poter essere individuati (es. cariche senza aver ricevuto
lordine). Sarebbe, del resto, una disposizione che ci allineerebbe con la maggior
parte dei paesi europei.
- Reintroduzione dei treni speciali, contrattando con Trenitalia le
condizioni e le modalità economiche. Gli episodi di violenza sono aumentati anche da
quando si è deciso di abolire i treni speciali. Tale disposizione, tuttavia, ha avuto
unapplicazione parziale nel senso che alcune tifoserie riescono comunque ad ottenere
dei treni straordinari (es. Milan) mentre altre (es. Reggio Calabria e siciliane) sono
riuscite a contrattare dei prezzi standard con Trenitalia. La regola, tuttavia, è quella
del divieto. Le conseguenze sono state, tra laltro, quella di favorire gli
incontri tra tifoserie in luoghi lontani dagli stadi (specie autogrill) e la
frammentazione dei gruppi di tifosi che, viaggiando magari sui treni ordinari, giungono a
destinazione con mezzi diversi (auto, bus, treni) rendendo più difficoltosa la gestione
dellordine pubblico. Ultimamente, anche i sindacati di polizia si sono espressi a
favore della reintroduzione dei treni speciali.
- Limitazione alle restrizioni in materia di libertà di movimento
applicate durante le trasferte. Questo problema ha causato uno dei maggiori elementi di
attrito tra tifosi e forze dellordine. I controlli asfissianti operati nel corso
delle trasferte nei confronti dei soliti gruppi (mentre il resto della
tifoseria è libera di viaggiare senza alcuna restrizione) ha incrinato il già difficile
rapporto tra le parti in causa. Sempre più spesso, per non dire sistematicamente, i
gruppi organizzati vengono sottoposti, sia alla partenza che allarrivo, a riprese
filmate e fotografiche, a continue perquisizioni, a sequestri di materiale coreografico,
nonché costretti a rimanere sui mezzi di trasporto senza la possibilità di poter
usufruire di fermate allautogrill anche solo per luso dei servizi igienici
(stesso discorso se lo spostamento avviene in treno). Tali misure vengono senzaltro
vissute in maniera esasperante dai tifosi e, purtroppo, molte volte, tale esasperazione
sfocia in episodi di violenza. Di contro il resto della tifoseria, magari migliaia di
persone, durante i loro spostamenti non subiscono alcun controllo. Si evidenzia questa
circostanza per segnalare che tali modalità possono, anchesse, favorire gli
spostamenti di gruppi clandestini che non intendono ulteriormente sottoporsi a
tale tipo di vessazioni. La soluzione del problema, con indicazioni precise e meno
oppressive sulle misure da adottare in questi casi, sarebbe anche una buona occasione per
rasserenare gli animi da entrambe le parti.
- Stesse modalità, andrebbero operate, con direttive più precise da
parte del Ministero, anche nellindicazione dei criteri da adottare durante i
controlli dellintroduzione del materiale coreografico. Anche in questo caso si
assiste molto spesso a sequestri assolutamente arbitrari (eclatante il caso di Livorno
dove sono state sequestrate delle cassette che servivano per la raccolta di fondi in
favore di una ragazza gravemente malata), che hanno come unico risultato quello di
esacerbare gli animi e, anche in questo caso, di peggiorare i rapporti tra le tifoserie e
le locali questure.
* Introduzione di misure di carattere sociale oltre a quelle
repressive: es. mediazione del conflitto, dialogo/comunicazione tra mondo istituzionale e
tifo organizzato non solo repressione.
- Sensibilizzazione anche dellopinione pubblica sul discorso preventivo perché si
parli sempre più di prevenzione e non di repressione. Da tutto quanto sopra illustrato,
appare chiara lesigenza di operare sempre più politiche preventive che coinvolgano
tutta lopinione pubblica (quella sportiva in particolare) attraverso nuove forme di
dialogo e comunicazione tra le parti sociali in causa, nonché tra parti sociali e mondo
istituzionale sempre più distante da problematiche quali quelle della vita da
stadio (per una volta ci si consenta di eliminare il termine violenza negli stadi,
sempre più strumentalizzato).
* Modifiche strutturali agli impianti, incrementando la
sicurezza e la comodità agli ingressi ad esempio, fornendo di bagni per tutti i settori
ospiti, introducendo separazioni meno mortificanti tra i settori (gabbie), eliminando i
fossati.
* Opposizione ai biglietti nominativi ed ai posti a sedere per i settori popolari degli
stadi.
* Apertura allintroduzione degli stewards allinterno degli stadi, ma come
maschere e accompagnatori, non con compiti di polizia.
- Verifica delle strutture degli impianti sportivi soprattutto nelle categorie minori,
dove in alcuni casi non sono applicate le più basilari norme di sicurezza. Anziché
concepire nuovi stadi sempre più a misura di business e sempre meno a misura di tifoso,
occorrerebbe mettere in sicurezza (anche minima) gli impianti già esistenti. Se, infatti,
nelle grandi città, o comunque in città dove ciò è possibile, si è risolto o si pensa
di risolvere il problema attraverso la costruzione di nuovi impianti, magari dotati di
centro commerciale (e quindi dotati di moderni sistemi di sicurezza
), la maggior
parte degli stadi italiani, quelli delle categorie minori e/o dilettantistiche, continuano
ad essere pericolosi. Non bisogna aspettare la tragedia di turno per porsi il
problema
- È necessario, pertanto ed a breve, investire per la creazione di strutture più sicure.
Intanto:
1. abolire i fossati e le recinzioni con punte metalliche e/o filo spinato, perché
inutili e pericolose;
2. modificare strutturalmente i settori ospiti, per renderli più vivibili (abolizione
delle gabbie e disponibilità di bagni e di servizi di ristoro);
3. creare uscite di sicurezza funzionanti e funzionali;
sono misure primarie da attuare immediatamente per avere stadi ad un livelli minimo di
sicurezza.
- Contrari allutilizzo di stewards, allinterno delle curve, specie se con
compiti di polizia. Di fatto, è anche vero che in molte strutture specialmente del nord
italia gli stewards sono una realtà. Tuttavia si segnala il pericolo per
alcune situazioni spiacevoli che potrebbero verificarsi qualora venissero utilizzati con
funzioni di polizia o di scorta alle tifoserie ospiti. Inoltre, in alcune realtà
(specialmente del sud italia) la gestione di un servizio stewards potrebbe essere
utilizzato assumendo elementi della delinquenza locale (e, ad esempio, come è già
successo, essere utilizzati per avvicinare le tifoserie in caso di contestazioni
alle società
). Per questi motivi si esprime un parere sostanzialmente contrario
allintroduzione di tale servizio.
- Contrari ai biglietti nominativi ed ai posti a sedere per i settori popolari degli
stadi. Tale misura non serve a dare maggiore sicurezza agli impianti e favorisce, anzi, la
disgregazione dei gruppi e lo spontaneismo tipico delle curve. Impedirebbe, ad esempio a
tante compagnie di amici di ritrovarsi nello stesso settore. Ha una funzione altamente
desocializzante perché costringerebbe tutti i tifosi a stare seduti nel posto loro
assegnato addirittura nominativamente (in caso di scontri in quel settore spostarsi dal
posto assegnato, magari per darsi alla fuga, significherebbe automaticamente essere
indagati?).
* Creazione di un coordinamento legale nazionale
- Creazione di una lista di avvocati a disposizione di Movimento Ultras su tutto il
territorio, in modo da poter intervenire sulle immediate necessità in merito ad arresti,
ma anche per consulenza (assolutamente gratuita!) sulle singole situazioni personali. Al
momento esiste la disponibilità dei seguenti avvocati: Giovanni Adami del Foro di Udine
(347-7146292), Francesca Curi del Foro di Bologna, Alessio Spadafora del Foro di Catanzaro
(339-2266406, 0961-794622). |