- INTRODUZIONE REGOLE UEFA E
ORGANI DI CONTROLLO SUI BILANCI IN ATTIVO
Ci riferiamo al patentino UEFA, che dovrebbe essere introdotto
da giugno 2004 per le società impegnate nelle coppe europee, ma che auspichiamo venga
introdotto anche nel campionato italiano dalla prossima stagione. Esplicito riferimento
viene fatto allart. 52bis delle norme federali (NOIF), che induce lobbligo, ma
solamente per le società di serie A. Chiediamo che tali parametri vengano estesi anche
alle categorie inferiori professionistiche.
Le società dovranno rispettare un criterio generale: non avere debiti: con i propri
dipendenti, inclusi oneri sociali e previdenziali; con altri club (anche stranieri) dovuti
alle spese di mercato; con il fisco (attualmente oltre 500 milioni di euro). I bilanci
dovranno essere certificati tramite due commissioni di licenze entro il 31 maggio quando
la FIGC invierà allUEFA la lista delle società che hanno ottenuto la licenza.
Chiediamo però che le commissioni godano di un reale potere di indagine, finora
inesistente. Pubblichiamo uno schema riassuntivo dei debiti che le società di serie A
hanno contratto nelle ultime due stagioni agonistiche (i dati sono in mln di euro).

Per ovviare al problema degli aggiustamenti del bilancio
attraverso gonfiati ammortamenti da cessione, consideriamo fondante leliminazione
di tale voce dai bilanci societari e auspichiamo la creazione di un organo autonomo
(come viene dettagliatamente spiegato nel paragrafo riguardante lautonomia
Co.Vi.Soc) che possa indagare sulle plusvalenze dei giocatori e le intese tra le società
e gli sponsor e le tv.
- RAPPORTO FATTURATO/COSTO DEL LAVORO ATTORNO AL 50%
Riportiamo qui una tabella pubblicata il 18/07/2002 sul Sole 24
ore riguardante lincidenza degli stipendi sul fatturato lordo delle società
di serie A e B nella stagione 2000/2001.

Nessuna squadra fatturava il doppio di quanto pagava per gli stipendi,
5 squadre addirittura spendevano più di quanto guadagnato.
Anche se è in atto un generale ridimensionamento degli stipendi (si parla del 10% sul
totale della serie A), che è sicuramente la strada da seguire per evitare la bancarotta,
è necessario che si verifichi uninversione di tendenza rapida e globale.
- RIAPPLICAZIONE DELLA NORMA RIGUARDANTE LA PERCENTUALE DEL
FATTURATO DESTINATO AL SETTORE GIOVANILE
Questa norma è stata modificata dallarticolo 4 legge del 586/96
con la seguente disposizione: Latto costitutivo deve prevedere che una quota
parte degli utili, non inferiore al 10%, sia destinata a scuole giovanili di addestramento
e formazione tecnico-sportiva.
Non chiediamo che il pianeta calcio segua solo scopi ludico-sportivi, nemmeno che venga
reintrodotto larticolo 10 della legge del 1981, dove si prevedeva il totale
reinvestimento degli utili, certo però una cifra del 10% come quella attuale è
sicuramente improponibile.
- CREAZIONE DI UNA NORMA CHE DESTINI UNA PARTE DEGLI INCASSI AD
ATTIVITÀ VOLTE A SVILUPPARE UN LEGAME TRA LA SQUADRA E LA CITTA E TRA CITTA E
TIFOSI O ALLA LOTTA AL DOPING ED ALLA RICERCA SULLE MALATTIE AD ESSO COLLEGATE (MORBO DI
GEHRIG)
Premesso che non esiste ancora ufficialmente alcuna connessione tra
doping e SLA (conosciuta anche come morbo di Gehrig), si ritiene però che i 34 casi
riscontrati fino ad oggi tra ex calciatori professionisti esprimano un dato troppo alto,
se si pensa che in base allincidenza sulla popolazione in generale dovrebbe
attestarsi per i calciatori ad una media di 0.3 casi, cioè praticamente nessuno (Fonte
Panorama del 16/02/2004 con riferimento Ansa).
- INTRODUZIONE DEL CONTRATTO COLLETTIVO PER LA PAY TV E
RIDEFINIZIONE DELLA MUTUALITA
Attualmente la soggettività della contrattazione dei diritti
televisivi per le società professionistiche è garantita da una legge
dellantitrust, che nel 1999 diede ragione a Sensi, Presidente della Roma, che fu il
primo a contrattare soggettivamente i diritti della propria squadra, imitato poco dopo da
tutti gli altri. Noi chiediamo la revoca di questo decreto e proponiamo
lintroduzione del merito sportivo nella ripartizione delle entrate della PAY-TV,
come avviene per la Champions League, cioè una gestione centralizzata dei diritti tv e
una remunerazione proporzionale al risultato della partita giocata sul campo.
Oggi in serie A si adotta in pratica un criterio economico tramite una gestione
individuale dei contratti televisivi, criterio che permette ai grandi club di accaparrarsi
la maggior parte dei diritti televisivi (4 club coprono oltre il 50 %) mentre le piccole
squadre sono costrette ad accontentarsi di un 25 %. Questo criterio, rispondendo a criteri
puramente economici, non permette di premiare chi magari sul campo ottenga dei risultati
importanti. Questo porta le piccole squadre a partire sempre con un handicap di partenza,
handicap che non potrai mai essere colmato.
In Inghilterra si è optato per una distribuzione dei diritti tv che si avvicina di più
al criterio sportivo. Si applica una quota fissa uguale per tutti e 20 i club (il 47%),
una quota connessa allo stadio (26,5%) e una quota di premio di merito (26,5). Questo
porta alla seguente suddivisione: le prime quattro squadre si accaparrano il 27,6% (non il
52% come in Italia), le tre successive il 17% (non il 23%) e le restanti il 55% (non il
24% della serie A).
Visto il futuro ridimensionamento dei diritti televisivi diventerà importante saper
scegliere il criterio di ripartizione per due motivi principali: garantire un equilibrio
economico e riportare un buon livello di qualità nelle competizioni calcistiche. Si deve
trovare una soluzione di compromesso che garantisca una buona base a tutti. Uno squilibrio
come quello della attuale serie A non è più ammissibile perché le piccole squadre
devono poter essere competitive per il bene di tutto il sistema calcio. Le grandi squadre
debbono rendersi conto che da sole non creano nulla. Il divario creatosi tra i grandi club
e le piccole squadre è pericoloso e la mutualità prevista ora non porta da nessuna
parte, se non al fallimento dei piccoli club, che per stare al passo delle grandi squadre
passano pericolosamente il limite.
Purtroppo tre club (non a caso quelli con più seguito) hanno da poche settimane rinnovato
il contratto soggettivamente. Questo probabilmente aiuterà i tre club ad ambire a
prestigiosi traguardi internazionali, ma sicuramente creerà disparità ancora maggiori
nel campionato nazionale, rendendolo sicuramente ancora meno interessante e competitivo.
Da segnalare il palese conflitto di interessi che si è creato per Galliani:
amministratore delegato del Milan e nel contempo presidente di turno della Lega Calcio, e
per Tronchetti Provera: manager dellInter e detentore del 30% del pacchetto
azionario Sky.
Premesso che un buon funzionamento del sistema calcio professionistico
di serie A e B implica di riflesso una migliore gestione e valorizzazione delle categorie
inferiori, di importanza vitale risulta però ugualmente la mutualità verso queste
categorie. Proposte:
- obbligo, per una società di serie A e B, di effettuare una amichevole settimanale
(quando non impegnata in turni infrasettimanali) gratuitamente con una società di
categoria inferiore;
- parte della tassa della Lodo Petrucci dovrà essere riservata alle categorie
inferiori e non solo al fondo di garanzia dei calciatori (cassintegrati o disoccupati);
- agevolazioni per prestiti di calciatori dalle società ad altre di categorie inferiori;
- maggiore rilevanza mediatica dei campionati inferiori, attraverso una sensibilizzazione
delle televisioni pubbliche con servizi e approfondimenti sugli avvenimenti;
CAMBIAMO LE REGOLE
- AUTONOMIA REALE E DIVISIONE DEI RUOLI
Relegata in un angolo e privata dei suoi poteri di controllo più
incisivi, alla Covisoc è rimasto il compito di sorvegliare la gestione
economico-finanziaria delle società di calcio professionistiche, al fine di garantire il
regolare svolgimento dei campionati (art. 80 norme federali NOIF).
Le verifiche periodiche vengono svolte sulla base dei bilanci annuali e delle relazioni
trimestrali presentate dai club. Lefficacia dei controlli dipende però dalla loro
tempestività. Serve a poco accertare casi di dissesto, quando il processo di rovina è
già iniziato.
Le società di calcio sono obbligate a consegnare i bilanci alla Covisoc, ma solo entro un
mese dallapprovazione. Le società di calcio chiudono i loro conti annuali alla fine
di giugno, le assemblee per lapprovazione possono essere convocate entro i tre mesi
successivi, con la possibilità di sforare anche di trenta giorni.
Quindi facendo un po di calcoli i bilanci alla Covisoc possono arrivare anche a
novembre. Oltretutto una volta ricevuti i bilanci la commissione di vigilanza non ha
nessun potere di indagine ulteriore. Deve accettare i dati che le vengono presentati.
Cè da considerare che larticolo 4 del Regolamento della Lega calcio imponeva
invece ai club la presentazione di un preventivo di gestione allatto
delliscrizione al campionato. Questa norma poteva servire da argine, anche se
debole, alle acrobazie finanziarie dei presidenti. Anche questi controlli sono stati
cancellati.
Lesame dei conti ha un solo scopo: verificare il rispetto del parametro di uno a tre
tra debiti e ricavi delle squadre: anche questo si vorrebbe cancellare, su pressione
soprattutto dei club minori. Le norme federali affermano che possono iscriversi al
campionato solo i club che ogni anno incassano il triplo di quanto devono alle banche e ad
altri creditori. Ed è proprio la Covisoc che, attraverso lesame di bilanci e
relazioni trimestrali, dovrebbe vigilare sul rispetto di questa regola.
Nel caso in cui una squadra non rispetti questi parametri deve trovare nuove risorse
finanziarie entro il luglio precedente linizio di campionato. Puntualmente ogni anno
tra giugno e luglio cè sempre qualche squadra che non rispetta i parametri sopra
citati e alla fine tutto si aggiusta, quasi sempre grazie con un aumento di capitale, che
però non avviene immediatamente. A garanzia del futuro aumento cè sempre una
fideiussione, o da parte del presidente stesso (impegnando quindi il suo capitale
personale), o da parte di una banca, o di una compagnia di assicurazione che si impegna a
garantire per la squadra fino a quando laumento di capitale non sarà effettivamente
portato a termine.
Con questa manovra una società di calcio può iniziare tranquillamente il campionato pur
non rispettando i criteri richiesti, a testimonianza del fatto che le poche regole
esistenti vengono sempre in qualche modo raggirate.
La federazione avrebbe anche altri strumenti come quello di mettere sotto tutela i club
con i bilanci in bilico, cioè la possibilità di inserire una squadra in difficoltà
economiche nella cosiddetta fascia B. Questo comporta che la squadra è obbligata a
concludere la campagna trasferimenti con un saldo non negativo.
Ma anche qui si possono effettuare delle manovre che consentono di evitare la fascia B.
E sufficiente infatti che due presidenti si mettano daccordo tra di loro per
uno scambio di giocatori così da creare la plusvalenza, che riporta la squadra entro i
limiti imposti dalla commissione di vigilanza.
Questo può accadere perché non esistono parametri oggettivi per determinare il valore di
un calciatore, di conseguenza il prezzo di un cartellino può essere creato ad hoc per
ottenere la plusvalenza necessaria. Per questo crediamo che la Covisoc dovrebbe
indagare sui questi comportamenti illeciti in modo capillare, fermando e cancellando i
trasferimenti che hanno questi scopi.
Chiediamo quindi un reale potere di indagine della Co.Vi.Soc, non un semplice
potere propositivo, che deve essere successivamente attuato dalla federazione (sempre art.
80 NOIF); deve essere quindi autonoma e slegata da tutti i gruppi di interesse del
mondo del calcio, quindi un emendamento allarticolo 81 comma 2 delle norme federali
che preveda non una proposta, bensì un tangibile potere sanzionatorio
dellorganizzazione stessa. Autonomia e indipendenza anche per gli arbitri, che
devono inoltre essere riconosciuti come professionisti. Gli stessi principi devono
ispirare anche lorganizzazione del controllo antidoping, che deve essere
continuamente aggiornato, autonomo ed effettuare controlli a sorpresa anche nei periodi di
pausa del campionato anche attraverso controlli incrociati sangue-urine.
- NON CAMBIARE REGOLE IN CORSO
Nel D.L. 485 del 20 settembre 1996, conosciuto come decreto
spalmaperdite, le società appartenenti a Federazioni Sportive, che abbiano
introdotto nei rispettivi ordinamenti il settore professionistico in epoca successiva alla
data di entrata in vigore della presente legge, oltre che avvalersi della facoltà
prevista dal 2° comma, possono provvedere ad un ammortamento delle immobilizzazioni,
iscritte in sede di trasformazione, o di prima applicazione del vincolo di cui al primo
comma, entro un periodo non superiore a 3 anni, a decorrere dalla data del 15 maggio 1996.
Così si è voluto risolvere in modo non drastico il problema derivante dalla mancata
contabilizzazione di una componente attiva di natura creditoria, nei bilanci relativi alla
gestione 1995/1996, consentendo non solo liscrizione del credito relativo ai
giocatori con contratto in scadenza al 30 giugno 1996, ma anche di quello relativo agli
altri giocatori, con il solo obbligo dellammortamento in tre anni dal 15 maggio
1996. Nellestate del 2003 è stato introdotto il decreto spalmedebiti,
al quale molte società di calcio hanno attinto, che prolunga il termine di ammortamento a
10 anni, quindi in tempi superiori rispetto ai contratti dei calciatori comprati e
stipendiati, creando una irregolarità economica o, per dirla con le parole della stessa
Commissione Europea, un illecito aiuto di Stato (oltre che una palese violazione
delle regole contabili).
Recentemente è stato approvato dal Consiglio Federale anche il
principio della normativa denominata Lodo-Petrucci, che dovrà poi essere
inserita come emendamento allart. 52 delle norme federali. Alcuni aspetti di questa
norma sono positivi: lintroduzione del piano finanziario Uefa (anche se solo dalla
stagione 2006/2007) e la nomina di una super-covisoc (anche se sarebbe meglio venisse
riconosciuta come autonoma e slegata dalla federazione). Indispensabile escludere società
di intermediazione finanziaria a garanzia delliscrizione al campionato, come anche
lintroduzione di un rapporto 0.08 di P-A (patrimonio netto - valore dei calciatori).
Nutriamo forti perplessità riguardo alla scelta di retrocedere di una sola categoria la
società colta in fallimento cambiando solo il nome ma mantenendo il titolo sportivo
obbligando la società con la denominazione originale a ripartire dalla terza categoria.
Auspichiamo invece pene molto più severe e procedimenti giudiziari fino a giungere ad un
esclusione totale dallamministrazione di società sportive per gli azionisti e
amministratori coinvolti nel fallimento, anche con quote poco rilevanti e una
retrocessione di categoria. Ben venga la tassa straordinaria per la reintroduzione della
società nelle categorie inferiori, ma questa deve essere uguale per tutti e non deve
creare disparità riconducibili al passato sportivo.
ATTENZIONE: La Lodo-Petrucci è STATA APPROVATA IL 14 MAGGIO
RIPOSTRIAMO IL TESTO COMPLETO:
E stato definito oggi dal consiglio
della Figc il lodo Petrucci. Ecco cosa prevede nel dettaglio la nuova norma:
- Una società che costituisce "espressione della tradizione
sportiva italiana" con una continuativa partecipazione ai campionati professionistici
di serie A, B, C1 e C2 negli ultimi dieci anni o una partecipazione per almeno 25 anni nel
calcio professionistico, "sentito il sindaco della città interessata", la Figc
può riattribuire in caso di mancata ammissione al campionato il titolo sportivo, ma di
una categoria inferiore rispetto a quello di pertinenza. La nuova società ha sede nella
stessa città, e deve fornire garanzie di solidità economica.
- Al capitale della nuova società non possono partecipare, neppure per
interposta persona, soggetti che nel club non ammesso abbiano ricoperto cariche sociali o
detenuto partecipazioni superiori al 2% del capitale totale, nè soggetti che siano legati
da vincoli di parentela entro il quarto grado con gli stessi. Le nuove società che
violino questa limitazione, non vengono ammesse se lillecito è accertato prima del
via del campionato, o penalizzate se accertato a torneo in corso.
- La società che aspira ad acquisire il nuovo titolo deve presentare
la richiesta alla Figc entro due giorni dalla pubblicazione del provvedimento di non
ammissione al campionato professionistico dellaltra società. Prevista anche una
tassa straordinaria di iscrizione destinata al fondo di garanzia per calciatori e
allenatori. Per quanto riguarda la non ammissione al campionato di serie C2, la Figc può
attribuire il titolo sportivo di eccellenza allaltra società subentrante.
- I club non ammessi ai campionati di serie A, B, C1 e C2, il cui
titolo sportivo può essere riattribuito, in caso di mancata iscrizione possono
ricominciare dal campionato di terza categoria.
(Fonte: Agenzia Ansa) |