BOYS PARMA 1977

Curva Nord

PARMA-ChievoVerona (BOYS)

08 - 11 - 2009

Sono passati due anni, ma giustizia non è ancora stata fatta! Parliamo dell'omicidio di Gabriele Sandri, avvenuto all'autogrill di Badia al Pino, sull'A1, mentre con altri quattro amici si stava recando a S. Siro per seguire la Lazio contro l'Inter. Il suo assassino ha un volto, un nome ed un cognome: Luigi Spaccarotella, e soprattutto porta la divisa. In primo grado è stato condannato a sei anni, ma per omicidio colposo. Ovvero: come se fosse stato un errore. Una condanna che significa: non andare in carcere. E per altro Spaccarotella, nonostante i testimoni che lo inchiodano, in carcere non c'è mai andato.
Da due anni la famiglia Sandri chiede giustizia, e con loro la chiedono anche gli amici, gli ultras della Lazio e del resto d'Italia, perché la giustizia dev'essere uguale per tutti, indipendentemente dal fatto che si porti una divisa o una sciarpa al collo. Il giorno dell'omicidio Inter-Lazio e Roma-Cagliari furono rinviate, mentre a far rinviare Atalanta-Milan ci pensarono gli ultras atalantini (che pagarono con la chiusura della Curva per diverse domeniche, ed il carcere per i ragazzi che avevano spaccato un vetro). Ci furono denunce, tante condanne, e per l'assalto alle caserme della capitale, si ipotizzò addirittura l'aggravante della tentata strage. Ma per l'assassino di Gabriele invece? La difesa ha cercato di dimostrare l'involontarietà del fatto, che la pallottola fu deviata dalla rete divisoria dell'autostrada (ma allora a chi voleva sparare lo Spaccarotella?), che dall'altra parte era in atto una rissa, e che il colpo partì involontariamente. Ma i testimoni hanno visto Spaccarotella correre con l'arma d'ordinanza in mano, appostarsi sopra un cumulo di terra, prendere la mira con le braccia protese in avanti e sparare dopo tanti secondi.
Non dimentichiamo neppure come fu divulgata la notizia. Si parlò di colpi sparati in aria, e che il morto era stato provocato da scontri tra ultras.
Lo Stato deve fare giustizia e non difendere degli assassini. La istituzioni sono credibili se rispettano la legge, e non se cercano di aggirarla. La divisa non può essere utilizzata come scudo per garantirsi l'impunità.
A due anni di distanza chiediamo a gran voce: "GIUSTIZIA PER GABRIELE", ricordando che la morte è uguale per tutti.
Ci sono molte analogie con altri delitti e abusi compiuti dalle forze di polizia negli ultimi anni. L'ultimo caso "sospetto" è la morte di Stefano Cucchi. Ma chi ha visto le foto del suo corpo massacrato ha già maturato qualche "certezza". Dopo esser stato arrestato è stato portato in caserma. E' arrivato in tribunale con il volto tumefatto e poi è morto in ospedale, dopo aver agonizzato per cinque giorni, con i genitori fuori dalla porta, senza poterlo vedere, senza sapere delle sue reali condizioni. Ma per il ministro La Russa i militari sono stati corretti.
Ricordiamo allora Federico Aldrovandi, ammazzato di botte a diciannove anni, per strada, da quattro poliziotti; Aldo Branzino, arrestato per un po' di marijuana e trovato cadavere nella sua cella trentasei ore dopo; Marcello Lonzi, massacrato nel carcere di Livorno; Riccardo Rasman, che ha perso la vita in quello di Trieste.
Come operano le forze di polizia lo abbiamo visto anche al G8 di Genova e a Bolzaneto. Depistaggi, provocazioni, attacchi immotivati, sevizie, abusi di potere. Fatti dimostrati nella aule di giustizia. Ma anche lì abbiamo visto com'è finita: nessuno in galera. La tolleranza zero non è un precetto valido per tutti, ma per gli uni (loro) contro gli altri (noi tutti).
Detto questo oggi il nostro Parma gioca una partita fondamentale per la salvezza, l'obiettivo primario della stagione. Sarà nostro compito cercare di aiutarlo al meglio. Dobbiamo sostenere i nostri colori con grande impeto e voglia, quella passione viscerale che ci fa vivere lo stadio alla nostra maniera, sventolando i nostri colori e cantando le nostre canzoni. La Nord vuole e deve essere il dodicesimo uomo in campo ed il nostro obiettivo è quello di non fare mai mancare il nostro appoggio alla squadra. E' una partita difficilissima, contro un Chievo che fuori casa gira a mille, per cui ragazzi aiutiamo il Parma. Noi ci proveremo e chiaramente vogliamo contare sull'appoggio di tutta la Curva, per continuare a crescere insieme, e portare sempre più in alto questa squadra che per ora ci sta dando tanto e soprattutto ci sta portando un enorme rispetto. Avanti così Parma!
VIVA IL PARMA, VIVA I BOYS!

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