Sabato sera, 4 Febbraio, il Gruppo ha issato
due lunghi striscioni in Curva Nord che, uniti, andavano a comporre la seguente frase:
Stampa e tv della nostra città = disinformazione e omertà.
Film e telefilm ci raccontano di giornalisti dassalto; professionisti a caccia di
notizie che svolgono ricerche e indagini, che non lesinano critiche ai potenti, che non
esitano a sacrificare la loro vita in nome della verità, della diritto
allinformazione, della libertà di stampa. Tutto questo, però, altro non è che
finzione televisiva e cinematografica. La realtà che conosciamo noi, innanzitutto quella
della nostra città, è assai diversa. Diversa perché i potenti godono di trattamenti di
riguardo e i giornalisti lavorano condizionati dalle rispettive proprietà. La tanto
esaltata libertà di stampa, in questo contesto, appare solo come un nuovo
strumento di controllo, utilizzato per influenzare lopinione pubblica in un
determinato senso.
Le vicende societarie del PARMA Calcio sono state seguite da tutti i principali mezzi
dinformazione locali. Seguite sì, ma con estrema superficialità, solo ed
esclusivamente per leggere e commentare gli stringati comunicati societari (per altro
disponibili sul sito Internet del PARMA FC) o per dare voce ad alcuni personaggi legati a
tali vicende, nei modi e nei tempi che preferivano. Nessuna indagine giornalistica,
nessuna pressione sui responsabili, nessun tentativo di conoscere la verità. Chi si
limita a spedire giornalisti davanti alla Parmalat o allaeroporto, a far leggere sms
o comunicati stampa, a dar voce alle parti senza conoscere la verità, non fa
informazione. Informazione è anche far conoscere le opinioni ma è, soprattutto, far
conoscere i fatti, quindi: la realtà delle cose.
La settimana scorsa unemittente televisiva locale ha ospitato il
presidente del PARMA. Le solite domande, le solite risposte. Morale: nessuna
novità, nessuna notizia. Questo è giornalismo? Sicuramente no. Eppure, nonostante la
palese assenza di qualsiasi novità, alcuni giornalisti hanno prontamente inventato la
notizia, dicendo che il presidente aveva finalmente fatto
chiarezza. Questo è giornalismo? Questa è sicuramente disinformazione, finalizzata a
contenere lira della tifoseria. La stessa strategia che PARMA subisce da mesi. Tante
volte i media locali hanno dichiarato che il PARMA era prossimo alla cessione, che tutto
si sarebbe risolto entro una certa data. Ma tale data è cambiata decine di volte, le ore
sono diventate giorni, i giorni mesi, e dopo sei mesi: il nulla. Perché alimentare
inutilmente le speranze della tifoseria? Perché finché cè speranza,
probabilmente, non cè contestazione.
Che credibilità può avere chi è costretto sistematicamente a smentirsi? Chi vuole fare
informazione (se la vuole fare veramente) deve scavare a fondo, alla ricerca della
verità. Ma divulgare la verità può essere pericoloso e per questo è più conveniente
ignorare tutto il male che è stato fatto, e che si continua a fare, al PARMA Calcio,
partendo dal mercato estivo, passando per il caso Rialto, fino a quello
Sanz.
Domenica scorsa (il giorno successivo allesposizione dei nostri striscioni) un
emittente locale ha stato trasmesso un servizio da un bar, inspiegabilmente devastato
dalle forze dellordine la sera prima. Un giornalista, subito dopo, ha preso la
parola per assolvere (un po prematuramente) loperato delle locali forze di
polizia. Questo è giornalismo? Giornalismo è ignorare le responsabilità di chi gestisce
lordine pubblico?
Quando ci si avvicina al potere (in una qualsiasi delle sue forme) linformazione è
sempre più rarefatta e tendenziosa. Chi opera al fine di conservare e tutelare precisi
interessi, ignorando la verità, cade nellomertà. |