Vita di Curva

2005/06

Stampa e tv della nostra città = disinformazione e omertà

07 - 02 - 2006

Sabato sera, 4 Febbraio, il Gruppo ha issato due lunghi striscioni in Curva Nord che, uniti, andavano a comporre la seguente frase: “Stampa e tv della nostra città = disinformazione e omertà”.
Film e telefilm ci raccontano di giornalisti d’assalto; professionisti a caccia di notizie che svolgono ricerche e indagini, che non lesinano critiche ai potenti, che non esitano a sacrificare la loro vita in nome della verità, della diritto all’informazione, della libertà di stampa. Tutto questo, però, altro non è che finzione televisiva e cinematografica. La realtà che conosciamo noi, innanzitutto quella della nostra città, è assai diversa. Diversa perché i potenti godono di trattamenti di riguardo e i giornalisti lavorano condizionati dalle rispettive proprietà. La tanto esaltata “libertà di stampa”, in questo contesto, appare solo come un nuovo strumento di controllo, utilizzato per influenzare l’opinione pubblica in un determinato senso.
Le vicende societarie del PARMA Calcio sono state seguite da tutti i principali mezzi d’informazione locali. Seguite sì, ma con estrema superficialità, solo ed esclusivamente per leggere e commentare gli stringati comunicati societari (per altro disponibili sul sito Internet del PARMA FC) o per dare voce ad alcuni personaggi legati a tali vicende, nei modi e nei tempi che preferivano. Nessuna indagine giornalistica, nessuna pressione sui responsabili, nessun tentativo di conoscere la verità. Chi si limita a spedire giornalisti davanti alla Parmalat o all’aeroporto, a far leggere sms o comunicati stampa, a dar voce alle parti senza conoscere la verità, non fa informazione. Informazione è anche far conoscere le opinioni ma è, soprattutto, far conoscere i fatti, quindi: la realtà delle cose.
La settimana scorsa un’emittente televisiva locale ha ospitato il “presidente” del PARMA. Le solite domande, le solite risposte. Morale: nessuna novità, nessuna notizia. Questo è giornalismo? Sicuramente no. Eppure, nonostante la palese assenza di qualsiasi novità, alcuni giornalisti hanno prontamente inventato la “notizia”, dicendo che il “presidente” aveva finalmente fatto chiarezza. Questo è giornalismo? Questa è sicuramente disinformazione, finalizzata a contenere l’ira della tifoseria. La stessa strategia che PARMA subisce da mesi. Tante volte i media locali hanno dichiarato che il PARMA era prossimo alla cessione, che tutto si sarebbe risolto entro una certa data. Ma tale data è cambiata decine di volte, le ore sono diventate giorni, i giorni mesi, e dopo sei mesi: il nulla. Perché alimentare inutilmente le speranze della tifoseria? Perché finché c’è speranza, probabilmente, non c’è contestazione.
Che credibilità può avere chi è costretto sistematicamente a smentirsi? Chi vuole fare informazione (se la vuole fare veramente) deve scavare a fondo, alla ricerca della verità. Ma divulgare la verità può essere pericoloso e per questo è più conveniente ignorare tutto il male che è stato fatto, e che si continua a fare, al PARMA Calcio, partendo dal mercato estivo, passando per il caso “Rialto”, fino a quello “Sanz”.
Domenica scorsa (il giorno successivo all’esposizione dei nostri striscioni) un emittente locale ha stato trasmesso un servizio da un bar, inspiegabilmente devastato dalle forze dell’ordine la sera prima. Un giornalista, subito dopo, ha preso la parola per assolvere (un po’ prematuramente) l’operato delle locali forze di polizia. Questo è giornalismo? Giornalismo è ignorare le responsabilità di chi gestisce l’ordine pubblico?
Quando ci si avvicina al potere (in una qualsiasi delle sue forme) l’informazione è sempre più rarefatta e tendenziosa. Chi opera al fine di conservare e tutelare precisi interessi, ignorando la verità, cade nell’omertà.