Il primo
striscione di questa stagione, esposto dal Gruppo in occasione dellamichevole contro
il Trentino Calcio, recitava: Siete del PARMA, siatene orgogliosi. Quel
messaggio lo riproponiamo oggi.
Sappiamo bene che nel mondo del calcio cè sempre meno spazio per i sentimenti,
sacrificati in nome del denaro. Nonostante questo, cè impossibile credere che i
nostri portacolori siano insensibili alle emozioni che li circondano, forse anche perché,
al contrario daltri, noi li consideriamo innanzitutto uomini. A quegli
uomini avevamo chiesto dessere orgogliosi di rappresentare la nostra città e glielo
chiediamo nuovamente oggi, allapprossimarsi di una sfida che deciderà del nostro
futuro. Glielo chiediamo perché sul campo del Tardini non dovranno scendere semplici
giocatori ma Crociati, consapevoli di reggere le sorti d'una Comunità.
Perché essere orgogliosi di militare nel PARMA?
Chi indossa la Maglia della nostra città non ha mai 70 o 80 mila persone che lo incitano,
non siamo mai stati particolarmente considerati dai media nazionali (neppure quando
vincevamo trofei su trofei), i nostri tifosi sono prevalentemente concentrati sul
territorio parmigiano e al dì doggi viviamo una situazione societaria alquanto
nebulosa, che non ci permette di guardare avanti con particolare tranquillità. Ma questa
prima analisi, seppur corretta, è molto superficiale. Al di là delle fredde statistiche,
di calcoli matematici e conteggi economici, la nostra Comunità, e quindi la nostra
tifoseria, ha talune peculiarità che ammaliano chi è capace di scorgerle. Forse è anche
per questo che molti Crociati hanno deciso di continuare a vivere qui, in mezzo a noi,
seppur abbiano altrove le loro origini.
PARMA non è superficiale, quindi: accorta nellaprire il cuore. La sua non è certo
freddezza, solo un diverso modo damare, sicuramente più profondo e genuino. PARMA
non cerca la scappatella di una sera, ma un rapporto leale e sincero. PARMA non corre ad
osannare il primo venuto, ma cerca di conoscerlo, così come non è facile preda
dellira, sempre ragionevole e comprensiva.
Tanti giocatori hanno vestito la Casacca della nostra città. Alcuni erano campioni, altri
no. Indipendentemente dal loro nome, dal numero di reti siglate, di contrasti vinti o di
parate fatte, PARMA li ha sempre considerati uomini, prima che giocatori. PARMA non si
ferma allapparenza, ma va oltre, senza farsi distrarre dal talento di qualche
fortunato o dalle difficoltà di un novizio. Ed è per questo che, ancor oggi, il nome di
Massimo Barbuti, che fuoriclasse non era, è ancora nel cuore della Nord, della città e
dei BOYS. Certo, ci regalò grandi gol, ma fu grazie al suo carattere di uomo, alla sua
disponibilità, alla sua lealtà, al suo impegno e alla sua grinta, che riuscì a far
innamorare PARMA. Un amore sopravvissuto prima al distacco e poi allinesorabile
trascorrere del tempo. I sentimenti di PARMA sono durevoli.
Solo qui, da noi, dopo unimmediata eliminazione alla nostra prima partecipazione in
UEFA, poteva organizzarsi unoriginalissima Festa di Squalificazione.
Solo noi potevamo, dopo una sconfitta a San Siro che cimpedì di fatto
laccesso alla Champions League, continuare a cantare per quaranta minuti in uno
stadio ormai deserto, fino a richiamare i nostri portacolori in campo. Solo qui, da noi,
con il PARMA in fondo alla classifica, reduce dallennesima sconfitta, poteva
accadere che una folla si riunisse intorno alla squadra, accompagnandola fino allo stadio
tra cori dincitamento. Questa è PARMA, quella Comunità di cui vestite la Maglia.
Potete esserne orgogliosi. |