Vita di Curva

2004/05

O si vince o si muore

29 - 04 - 2005

Ieri sera, contro il CSKA, il Gruppo ha esposto lo striscione “Prima di LisBona evitateci questa vergognA” intonando poi, a più riprese, il coro “Noi vogliamo restare in serie A”. Tutto questo mentre il PARMA s’apprestava ad affrontare una semifinale di Coppa UEFA. Occasione sbagliata? Non crediamo affatto, per una serie di motivi. Primo, perché le ultime prestazioni della squadra sono state molto preoccupanti, sia a livello di risultati sia per l’assoluta mancanza di gioco, grinta, coraggio e determinazione; secondo, perché siamo in piena zona retrocessione, ad un passo dalla serie B, quando ormai mancano pochissime giornate alla fine del campionato; terzo, perché volevamo lanciare un messaggio forte, chiaro ed inequivocabile, che evidenziasse a tutti quelle che devono essere le nostre priorità. Alla luce di tutto questo, estremamente preoccupati per la classifica e decisi ad ottenere il massimo dalla squadra in vista dell’impegno fondamentale con il Livorno, abbiamo maturato la consapevolezza di dover dare un vigoroso segnale nell’immediato. La semifinale di Coppa, oltre ad essere l’unica occasione possibile prima di domenica, consentiva d’amplificare notevolmente il nostro messaggio, anche grazie ad un sicuro “effetto sorpresa”. Mentre qualcuno s’è perso fantasticando una finale europea, il Gruppo ha fatto irruzione rimarcando la realtà dei fatti: stiamo sprofondando in B. Sì, la serie B. Quella categoria che molti ragazzi non hanno mai vissuto, e che qualcuno, come per “tradizione”, s’illude sia un’eventualità quasi impossibile. Non è così. Serie B è la retrocessione, è un campionato interminabile lontano dai grandi palcoscenici, è posticipi al lunedì sera e anticipi al venerdì, è un impegno gravoso che solo una volta, nella nostra storia, siamo riusciti a terminare vittoriosamente (arrivando quarti). Il PARMA in serie B significa minori possibilità d’acquisto per la società, significa un probabile ed ulteriore ridimensionamento, significa gioia a Reggio Emilia, significa il fallimento della nostra missione, quella che iniziammo con il corteo che ci riunì tutti: “Portiamo il PARMA alla salvezza”. Eppure, mentre ci muoviamo pericolosamente sull’orlo del baratro, s’è evidenziata una tendenza generalizzata a preferire alle cose fondamentali (la salvezza) certi sogni lontani (eventuale vittoria a Lisbona, ammesso e non concesso che ci si arrivi). Analisi confermata dai fatti, mettendo a confronto la Nord di Coppa contro l’Austria Vienna e quella di campionato con la Sampdoria. Contro gli austriaci s’è registrata una maggior affluenza e una partecipazione quasi doppia al tifo. E’ sicuramente un piacere vedere la Nord gremita tifare alla grande ma diventa preoccupante se poi, tali modi di fare, vengono a mancare negli appuntamenti fondamentali. Passare il turno contro l’Austria Vienna è stato piacevole, ottenere i tre punti con la Sampdoria era essenziale. Stiamo parlando di priorità e la nostra priorità, oggi come oggi, non può che essere la permanenza in serie A. Una precedenza assoluta che vogliamo imprimere nelle menti e nei cuori di chi veste la nostra Maglia.
La salvezza non ci arriverà per grazia divina, né per gentile concessione di qualche avversario ben disposto né per abitudine. Dovremo ottenerla con le nostre forze e dovremo mettercela tutta.
Contro il Livorno è inutile fare tanti discorsi: o si vince o si va in B. Solo vincendo potremo continuare a sperare. Crediamo questo sia uno stimolo più che sufficiente per la Nord e per tutti gli Ultras e i tifosi del PARMA e dovrà esserlo anche per la squadra. Il tempo della comprensione e del saper aspettare è giunto drammaticamente al termine. Gli abbiamo dato tutto il nostro affetto, gli siamo stati sempre vicini, profondendo nella Causa energie e soldi, senza lesinare alcun sacrifico. Bene, adesso è il loro momento. Da inizio stagione, come BOYS, abbiamo cercato di fare tutto il possibile per stimolare l’intera tifoseria, invitandola sempre a stare vicino alla squadra e a partecipare al tifo e alle trasferte. E i risultati, seppur non sempre eclatanti, ci sono stati. Basti pensare al corteo unitario del sei marzo, quando 1.500 persone si strinsero intorno ai giocatori trasmettendogli tutto il loro affetto; alla trasferta unitaria di Bergamo, quando registrammo numeri record; alla trasferta di Verona, dove ci presentammo molto più numerosi che la stagione precedente, nonostante una classifica completamente differente.
Per lungo tempo abbiamo pazientato, seppur di fronte a prestazioni imbarazzanti della squadra, ma ora, costretti a lottare per la nostra sopravvivenza, pretendiamo che chi indossa i nostri Colori sia pronto a battersi all’ultimo sangue. Così come si fa in guerra. Chi fuggirà la battaglia, scegliendo vigliaccamente di tradirci nel momento del massimo pericolo, si rivelerà un traditore e sarà giudicato come tale. Chi è uomo lo dimostri con i fatti.
Domenica giocheremo la nostra prima FINALE di questo campionato ed è ad eliminazione diretta. Non è a Lisbona ma qui al Tardini. Mettiamocela tutta Curva Nord.
O SI VINCE O SI MUORE!