Se a livello nazionale la
situazione del calcio abbiamo visto che è alquanto preoccupante, a livello locale
sicuramente le cose non sono molto più chiare. Abbiamo sposato con entusiasmo e fiducia
un' anno e mezzo fa l'idea di un ritorno alle origini da parte della Società Parma
calcio: basta con investimenti pluri miliardari, basta con ingaggi stratosferici per
obbligare presunti campioni a venire nella nostra città, puntiamo sui giovani, che
abbiano voglia di emergere e di indossare la maglia giallo blu crociata è stato detto,
suddetti ragazzi arriveranno a Parma da sconosciuti o promesse e ne usciranno da campioni
dopo tre anni di apprendistato, in cui la squadra avrebbe potuto crescere e porsi
obbiettivi comunque importanti.
Le due figure caratterizzanti di questo progetto si chiamavano Luca Baraldi, per la
gestione amministrativa della Società ed Arrigo Sacchi per quella tecnica; insomma due
garanzie di parmigianità, serietà e competenza.
Oggi, dopo un' anno e mezzo o poco più da quei proclami, nell'organigramma dei giallo blu
Sacchi e Baraldi non compaiono più, gli acquisti di quest'estate sono trentenni o più
(Castellini, Carbone e Filippini), mentre il ventiduenne Blasi è in prestito e l'anno
prossimo tornerà alla Juve come Adriano e Morfeo all'Inter.
Si continua a dire che ci sono montagne di debiti da coprire quando sono tre anni che
vendiamo e basta ed acquistiamo solo in prestito e gli ultimi cinque capitani della
squadra, l'uomo simbolo, quello che più dovrebbe identificarsi nella Società, nella
squadra, nella città viene ceduto, Thuram, Cannavaro, Lamouchi, Di Vaio e Mutu
Sulla cessione di quest'ultimo poi c'è da aprire una parentesi, sicuramente il concorso
di colpa è al 50%: la Società voleva quei 50 miliardi, il giocatore ha voluto andarsene
a guadagnare in un anno quello che a Parma avrebbe preso in 4 anni, e fin li ci siamo, ma
vendere il bomber della squadra dopo aver fatto tutta la campagna abbonamenti ed
oltretutto senza avere già pronto un sostituto, è stato una presa in giro per i tifosi.
Non abbiamo bisogno che il Signor Nebiolo ci venga a dire che l'abbonamento deve essere
un' atto d'amore nei confronti della squadra, ma da parte della Società ci deve essere
molta più chiarezza e rispetto verso chi del Parma ne fa una ragione di vita e non una
scelta professionale come lui.
Fermo restando che la fiducia nei confronti di Cesare Prandelli e della squadra che sta
amalgamando è totale, ci sembra che le idee in società siano piuttosto annebbiate e
bisogna avere il coraggio di dirlo cosi come bisogna togliersi ogni paravento, alzare la
testa e riconoscere che attualmente il Parma calcio non ha nessun progetto se non quello
di vendere al miglior offerente i propri giocatori
SEMPRE PRESENTI AL SEGUITO DELLA NOSTRA FEDE CON IL PARMA NEL BENE E NEL MALE. |