Al calare della sera,
accarezzati da un tiepido vento che sembra voler annunciare la primavera, partiamo in una
quarantina dalla Stazione ferroviaria di PARMA, direzione Sicilia. Tanti volti giovani, ma
cè anche qualcuno che ha superato abbondantemente i trenta. Varie generazioni di
BOYS insieme, che vogliono vivere in diretta, e non davanti alla tv, le emozioni di questa
trasferta. Indipendentemente dalletà: lo spirito del Gruppo vive in ognuno di noi.
Di primo mattino, dopo quattordici ore di viaggio, siamo sul traghetto per Messina. Il
clima è mite e una piacevole brezza ci aiuta a svegliarci. Una notte di mal dormire
lascia il segno ma una frugale colazione ci rimette in piedi.
Arriviamo a Messina e troviamo ad attenderci le forze dellordine. Lanno scorso
ci fecero rimanere in stazione per ore, oggi, viceversa, ci conducono immediatamente allo
stadio. Nessun particolare riguardo, solo esigenze operative. Al San Filippo, dopo le
perquisizioni di rito, siamo filmati uno ad uno da ben due telecamere, costretti a tenere
in mano un documento didentità, mentre dichiariamo le generalità (nome, cognome e
data di nascita). L'agente con la cinepresa ripete ogni cosa, affinché tutto sia
perfettamente comprensibile. Misure preventive ancor più severe della scorsa stagione, ormai identiche ad una vera
e propria schedatura.
Lo stadio di
Messina è lontano dalla città, per raggiungerlo ci vogliono circa venti minuti in auto.
Una vera e propria cattedrale nel deserto. Curioso che qualcuno prospetti una soluzione
simile anche per PARMA; una soluzione che lede il legame squadra-città, che penalizza e
ghettizza gli appassionati, che delocalizza un pezzo di storia della Comunità.
Interminabili scalini rendono difficoltoso laccesso ai vari settori del San Filippo
e la visuale dal nostro spicchio di curva è particolarmente scadente, penalizzata
oltremodo da onnipresenti reti metalliche, che ci circondano e ci sovrastano. Siamo in
gabbia.
Si parla di stadi comodi e accoglienti come unica soluzione al calo degli spettatori ma,
anche oggi, in uno stadio moderno e funzionale (scomodo solo per gli ospiti), la curva di
casa presenta qualche vuoto, così come gli altri settori.
In totale, insieme a varie persone dei Clubs, siamo circa in un centinaio a sostenere i
Crociati. Prima dellinizio sproniamo i giocatori, mentre la scuola calcio peloritana
organizza una passerella sul campo di gioco, che viene invaso da più di duecento bambini
festanti. La memoria di molti scorre ai tempi dei raccattapalle, a cosa significava
calcare il prato in attesa che i giocatori uscissero dal tunnel e magari, a fine partita,
riuscire a farsi regalare una casacca. Un calcio ormai sparito, lontano anni luce dalle
frenesie di oggi, dai ritmi serrati imposti dalle televisioni, dalle esigenze di uno
spettacolo sempre più commerciale.
Tommaso, il bimbo
parmigiano rapito nei giorni scorsi, è ricordato dai messinesi con vari striscioni.
Messaggi di solidarietà che ne chiedono limmediato rilascio, a cui ci associamo di
tutto cuore.
Facciamo un bel gruppo centrale, come spesso accade lontano dal Tardini, e per quel che
possiamo cerchiamo di farci sentire. La nostra convinzione aumenta nel secondo tempo,
nonostante la stanchezza; la squadra ci segue e alla fine ripaga i nostri sforzi,
cogliendo una vittoria importantissima, che dedichiamo a chi, di noi, è a firmare per una
diffida. Una vittoria sofferta, sicuramente un po fortunosa ma combattuta,
estremamente importante in chiave salvezza.
La tifoseria di casa è partita molto bene, con cori potenti che hanno coinvolto tutta la
curva e a volte anche gli altri settori. Praticamente assenti le bandiere, hanno issato
una decina di striscioni (!) sulla squadra e sui diffidati, cantando alcune canzoni
originali (a dire il vero non nel nostro stile, almeno come melodia). Nel secondo tempo
sono calati vistosamente, indispettiti dalla sterilità della loro squadra. Malumore che
è aumentato con il nostro vantaggio ed è sfociato in aperta contestazione a fine
partita, con la squadra siciliana che ha abbandonato il terreno di gioco tra bordate di
fischi. Gli Ultras messinesi, in generale, ci hanno confermato la buona impressione
dellanno scorso.
La trasferta di Messina è stata buona sotto molti punti di vista, ottima per il
divertimento e lallegria che ci hanno accompagnato per tutto il viaggio. Ma adesso
pensiamo già a quella di Lecce, dove i Gialloblu Crociati dovranno conquistare altri
punti fondamentali per la salvezza.
SE TU AMI IL PARMA CALCIO... VIENI VIA CON ME!!!
ULTRAS LIBERI
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