Un vero e proprio ritorno alle
origini è stato quello di domenica contro il Messina. Dopo 22 anni è tornata la maglia
Crociata come divisa ufficiale e il nome della società è ora Parma F.C.,
quello stesso con cui eravamo nati nel 1913, che col passare degli anni subì diversi
cambiamenti.
Il Parma che abbiamo visto domenica in campo, nonostante le recenti vicissitudini
societarie, era il solito, con la stessa voglia di vincere e di farcela con cui
lavevamo lasciato a inizio giugno. Una squadra competitiva insomma, che ha provato a
vincere la partita fin da subito, con numerose azioni da gol, ma vuoi la sfortuna, vuoi un
po di imprecisione, non siamo riusciti a fare bottino pieno. Con la grinta e il
cuore dimostrati domenica siamo però certi che, anche questanno, riusciremo a
toglierci delle belle soddisfazioni.
La Curva non era partita male, lentusiasmo della prima partita e la tensione
accumulata in questi tre mesi lontani dalla nostra Nord si scaricavano bene nella prima
frazione di gioco, nonostante il mal tempo e un Parma intento a studiare
lavversario.
Il secondo tempo labbiamo aperto con la coreografia, programmata per inizio partita
ma rinviata per quella forte pioggia che rischiava di comprometterne la buona riuscita. Un
bandierone di 20x25 m, preparato in settimana e spiegato al centro della Curva,
riproduceva lo stemma della Società con la dicitura PARMA A.C., attorniato da vari
striscioni che andavano a comporre la frase: Cambia il nome non la storia, forza
Parma è il grido di battaglia
Questo il nostro saluto alla vecchia
denominazione, che per 37 anni ha caratterizzato la squadra di calcio della città, e per
la quale, dal 1977, i BOYS hanno combattuto.
Un secondo tempo piuttosto fiacco, invece, quello della Nord, nonostante le nostre
bandiere sempre al vento e, in campo, un Parma indomito. Nel momento di maggior sforzo
della squadra
non riuscivamo ad essere il 12 uomo in campo, quello che avrebbe
potuto dare un contributo decisivo affinché il pallone gonfiasse la rete giallorossa dopo
una miriade dazioni al cardiopalma
ma così non è stato. Quando guardate i
gol in televisione, dopo essere tornati dallo stadio, notate bene cosa cè dietro le
spalle del portiere
quelli siamo noi, quelli che colorano la Curva, il bello del
calcio
allora cosa aspettate a battere la mani a fare sventolare le
bandiere?; non importa il risultato sul campo, quello che conta è lentusiasmo
che noi riusciamo a trasmettere ai ragazzi, e soprattutto questi, che sono un organico
nuovo e molto giovane e hanno davvero bisogno di sentire che il pubblico gli è vicino,
che siamo in grado di farli giocare in dodici.
Di fronte a noi
unesordiente della serie A, quel Messina che è riuscito ad affacciarsi in questo
campionato grazie ai non pochi aiuti della Federazione, intenzionata ad avere più squadre
del Sud possibile nella massima serie. Progetto testimoniato dal loro nuovo stadio
(costruito in tempo zero) e dai tanti rigori assegnatigli nel campionato scorso, che
riuscirono a portarli dal quartultimo posto in classifica, dei primi mesi, al quarto posto
di fine stagione 2003/04
Difficile credere ad un miracolo messinese?! Che dire? Il
calcio ci fa sempre più sky..fo, e non solo a noi, ma forse, pian piano, se ne stanno
accorgendo tutti
A Parma, nel settore ospiti del Tardini, circa quattrocento persone dalla Sicilia e
qualcuna in più proveniente dal Nord Italia, che si sono ben comportate con intensi
battimani, tante bandierine al vento, tanto calore e cori incessanti, veramente
unottima impressione quella destata dagli Ultras Messina! Da parte nostra il massimo
rispetto per tutte le tifoserie del Sud, anche perché, girando lItalia da ormai
diversi anni, ci rendiamo perfettamente conto di cosa voglia dire compiere migliaia di
chilometri e fare tantissimi sacrifici al seguito della propria fede
Ringraziamo tutti quelli che hanno il Parma nel cuore, quelli che non si lamentano se
teniamo su gli striscioni della coreografia o se sventoliamo i bandieroni, quelli che
cantano novanta minuti e che ci credono fino alla fine; quelli che con Noi si ricordano
degli amici diffidati e che lottano contro il calcio moderno, contro la repressione e
contro gli infami giornalisti-terroristi, quegli scribacchini che non perdono mai
occasione per dare addosso alle società non metropolitane (creando le notizie a
tavolino), quelli che coprono le malefatte dei potenti e si sfogano parlando e scrivendo
di ciò che non conoscono: gli Ultras!!!
Sempre ieri abbiamo
voluto dire la nostra sulle leggi repressive e anti-costituzionali utilizzate barbaramente
dallo Stato contro gli Ultras e recentemente anche nei nostri confronti, per i fatti (e
gli pseudo-fatti) di Carrara. ULTRAS: PRIMA CONDANNATI DOPO PROCESSATI
LA LEGGE
E UGUALE MA NON PER TUTTI .
Alla prossima
Diffidato olé non mollare perché cè la Curva che canta per te!
|