BOYS PARMA 1977

Curva Nord

Morte allo stadio? Disinformazione in libreria

10 - 06 - 2009

Paolo Bonacini, autore del romanzo "Morte allo stadio", è oggi a Parma per promuovere il suo libro.
"Morte allo stadio", pur inventando personaggi (è un romanzo), tratta di fenomeni sociali reali (gli ultras). Non è quindi un romanzo di genere fantastico ma a sfondo sociale. Al di là di quello che compiono i personaggi della storia (inventata) l'autore getta fango e criminalizza l'intero movimento ultras, stravolgendone completamente gli ideali e la mentalità, dimostrando di non conoscere ciò di cui scrive. Tutto questo è profondamente scorretto e si palesa come disinformazione.
Noi Boys, ultras di Parma, contestiamo quest'opera perché stravolge la verità. Essere ultras, e i fatti lo dimostrano, significa fare aggregazione in nome di una smisurata passione (senza secondi fini). Significa credere nell'amicizia; vivere in Gruppo (e non solo allo stadio); imparare a stare insieme, vivendo la comunità come persone e non come individui. Significa comportarsi da uomini, ispirandosi a principi di lealtà e coraggio. Significa voler bene alla propria gente, impegnandosi senza compromessi.
In una società sempre più disgregata, in cui i valori umani sono sempre più rarefatti, gli ultras continuano ad affascinare, coinvolgere ed aggregare tanti ragazzi, attorno ad ideali veri che realizzano uno stile di vita. Lo stile di chi non piega la testa, e non si vende al potere e al conformismo.
Proprio per questo ci vogliono annientare.

"Morte allo stadio" racconta di un bravo, generoso e corretto giornalista che, insieme a bravi e competenti poliziotti, risolve un caso di omicidio perpetrato da ultras che hanno ammazzato un membro del loro stesso Gruppo, per pochi soldi da spendere a puttane.
A Bonacini regaliamo una copia di "11 novembre 2009", il libro sull'omicidio di Gabriele Sandri, che parla di una storia vera e non inventata. Una storia che racconta di un poliziotto che ha ammazzato un ultras innocente, dei suoi superiori che lo hanno coperto e dei giornalisti che hanno cercato (e cercano) di deviare l'attenzione dell'opinione pubblica.

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