Questa sera vi abbiamo
convocato presso la nostra Sede, al fine di spiegare ai giocatori, ai tecnici ed ai
dirigenti che attualmente fanno parte dello sodalizio Gialloblu Crociato, qual è la
posizione del nostro Gruppo, in merito alla situazione venutasi a creare, ogni qualvolta
il PARMA scende in campo lontano dalle mura amiche.
Eravamo stati abituati in passato a vivere nella ricchezza calcistica, fatta di vittorie
indimenticabili, sia in Italia che in Europa, ma fatta anche di giocatori e allenatori
appagati e svogliati, che hanno portato ad un declino del rapporto con i tifosi, stanchi
di vedere continuamente atteggiamenti presuntuosi sia in campo che fuori.
Per fortuna questo genere di comportamento era sparito dalla nostra realtà, da quando
sera iniziato a parlare di Progetto-PARMA, ovvero di quella filosofia
calcistica basata sullumiltà e sulla consapevolezza dei propri mezzi, abbracciata
da tutta la tifoseria Crociata, che ha ritrovato nelle ultime stagioni, quel amore
passionale che aveva perso nel corso degli anni.
Purtroppo ci troviamo oggi a constatare che il Progetto-PARMA è solo un
lontano ricordo, non tanto per le vicissitudini legate al crack Parmalat, che ne hanno
bloccato lo sviluppo a livello dirigenziale, bensì per il comportamento ingiustificato,
che molti giocatori hanno espresso negli ultimi due campionati.
Lo scorso anno vi siamo sempre rimasti vicini, nonostante prestazioni al limite dello
scandalo come a Brescia, Livorno, Roma, Firenze, Bergamo e Verona, in cui è stato
difficile trattenersi dallesternare il nostro reale stato danimo, in quanto
pensavamo che la tolleranza in quei frangenti poteva risultare più utile al fine
dottenere la salvezza, ed i fatti ci hanno dato ragione, anche se abbiamo dovuto
patire le pene dellinferno, arrivando allo spareggio di Bologna, dopo gare come con
il Siena in casa, in cui tutto se visto tranne rabbia e cattiveria.
Speravamo lo spareggio di Bologna fosse un punto di partenza su cui costruire un qualcosa
indipendente dal futuro societario, in cui la città e la squadra si fondono in un unico
spirito, poco ci importa se ci sono state cessioni importanti ed una fuga in massa dal
settore dirigenziale, eravamo consapevoli di queste difficoltà e siamo pronti ad
affrontare qualsiasi tipo di situazione, ma quello che non tolleriamo è la mancanza di
umiltà ed il rifiuto verso il compimento del proprio dovere.
Essere unici per andare oltre è il messaggio che vi abbiamo lanciato alla
fine della scorsa stagione, era la richiesta per diventare giocatori simboli, al di fuori
degli schemi assurdi ed ipocriti che questo calcio sta imponendo a tutti, essere da
esempio per chi vuole cambiare, e a PARMA il terreno può essere buono, lontano dai ritmi
frenetici delle metropoli, ma in grado di competere con realtà molto più grandi di noi.
Quella di Ascoli è stato lennesima presa in giro verso i tutti i tifosi del PARMA
Calcio e in particolare chi vi segue sempre, chi si alza al mattino presto e passa notti
insonni per non lasciarvi mai soli, chi spende tempo, denaro e salute per sostenere una
Fede che molti di voi difficilmente capiscono, ma non è la vostra comprensione che
vogliamo
Abbiamo notato che nessuno, tra gli attuali dirigenti, ha il minimo coraggio di mettere la
faccia in questa situazione, lasciando soli i giocatori alle pubbliche dichiarazioni;
questo atteggiamento non fa altro che screditare quella poca fiducia che attualmente
riponiamo nei confronti di chi dirige questa squadra, incapaci di difendere il proprio
operato, soprattutto in questo periodo in cui il loro futuro è abbastanza precario.
Allinterno dello spogliatoio non vogliamo che esistano senatori che
comandano, bensì condottieri che guidano la squadra verso la corretta strada, e questo
ruolo lo pretendiamo da chi è più anziano e da chi è più tempo presente nella nostra
città; per noi non fa differenza chi scende in campo, nel bene come nel male, le vittorie
si gustano tutte insieme così come le sconfitte vedono tutti sul banco degli imputati.
Non vorremmo però che questa situazione porti certa gente ad approfittarsene,
nascondendosi dietro il gruppo, al fine di portare a casa contentini personali, se così
è non ci penseremo un secondo a prendere i nostri provvedimenti, al fine di estirpare le
radici marce di questa pianta
La nostra tolleranza è giunta al limite, sino ad ora abbiamo sopportato, dora in
poi siamo costretti a dire basta, affinché questa situazioni non si prolunghi per altro
tempo; il gesto di Ascoli è stato solo linizio, gesto comunque doloroso per noi,
per chi di questa squadra ne ha fatto una ragione di vita e non stiamo parlando del lato
economico, siamo noi che torniamo a casa con il fegato rovinato, dopo una sconfitta, e
siamo gli stessi che ritornano a testa alta in mezzo alla difficoltà.
Umiltà, rabbia, compattezza, determinazione e consapevolezza dei mezzi, sono queste le
cose che pretendiamo da voi, indipendentemente dalle situazioni in cui ci troveremo,
pensiamo che sia lunica ricetta per poter ottenere innanzitutto il nostro rispetto,
nonché i risultati che attualmente mancano; chi non se la sente di continuare la sua
carriera in questa squadra è pregato di andarsene, ed alla svelta di sua spontanea
volontà, di loro non abbiamo bisogno.
È altresì logico che se le situazioni sopra citate, dovessero venire a mancare, saremo
noi i primi ad intervenire per riportare la situazione sotto controllo, a buon intenditor
poche parole
Non vogliamo risposte in questa sede, perché di parole ne sono state spese parecchie in
passato, senza che si sia visto un minimo margine di miglioramento, bensì risposte
immediate in mezzo al campo, e per risposte immediate non intendiamo un cambiamento
temporaneo, bensì un radicale cambiamento, soprattutto adesso che la società dovrebbe
trovare una struttura solida.
Alla fine di questo comunicato, siete liberi di andarvene e di riferire il messaggio agli
altri componenti della squadra, spiegando a loro la situazione che potrebbe venirsi a
creare se questa condizione persiste.
Con la speranza di ritrovarci in momenti migliori
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