Gemellaggi
La Serie B? Dobbiamo dimostrare di non meritarcela! |
Martedì 22 Febbraio 2011 10:58 |
La settimana scorsa, attraverso un nostro comunicato, avevamo chiesto a tutti di “seppellire l’ascia di guerra”, per compattare l’ambiente in vista della delicatissima sfida interna contro il Cesena, una vera e proprio finale salvezza. Però, passata la partita, ci sembra doveroso tirare le somme dell’iniziativa e fare un attimo il punto della situazione. Non è nostra intenzione fare alcuna polemica, ci mancano solo le polemiche in questo periodo, ma evidenziare delle cose oggettive, dire cosa, a nostro giudizio, è andato e cosa no, cosa ci è piaciuto e cosa no.
La settimana scorsa tramite un comunicato, tramite il nostro sito, la mail, coinvolgendo i media, con l’unico scopo di fare scudo alla squadra e caricare il clima partita, avevamo chiesto ai tifosi di venire al Tardini con voglia di tifare e portando una bandiera da sventolare. Abbiam chiesto anche ai media locali di sospendere critiche e polemiche e fare la stessa cosa, parlare di tifosi incentivando il tifo. Abbiam riferito le nostre intenzioni (che comunque erano chiarissime) alla Società, mentre abbiam lasciato lavorare in pace la squadra. Sinceramente ce lo aspettavamo, ma ora possiam dire che l’iniziative è fallita, che i nostri appelli sono caduti nel vuoto o quasi, che non ci son stati gli effetti voluti. I media, senza particolari sforzi, hanno comunque recepito e collaborato. Nei giorni precedenti alla partita si è letto e sentito poco del momento difficile della squadra, ma dell’importanza della sfida con il Cesena, dei tifosi compatti, della nostra iniziativa. Non possiamo lamentarci. La squadra non ha assolutamente risposto, non ha affrontato la partita con il coltello fra i denti, come contro la Fiorentina, e il risultato si è visto: un inutile, o quasi, pareggio acciuffato nel finale. La nostra iniziativa era per agevolare i giocatori, che hanno si ringraziato prima della partita nelle interviste, ma non hanno avuto le palle per affrontare i propri tifosi a fine gara. Troppo facile. Queste scene le abbiam già viste e vissute, e diversi giocatori sono gli stessi, era l’anno della retrocessione. Solamente allora c’era un sempre criticato Cristiano Lucarelli che la faccia ce la metteva e riusciva a fermare i suoi compagni e portarli sotto la curva, ora si scappa direttamente negli spogliatoi e si esce di nascosto dallo stadio. Come se Parma fosse una metropoli… La Società ha risposto parzialmente. Qualche biglietto gratis per le scuole, ma si poteva fare molto di più per riempire lo stadio. Qualche dichiarazione sulla vicinanza dei tifosi (dovreste baciarvi le mani per essere a Parma), ma è arrivata immancabile la solita sparata: sentir dire da Ghirardi “Domenica sarà una partita fondamentale, che ci dirà se il nostro campionato sarà tranquillo e potremo puntare a ripetere l’ottavo posto dello scorso anno, oppure se dovremo pensare alla salvezza” ci ha lasciato per l’ennesima volta senza parole. Ottavo posto?!? Ma dove, ma con che squadra? Noi ci facciamo in quattro per far capire a tutti i tifosi che bisogna lottare per salvarsi, e poi leggiamo che il Presidente pensa ancora all’ottavo posto. Ma nemmeno se avessimo vinto 5-0 avremmo pensato ad una cosa del genere. Inspiegabile, all’arrivo del pullman della squadra la doppia fila di Steward e Polizia, chiaro segnale di chi ha paura, mentre il nostro messaggio era in tutt’altra direzione. Le associazioni di tifosi, a parole, hanno appoggiato la nostra iniziativa, ma poi allo stadio non ne abbiamo avuto un riscontro. C’è chi poi ha appoggiato l’iniziativa per scopi pubblicitari, come “I Nostri Borghi”, ma come abbiam sempre detto, senza polemica, a noi piaccion le cose che vengon dal basso, le bandiere fatte dalla gente, cucite dalla nonna, pitturate a mano, che hanno una storia e sanno di pullman o di treno, non gadget sponsorizzati. Il resto dei tifosi, invece, è rimasto passivo come sempre. C’era la carica giusta domenica? Avete portato le bandiere da casa? Avete visto una curva imbandierata? Domande inutili, le risposte le sappiamo bene tutti. Portarsi da casa una bandiera del Parma, quando gioca il Parma, è probabilmente ritenuto dai più una cosa da sfigati. Tanto ne tirano fuori dieci i Boys. Tifare la propria squadra cercando di salvarla da una caduta libera verso la retrocessione è forse una cosa che non interessa, forse troppo faticosa. Tanto ci sono le solite 150 persone che lo fanno. Contestare? Un coro, massimo due, dopo di che: vedi frase precedente. Il meteo non ha collaborato di sicuro, ma solo Marino riuscirebbe ad addossargli delle colpe. Domenica dovevamo dimostrare di meritarci almeno la salvezza, dovevamo dimostrare di meritarci la Serie A. Dal Parma ai tifosi, tutti insieme (appassionatamente) abbiam dimostrato, o di non tenerci, o di non essere all’altezza, di non essere da Serie A. Ci sbagliamo? Lo speriamo vivamente. Abbiamo un finale di campionato per smentirci, si parte da domenica prossima a Roma. Ma sappiamo già come andrà.
BOYS PARMA 1977 |