La rivoluzione nel calcio inglese PDF Stampa E-mail
Venerdì 14 Novembre 2014 16:38

Distante, dai prezzi esorbitanti degli abbonamenti, dagli steward onnipresenti e dai posticipi della Premier League, una rivoluzione è in corso nel calcio inglese.

 

 

Esiste un luogo dove i tifosi possono acquistare una birra artigianale e bere tranquillamente in piedi dietro la porta. Questo è un posto dove la segregazione dei tifosi non viene neppure presa in considerazione.

Il fautore di questo movimento è …  come viene spesso definita …  la plebaglia delle curve. Questa è una “rigorosa” definizione che spesso è tratta dai commenti dei media, dei vari opinionisti e dei politici di turno. Ma in realtà il loro livello culturale è del tutto diverso.

Li puoi incontrare per le strade di Londra dirigersi sud, verso Champion Hill, sede del Dulwich Hamlet FC. Li vedi marciare insieme verso lo stadio, con bandiere, sciarpe e tamburi sono i “The Rabble”, la curva, vogliono dimostrare che gli appassionati di calcio non sono aggressivi ma solo ironici e rumorosi. Ma c’è chi non capisce l’ironia.

Con le loro sciarpe fatte rigorosamente a maglia ed i loro occhiali da sole non c’è un accenno … a quello che viene comunemente definito come … la pericolosa plebaglia.

Ma sarebbe sbagliato semplicemente caratterizzare questa rivoluzione solo come la fantasia di alcuni trentenni della classe media, appena arrivati in una parte del capitale che è in fase di sviluppo urbanistico, che hanno scelto di tifare per un club di calcio vecchio di 121anni. Tra questa gente ci sono anche degli irriducibili tifosi del Dulwich che hanno seguito la squadra fin dall’infanzia e si ricordano ancora la vita nel quartiere nei tempi difficili.

Molti di coloro che sono nuovi residenti di Dulwich, erano già appassionati di calcio: tifosi del Manchester City, dello Shrewsbury Town, del Cardiff City, dell’ Arsenal, del Darlington e del Portsmouth, ma oggi stanno spalla a spalla a fare il tifo per l’Hamlet. Questo nuovo stato d’animo che esiste a Dulwich e in tante altre società dilettantistiche in tutta l’Inghilterra è un riflesso della disaffezione verso il nuovo calcio delle ricche serie superiori.

Spiegare il crescente appeal del calcio della non-league è complicato. Da una parte c’è un chiaro senso di nostalgia, tornare a un tempo in cui gli appassionati di calcio non erano considerati come clienti di un impresa e avevano il diritto di stare dove volevano, piuttosto che essere limitati in un posto a sedere numerato. Dall’altro, c’è un senso palpabile di costruire qualcosa di nuovo e di migliore: ‘For Future Football‘, come si dice in uno degli stendardi appesi sopra i pochi gradini di una curva all’aperto che la cosiddetta plebaglia chiama … casa.

Un sacco di persone sono stufe di andare alle gare di Premier League, ma sono ancora alla ricerca del vecchio calcio“, dice Bill Bliss, direttore della fanzine Stand:Io non credo che sia il calcio che si gioca in Premier League ad essere il problema, è come vivi quel giorno allo stadio, non essere in grado di andare con i tuoi amici dove ti pare, mille controlli e Il prezzo di ingresso troppo grande”.

Andando a piedi a Champion Hill giù per la Edgar Kail Way (dal nome di un leggendario attaccante di prima della guerra che ha segnato 53 reti in una stagione per l’Hamlet ed ha giocato con la maglia dell’ Inghilterra), un tifoso dice di aver “trovato più amici in un anno guardando il  Dulwich che in un decennio al seguito dell’ Arsenal“. L’elemento sociale è un tema ricorrente tra i fedeli del Dulwich.

Bagnall, che ha un abbonamento per  il Dulwich (al prezzo di 170 sterline), fa un a confronto con la sua esperienza al Champion Hill (“si tratta di persone che si divertono“) rispetto a quella nello stadio della sua squadra d’infanzia lo Shrewsbury Town, dove: “c’è uno stadio fuori città e l’atmosfera è stata completamente rovinata“.

Oggi all’interno dello stadio del Hamlet, c’è sempre un flusso costante di tifosi di ritorno dal bar “Tommy Jover” che preso il loro boccale se ne stanno in piedi a guardare la partita con la birra in mano.

Una campagna di marketing intelligente dice: ‘la partita del Dulwich Hamlet non sarà trasmessa in televisione’. All’inizio i tifosi pagavano quello che volevano al tornello. Sono così aumentati gara dopo gara.

Prima della gara di Ryman League con il Hampton & Richmond Borough, la speaker dello stadio ha chiesto un minuto di applausi in occasione del quarto anniversario dell’omicidio, in una sparatoria, di Rio McFarlane, un ex giocatore delle giovanili. Si vuole ricordare che ci sono gravi problemi sociali tra la folla dei tifosi del Dulwich e il club è ansioso di attirare il sostegno di tutti i settori della comunità. Nessuno escluso !

I tentativi altezzosi dei proprietari delle case residenziali non sono riusciti a  fermare la costruzione di un nuovo stadio del Dulwich Hamlet, quando quello vecchio (che ha ospitato il calcio alle Olimpiadi 1948) è diventato troppo fatiscente. La curva ha ideato una canzoncina in onore di coloro che sostenevamo che il nuovo stadio avrebbe potuto deturpare una zona del sud di Londra che somigliava al centro Italia:

Siamo il famoso Dulwich Hamlet e assomigliamo alla Toscana, alla Toscana!”

Molte canzoni da stadio hanno fatto le fortune del Dulwich Hamlet FC, create dalla “marmaglia” che lo segue. Sono adattamenti di canzoni di Chaka Khan, Diana Ross, The Specials e The Stranglers. Quest’ultimo, sulla base del brano del 1979  “Duchess“, è un inno ad un loro centrocampista.

“Vidal of Dulwich/ He’s going up/ They said he never will/ Sits in the midfield/ Sprays around passes

C’è anche un cenno al famoso inno dei vicini del Millwall FC.

Nessunoci conosce / Non ci interessa / siamo il Dulwich”

David Brown, 55 anni, è un vecchio fan del Dulwich e sicuro dice: “Siamo più aggressivi che a Millwall, noi siamo contro il mondo”.

Brown segue la squadra dal 1965 e non ha alcun risentimento per i nuovi  arrivati: “E’ una sorta di pubblico più giovane che si è trasferita nella nostra zona, giovani professionisti. All’inizio ci guardavano come marziani, guardavamo la partita da dietro la porta, passandoci delle caraffe di vino. Non lo avevano mai visto prima.”

Altrove nel mondo del calcio non-league, ci sono tante situazioni simili. I giocatori del North Shields hanno un gruppo di tifosi chiamato ‘Curva Nord’ che li segue ovunque nella Northern League Division One club. Alcuni hanno dei parenti nella squadra, altri sono ex compagni di scuola o colleghi di lavoro dei giocatori, questo rende il tifo di una squadra di non-league molto più radicale.

Lo stile degli ‘Ultras’ italiani oggi si vede in diversi club di lega inglesi, il più evidente è nella curva del Crystal Palace. Ma a livello di non-league, a lungo considerata dagli uomini di mezza età solo come un’alternativa domenicale a potare il giardino, o a portare il cane a fare una passeggiata, la vista di fumogeni accesi è un esperienza surreale.

Questo è evidente nell’ Old Spotted Dog Ground, la casa dei londinesi dell’ est del Clapton FC. Robin Cowan, 30 anni, è membro della Scaffold Brigada, un gruppo ultras che negli ultimi due anni è stato al seguito di una squadra dell’ Essex Senior League, il nono livello del calcio inglese. Prima della fondazione della Brigada, Clapton era in curva con venti tifosi abituali, ora le presenze sono cinque volte tanto.

Forse un futuro per il calcio morente è ancora possibile !

Ben Sherman

[FONTE: Sodalizio Lazio]