Ricordando Carmine Rinaldi, il Siberiano PDF Stampa E-mail
Lunedì 14 Aprile 2014 16:39

Quattro anni fa ci lasciava Carmine Rinaldi, il Siberiano, l’indimenticato capo ultrà della Curva Sud. Se n’è andato in quella inspiegabile giornata del 12 aprile del 2010, stroncato da un infarto.

 

 

Aggiungere altro a tutto quanto è stato detto in questi anni potrebbe risultare superfluo, ma qui non vogliamo disquisire per convenienza ma, semplicemente, per alimentare il ricordo di un uomo simbolo e guida della tifoseria granata , amico di tante esperienze e battaglie sportive. Ognuno di noi ha di lui un ricordo, un aneddoto che potrebbe raccontare a chi lo ha conosciuto poco o, sfortunatamente, mai incontrato. Essere ultras vuol dire innanzitutto amare, incondizionatamente, i propri colori, al di là di qualsiasi evento,ma anche rispettare gli avversari che sventolano una bandiera diversa. Carmine Rinaldi è stato il simbolo di un’epoca che non potrà mai ritornare, dalla quale però potremmo attingere dei valori importanti che vanno al di là del semplice evento sportivo. Un ricordo chiaro e senza fronzoli del Siberiano lo possiamo trovare in un libro, “Ultras stile di vita”, che hanno pubblicato i ragazzi del Nucleo Storico. Un’iniziativa veramente lodevole visto che con il ricavato è stato realizzato l’asilo “Salerno” in Tanzania. Ecco, tra queste pagine oltre ad una bella quanto affascinante full immersion nella storia del tifo granata, è possibile leggere qualche pagina dedicata proprio a lui. In questi anni la discussione che contraddistingue il mondo ultras, ma non solo, è l’istituzione della tessera del tifoso. Un’operazione fuori luogo e del tutto errata, la violenza bisogna prevenirla ma quando si manifesta va repressa con leggi ferree. Cosa avrebbe fatto Carmine in presenza della tessera del tifoso? Di sicuro non l’avrebbe accettata ma, probabilmente, avrebbe continuato a seguire la Salernitana che Carmine, come tutti quelli della sua età, non avrebbero mai deciso di lasciare sola.

[FONTE: La città di Salerno]