Non rispettò il daspo, tifoso amaranto assolto PDF Stampa E-mail
Martedì 28 Gennaio 2014 21:10

L’avvocato Melani: «In tre anni di obbligo di firma può capitare una volta di dimenticare di presentarsi in questura e il giudice mi ha dato ragione»

 

 

Non rispettò le regole del daspo, ma il giudice l’ha assolto. Una sentenza, arrivata pochi giorni fa, che ha riguardato C. D., tifoso amaranto.

Il questore aveva emesso un daspo nei suoiconfronti della durata di tre anni. Quindi, per quel periodo, niente partite del Livorno calcio, né in casa né in trasferta. Ne segue che, secondo quanto previsto dalla normativa, D. doveva presentarsi in questura e firmare entro i primi 30 minuti del primo tempo di ciascuna gara e, analogamente, entro la mezzora della seconda frazione di gioco. Ciò per dimostrare che non era allo stadio. Il 18 ottobre del 2009, il giovane, che oggi ha 28 anni, in questura a firmare non si era presentato. Una dimenticanza, come ha poi sostenuto lui. Ma lapolizia giudiziaria quella svista non gliela aveva perdonata. E il ragazzo era stato denunciato per non aver ottemperato l’obbligo di andare in questura, come previsto dall’articolo 6 comma 6 della legge 401/1989. Un reato per cui si rischia dai tre a diciotto mesi di reclusione oppure la multa fino a lire tre milioni di vecchie lire. Nel corso del processo, il pubblico ministero per D. aveva chiesto un anno di reclusione. Ma l’avvocato del giovane, Riccardo Melani, in aula ha dato battaglia. Il legale ha messo in evidenza che quella mancata firma costituiva un episodio isolato. «In tre anni di sospensione dalla frequentazione degli stadi – spiega Melani – e quindi stiamo parlando di un centinaio di partite, una volta può capitare di dimenticare di andare a firmare in questura. Il giudice mi ha dato ragione e il mio cliente è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”».

[Fonte: Il Tirreno]