Gemellaggi
Italia - Serbia: La sconfitta di Maroni e compagnia. |
Domenica 17 Ottobre 2010 09:00 |
Riportiamo qui di seguito, alcuni articoli trovati in rete, che analizzano quanto è accaduto martedì sera allo stadio Ferraris di Genova, durante la partita della nazionale, valida per le qualificazioni agli Europei 2012 Italia-Serbia. Crediamo debbano essere accertate le responsabilità di quanto accaduto, chi ha permesso tutto ciò, si faccia un "Mea culpa" e torni sui propri passi! Vorremmo evitare di addentrarci nel girotondo mediatico che si stà propagando ormai da giorni, un tran tran ridicolo e assurdo, in cui i veri colpevoli (grazie anche all'aiuto di giornali e tv, troppo impegnati a mettere in risalto la vita privata di questo ormai famigerato "Uomo nero"!!!) stanno passando in secondo piano, se non addirittura sotto l'uscio! Tutto quello che è accaduto stà a significare principalmente una cosa: il tanto ed elogiato sistema-sicurezza-calcio negli stadi italiani, fa acqua da tutte le parti (e poi volevano organizzare gli Europei)! Non erano le nostre bandiere o i nostri striscioni il vero problema per combattere la violenza! E non servivano neppure tutti i nuovi sistemi di controllo filtraggio, prefiltraggio, tornelli, sale GOS e tanto meno la Tessera del Tifoso (ma noi questo lo diciamo già da tempo!!!). E' giusto che chi di dovere, si faccia un'esame di coscienza (vero caro Ministro Maroni??) e che quanto è accaduto, non sia utilizzato come un'ennesima scusa per inasprire ulteriormente le leggi in vigore nei nostri stadi.
Buona lettura .
Italia 0 - Serbia 1mercoledì 13 Ottobre 2010
Nel 1999 la Serbia era sotto i bombardamenti della Nato... si parla di qualcosa come 600 bombardamenti aerei al giorno. Buona parte dei quali provenienti dall'Italia, che pure all'epoca era retta (vabbè si fa per dire) da un governo di centrosinistra, che però non fece nulla di diverso da ciò che avrebbe fatto un governo di centrodestra: ricevettero l'ordine (americano) di entrare in guerra, e da bravi leccaculo ci si misero. Qualche anno più tardi, il Kosovo dichiarò la propria indipendenza, con l'appoggio ovviamente degli USA e dei loro fidi servitori italioti... Basterebbero questi due avvenimenti per capire perchè gli italiani non siano affatto benvisti dai Serbi, a maggior ragione dai più nazionalisti. Qualcuno però si porrà la domanda: vabbè, ma la politica cosa centra col calcio? Dovreste porla a quel signore in foto, saprebbe spiegarsi bene... E ad ogni modo, lo sport è sempre stato veicolo di messaggi anche politici (il pugno alzato al cielo da Smith e Carlos in segno di protesta contro l'apartheid americano alle Olimpiadi in Messico nel 1968 non ha insegnato nulla? e la strage del "Settembre Nero" a Monaco nel 1972 nemmeno?), quindi si presume che una qualsiasi persona dotata di cervello avrebbe pensato a Italia-Serbia come ad una partita a rischio. E magari conoscendo le "doti" degli ultras serbi, avrebbe fatto preparare un cordone di sicurezza adeguatamente preparato ed attrezzato (anche numericamente) per contenerli. Ma siamo in itaGlia, dove otto anni fa sono riusciti a far disputare la partita con la Slovenia a Trieste... possiamo aspettarci che qualcuno ne capisca qualcosa!?! Detto questo, i Serbi hanno armato decisamente un bel casino per le strade di Genova, prima soprattutto ma anche dopo la partita... Dentro lo stadio tuttavia hanno fatto niente di più niente di meno che una gran sceneggiata: semplicemente non volevano che la partita si giocasse, e sono riusciti prima a ritardarla di un'ora, e poi a farla sospendere definitivamente dopo pochi minuti di gioco. La cosa che lascia basiti è che ci sono riusciti con una facilità disarmante, quasi comica. Nessuno scontro frontale, solo un fitto lancio di oggetti, qualche torcia e qualche bombone, un personaggio poco raccomandabile (ma pur sempre uno!) che ha preso per il culo un'intero stadio da sopra la vetrata di Marassi. Ed interminabili minuti a sfidare la polizia, quasi ad invitarli ad entrare, cosa che ovviamente i nostri "eroi" si sono ben guardati dal fare... Con questi presupposti, una ventina d'anni fa non si sarebbe mai dovuto giocare, nemmeno da queste parti! Ora, quando si parla di violenza negli stadi, si parla pur sempre di un problema a cui bisogna trovare una soluzione. Essendo io un tifoso, dal punto di vista istituzionale faccio parte a tutti gli effetti del "problema", quindi è un pò assurdo che vada io a proporre la "soluzione" (anche se sono convinto, riuscirei a fare molto meglio delle "menti pensanti" che decidono sulla pelle di tutti senza sapere un cazzo di niente...), tuttavia da tifoso ignorante e becero quale sono qualche domanda me la sono posta: tratto da http://millenovecentodieci.blogspot.com/
Italia-Serbia ma non doveva bastare la tessera?
di Maurizio Martucci mercoledì 13 Ottobre 2010
Qualificazioni Europei 2012, Stadio Marassi di Genova: in eurovisione è andata in onda l’ultima vergogna nazionale. Italia-Serbia è stato tutto e il contrario di tutto. Un devastante terremoto che non ha fatto altro che confermare la tesi avanzata nel mio ultimo libro CUORI TIFOSI: il tifo è un fenomeno sociale ed è limitativo circoscriverlo al semplice rettangolo di gioco. Ma ieri il tifo è stato pure qualche altra cosa in più. E’ stato fenomeno politico e para-politico, etnico e internazionale, religioso e pure di ordine pubblico: Kosovo, saluti cetnici, la Grande Serbia, una bandiera albanese in fiamme, il governo di Pristina, fischi all’inno nazionale, l’eco mai sopito dei seguaci di Milosevic e del bombardamento di Sarajevo nella guerra dei Balcani con l’avallo dal Governo D’Alema. Ma ieri è stato pure il giorno di prova della circolare amministrativa di Maroni numero 555 targata 14 Agosto 2009, alias Tessera del Tifoso. Ieri sera tutte queste componenti si sono mischiate in appena 6 minuti di calcio (sic!), contornati da un prima, durante e dopo che deve far riflettere, eccome! Stadio come palcoscenico catalizzatore di passioni e tensioni sociali. Stadio come vetrina, stadio come spot di propaganda politica, stadio come laboratorio di tecniche di controllo sociale di massa, stadio come banco di prova. Stadio d’Italia anno domini 2010, palestra di governo e di spericolate relazioni internazionali. La memoria di molti è fuggita alla tragedia dell’Heysel, la strage di Bruxelles del 1985 in cui perirono 39 vittime innocenti, in gran parte italiani. REDS ANIMALS, scrissero all’epoca i tifosi juventini su uno striscione issato a bordo campo. LE BESTIE ha titolato oggi in prima pagina la Gazzetta dello Sport. Più o meno lo stesso concetto, tifosi come animali, tifosi come bestie. Il dito puntato unicamente contro di loro. Però attenzione a non ripetere gli stessi errori del passato, perché dopo vari gradi di giudizio, insieme agli hooligans inglesi i tribunali belgi per l’Heysel condannarono pure UEFA, Gendarmeria e Borgomastro cittadino, ovvero autorità locali e internazionali preposte all’organizzazione e gestione dell’ordine pubblico nella giornata della partita. Per capire Italia-Serbia, bisogna avere il coraggio di rispondere a questi 10 interrogativi: 1. E’ vero che circa 400 dei 1.600 tifosi serbi presenti ieri nella ‘gabbia’ di Marassi erano stati già segnalati come mine vaganti? 2. E’ vero che, come riferisce il Presidente della Federazione Serba Tomislav Karadzic, la polizia italiana era stata avvisata dei pericoli da un rapporto inoltrato dai colleghi d’oltre Adriatico già il venerdì pomeriggio? 3. Perché gruppi di centinaia di tifosi serbi hanno liberamente manifestato in corteo per le strade di Genova (ci sono i video a testimoniarlo!) senza che nessuno intervenisse per tutelare l’ordine pubblico cittadino, nonostante atti vandalici disseminati lungo il percorso? (azzardando un parallelo, qualche giornale oggi ha pure scomodato il nefasto ricordo del G8) 4. A cosa sono servite le zone di pre-filtraggio e i tornelli dello Stadio Marassi se dentro l’impianto sono facilmente entrati bengala, torce e altro materiale pirotecnico? 5. Dov’erano gli steward al momento dei disordini, visto che in Italia presiedono i settori dello stadio, compresi quelli degli ospiti? 6. Perché gli steward non sono intervenuti quando il portentoso e tatuato Ivan Bogdanov (il tifoso con il mefisto sul volto) s’è arrampicato sulla vetrata? 7. Come ha fatto Ivan Bogdanov ad avere con sé un paio di pinze con le quali indisturbato ha squarciato le maglie della rete di protezione del settore ospiti? 8. A cosa sono serviti sconti su negozi on-line e sul biglietto della partita per i possessori dalla carta VIVA AZZURRO, detta semplicemente Tessera del Tifoso? 9. Perché gli agenti in tenuta anti-sommossa non sono entrati nel settore ospiti quando la situazione era ormai diventata ingovernabile? 10. Qualcuno adesso proverà a far passare l’associazione d’idee tifosi serbi uguale tifosi italiani, quindi che la Tessera del Tifoso è l’unico strumento utile per contrastare la violenza negli stadi? Leggere il passato per capire il presente. CUORI TIFOSI serve a non dimenticare (e a non ripetere certi errori)…
Scontri Genova: Tolti succhi frutta ai bimbi
Genova, 14 ott. (Apcom) - "Hanno sequestrato il succo di frutta a mio figlio mentre gli ultrà serbi hanno introdotto all'interno dello stadio cesoie, fumogeni e bombe carta". E' l'accusa di un padre di famiglia genovese che, dopo la guerriglia di martedì sera a Marassi, ha inviato una lettera al quotidiano Il Secolo XIX per sottolineare la disparità di trattamento tra tifosi italiani, sottoposti a controlli severi e a volte eccessivi all'ingresso dello stadio e hooligans serbi, lasciati liberi di portare con sé all'interno dell'impianto razzi e altri oggetti contundenti. "Il solerte steward - si legge nella lettera - ordina di togliere e consegnare la maglia che mio figlio più grande porta al collo con i colori della sua squadra. Mio figlio si vede così estirpare la maglia desiderata e tanto amata trattenendo a stento il pianto. Chiedo il suo nome - prosegue la missiva - per denunciarlo in Procura il giorno dopo per sottrazione e furto ai danni di minore, nel frattempo a mio figlio più piccolo tolgono il cartoncino col succo di frutta ed io urlo al vento il mio sdegno nei confronti di questo Stato debole coi forti e forte coi deboli, che si accanisce con le persone per bene. Non porterò mai più i miei figli a vedere la Nazionale - conclude la lettera al quotidiano genovese - perché tutto ciò che rappresenta non merita più, e da un sacco di tempo, il rispetto della gente per bene come noi, che se la vadano a vedere solo quelli che mettono a ferro e fuoco una città e per questo vengono poi scortati dentro lo stadio a delinquere come meglio credono".
La sconfitta del Ministro Maronidi Paolo Cento tratto da tuttomercatoweb.com Quanto accaduto in occasione di Italia-Serbia a Genova rappresenta la sconfitta più plateale del ministro dell'Interno Maroni. Il modello sicurezza del calcio italiano viene messo in crisi da 200 nazionalisti serbi facendo saltare ogni forma di prevenzione, nonostante la prevedibilità di quanto accaduto. A Genova abbiamo avuto la conferma che 15 anni di leggi speciali sul calcio e la tessera del tifoso fanno parte di una struttura ideologica e repressiva inutile ed inefficace, che toglie diritti e libertà senza garantire sicurezza e prevenzione. A Genova è caduta un'altra bugia: la favola che il calcio possa essere di per sé un'isola felice dove, in nome di una passione popolare, si possa eliminare il conflitto e le contaddizioni spesso drammatiche e violente di una societa in crisi. Anzi proprio l'eccessiva spettacolarizzione e deriva mediatica amplificano il palcoscenico-calcio, che diventa un formidabile luogo di espressione di questa crisi con buona pace dell'ipocrisia di chi vorrebe lo stadio come un teatro e la partita come un set asettico, da vedere solo come clienti della televisione. Facciamo una sforzo serio, tutti quanti, per aprire una riflessione seria sul calcio e non cadiamo nella retorica. La violenza si combatte innanzitutto con una grande opera di verità, chiedendo innanzitutto al ministro Maroni e ai vertici organizzativi del calcio italiano di rispondere a questa domanda: come mai nonostante il modello sicurezza del ministro Maroni, 200 estremisti serbi hanno potuto portare a Marassi bastoni e coltelli? Aspettiamo una risposta convincente.
|