Intervista ai membri più vecchi della sezione di Fidenza PDF Stampa E-mail
Martedì 19 Novembre 2013 02:26

Riportiamo il testo dell'intervista ai membri più vecchi della sezione di Fidenza (già apparsa sulla fanzine di Parma-Lazio), con una diversa galleria fotografica ed alcune inedite. Buona lettura!

 

Quest’intervista è nata dal bisogno, da eredi della sezione di Fidenza dei Boys, di avere maggiori notizie riguardanti la nostra storia, quella nata per le strade, la stazione ed il casello di Fidenza, al seguito del Parma Calcio. Sentimento rafforzato dal fatto che il 2013 segna il 30° anniversario della fondazione ufficiale della sezione (la prima dei Boys), quando nella trasferta di Rimini (stagione 1983-84) venne appeso il primo storico striscione.

Quest’incontro è stato organizzato da noi ragazzi tra i 20 ed i 30 anni il 22 Marzo 2013, andando a chiedere ai fondatori, o comunque ai membri più anziani, di rispondere ad alcune domande che avevamo preparato e passare un buon momento assieme tra racconti, aneddoti e qualche progetto per il futuro. Ai nostri quesiti hanno risposto G. S. “Pupi” (P) e E. (E) (ma anche altri erano presenti), due persone che già rappresentano due generazioni diverse (di poco) dei Boys e della sezione di Fidenza.

 

 

 

-Quando è nata effettivamente la sezione di Fidenza dei BOYS? La prima foto con lo striscione della sezione risale alla trasferta di Rimini della stagione 1983/84.

P: “Sì, la sezione è nata ufficialmente in quell’annata, ma già da quella prima c’era un gruppo di ragazzi fisso (noi) che andava a vedere il Parma da Fidenza

 

Rimini - PARMA (1983-84)

 


-La prima sciarpa quando è stata realizzata?

P: Attorno al 1986, era quella giallo chiaro con la scritta “Boys Parma sez. Fidenza”, successivamente ne facemmo fare altre 50 ad Imperia e le vendemmo a 5.000 lire l’una, ma erano in raso con la scritta “Gladiators” e i due elmi ai lati. All’epoca andava molto di moda farle in raso, perché così le avevano gli ultras della Roma che erano un modello per tutt’Italia.


 

 

-Oltre al primo striscione blu con scritta gialla, ne sono esistiti altri come quello lungo “Gladiators Fidenza”, “Brigate” e “Viking”, come si spiega quest’abbondare di striscioni legati allo stesso sottogruppo?

P: Dunque, il primo in assoluto è stato quello blu con scritta gialla (BOYS sez. Fidenza), successivamente è venuto “Gladiators Fidenza” che era molto lungo ed occupava una grossa parte della balaustra, sia in casa che in trasferta, successivamente sono venuti “Viking” e “Brigate” realizzati dai più giovani della sezione.


E: “Viking” e “Brigate” li avevamo dipinti a mano nel cortile di casa di Sibe (storico membro della sezione nda).

 

PARMA - Pisa (1984-85)

 

 

 

-Esisteva, e se sì dove, un ritrovo fisso della sezione?

P: Sì, il Bar “Garden” Sport che si trovava in via Cavour.

 

I Boys sez. Fidenza "Gladiators" fuori dal Bar Garden



-Il rapporto con i gemellati com’era (all’epoca, negli anni ’80, si parla solo di Spezia ed Empoli)?


P: Buono, anche se non esistevano delle vere e proprie amicizie da parte di noi fidentini con i gemellati, ma il rispetto ovviamente non mancava mai. Erano esistiti comunque altri gemellaggi (di brevissima durata) con Modena e Piacenza, in chiave soprattutto anti-reggiana o cremonese, senza dimenticare quello col Cesena risalente agli ultimi anni di B.


A tal proposito ricordo l’episodio della trasferta di Barletta (3 Gennaio 1988). Partimmo in 21 da Parma (di cui 6 di Fidenza) ed arrivammo nella città pugliese alle 10.30 con il “Torino-Lecce”, appena usciti dalla stazione fummo accerchiati dai barlettani e successivamente si presentò il presidente del Barletta che dopo averci accolto ci affidò agli ultras locali i quali ci portarono a pranzo, senza farci pagare niente, in seguito incontrammo i giocatori del Parma che ci consegnarono i biglietti per entrare allo stadio. Finì 1-1, ma questo esula dall’unicità di quella trasferta e dall’importanza che ebbe per il Gruppo dato che fu la prima nel Sud Italia.


Boys Parma a Barletta (1987-88)

 

 

-E le rivalità?

P: Per Fidenza il primo nemico era Cremona, solo dopo veniva Reggio Emilia o Bologna, perché, data la posizione geografica, si era più vicini, inoltre è importante ricordare che i cremonesi cambiavano spesso il treno a Fidenza quando si spostavano in trasferta e se non avevamo impegni al seguito del Parma era per noi come un gioco andare a provocarli in stazione, mostrando le nostre sciarpe mentre loro ripartivano (o quelle rubate) e sottoponendoli a pesanti sassaiole.


E: Anche con i genoani esisteva una grossa rivalità, come del resto per i Boys tutti.

 

PARMA - Cremonese (1987-88)

 

Reggiana - PARMA (1989-90) amichevole

 

 

-Ma questa foto a quando e dove risale?

P: Dunque, qui eravamo a Piacenza, doveva essere l’85-86 (non ricordo bene), eravamo andati solo noi di Fidenza in treno con questo striscione occasionale bianco con la scritta dipinta.


 


-Come interagiva la sezione di Fidenza con il direttivo dei Boys?

E: Nei primi anni i rapporti li teneva soprattutto Sibellius, tuttavia il concetto di direttivo era diverso da come lo concepite voi adesso o addirittura com’era negli anni ’90 e  primi 2000 (dove solo un pugno di persone prendeva in definitiva le decisioni); prima negli anni ’80 il Gruppo andava avanti anche grazie ad una sola persona che trascinava gli altri, come poteva essere C. F. C’è anche da dire che chi veniva da fuori Parma città era considerato esattamente come tutti gli altri, ma contava un po’ meno nelle decisioni interne al Gruppo, anche se questo non ha impedito il formarsi di buoni e solidi rapporti (anche personali) con i membri del direttivo (anni ’90) stesso.


P:  E’ importante, inoltre, considerare che nelle decadi passate c’erano molti personaggi che hanno fatto a modo loro la storia dei Boys pur senza mai entrare nel direttivo.

Riguardo a noi posso dire che inizialmente eravamo molto indipendenti, chiaramente eravamo sempre in contatto con gli altri ragazzi di Parma, ma c’era molta libertà di azione, anche nelle trasferte, a volte fatte separatamente (la maggiore fu in 150 a Cremona sul finire degli anni ’80). Sono stati i più giovani come Edo che successivamente negli anni hanno cominciato a partecipare attivamente alle riunioni.

 

 

-La politica ha mai fatto parte della sezione?

P: No.



-Che opinione avete dei Boys di adesso?

E: Estremamente positiva, soprattutto per come vanno le cose adesso per chi va allo stadio; sarei un ipocrita a dire che non sono contento che ci sia ancora gente che nonostante tutto porta avanti lo striscione ancor’oggi. Certo se guardo la Curva non mi piace, ma non per colpa dei Boys, perché è colpa delle norme anti-tifo che hanno cambiato completamente il modo di andare allo stadio, inoltre è cambiata la mentalità dei ragazzi in generale che non hanno più voglia di impegnarsi in qualcosa e lottare per difendere quello che sono riusciti a creare, per cui sono molto felice quando vedo che c’è qualcuno tra di essi che va in controtendenza e vuole dare il suo contributo alla Curva e quindi al Gruppo. A questo si aggiunge anche il fatto che una volta se volevi vivere lo stadio l’unico modo era andarci, non c’erano televisioni che trasmettevano le partite in diretta, al massimo potevi ascoltare la radio; nel mondo ultras le foto non erano così sdoganate come ora, o conoscevi il fotografo e te le facevi mandare o aspettavi Supertifo (ma già  più avanti negli anni). Questo per dire che Internet è un bene, perché ti permette di poter aver accesso a molte informazioni (ultras in questo caso), però non c’è più la soddisfazione di essersi “sudato” quel qualcosa a cui si aspirava, con il rischio che l’eccessiva mole d’informazioni porti al risultato contrario spacciando falsità per vere.

 

Brescia - PARMA (2010-11)

 

 

-Cosa vuol dire per voi essere ultras?

E: Partecipare alla vita del Gruppo (organizzazione del tifo, riunioni, ma anche serate assieme), seguire sempre la squadra in casa e soprattutto in trasferta, ultras vuol dire fedeltà: agli amici, alla maglia, alla città. Secondo me chi segue per un anno o due per lascia perdere non è (mai stato) un ultras e nel tempo c’è stata tantissima gente che ha fatto così, poi chiaramente ognuno ha la sua vita, però io che ancor’ora dopo quasi trent’anni vengo ancora allo stadio mi sento di parlare così, perché è la mia natura.



-Come era, una volta per voi, andare in trasferta? E com’era vissuta nei giorni precedenti?

E: Una volta la trasferta era soprattutto “andare in treno” e non c’erano quei controlli che invece ci sono adesso, negli anni ’80 difficilmente venivi scortato, mentre successivamente il “metodo” si è più standardizzato ossia arrivi al casello/stazione e vieni scortato fino allo stadio. Inoltre era più facile “incontrarsi” con le altre tifoserie e questo era parte integrante della trasferta, pertanto si rimaneva delusi se non succedeva nulla in certe situazioni; tutto questo senza doversi preoccupare di ripercussioni immediate e/o limitative da parte dei tutori dell’ordine.

(l’andar allo stadio senza scorta e (quasi) in incognito l’abbiamo sperimentato anche noi in questi due/tre anni senza Tessera Del Tifoso)

E infatti la situazione che mi descrivete è molto simile a come la vivevamo noi, ma non nello spirito, nel senso che per noi era normale, mentre per voi è una reazione ad un sistema che vi vuole tenere a casa.



-L’ultras è già di per sè una “sottocultura”, ma all’interno della sezione esistevano anche altre “sottoculture” come paninari, mods, metallari, punk, ecc… ?

Non propriamente, diciamo che c’erano alcuni paninari, ma perché era la moda dell’epoca, un po’ come adesso c’è quella “casual” (anche se questa è propriamente legata allo stadio a differenza del paninaro che era comunque indipendente da quest’ambiente nda).



-Tornando al discorso “direttivo/riunioni”, andavate già nella sede odierna di via Calestani?

E: Sì, abbiamo partecipato anche alle riunioni nei precedenti posti e conseguentemente pure a quelle nella sede di via Calestani dopo la sua apertura (1997 nda).



-Abbiamo notato, nelle foto delle annate, che gli striscioni e stendardi della sezione non vengono più esposti dalla metà degli anni ’90 in poi (negli ultimi anni noi giovani abbiamo ricominciato a portare “GF Ovunque” in trasferta e, all’inizio di questa stagione, realizzato una nuova bandiera della sezione), come mai?

E: Perché ero rimasto da solo a frequentare assiduamente il Gruppo e senza l’aiuto di un ricambio generazionale, non sentivo più il senso di portare uno striscione o uno stendardo che aveva significato così tanto, per molti, allo stadio, perché la realtà dietro al quale è stato costruito non esisteva (quasi) più.

 

Sampdoria - PARMA (2012-13)

 

Triangolare estivo Perugia - PARMA - Livorno (2013-14)