Il modello inglese: £ 1500 per esporre uno striscione PDF Stampa E-mail
Sabato 18 Maggio 2013 17:53

Un tifoso dello Yeovil Town, euforico dopo aver catturato l'attenzione delle telecamere con il suo striscione "Little Old Yeovil" durante la semifinale dei playoff di League One, sperava di ripetere l'esperienza nella finale di Wembley contro il Brentford. Ma aveva fatto i conti senza l'oste della locanda "Calcio Moderno".

 


 

Dopo aver contattato sia gli uffici dello stadio di Wembley che quelli della Football League per i permessi, si è sentito rispondere che a causa delle dimensioni dello stesso, avrebbe dovuto sborsare una somma a ben 4 cifre.

Tutto ciò perché, dovendo lo striscione passare sopra le teste dei tifosi, avrebbe richiesto all'organizzazione dell'evento una supervisione della stessa procedura di esposizione, affinché non fosse minata la sicurezza di ci vi si fosse trovato al di sotto dello striscione.

Così, da Wembley, hanno ritenuto opportuno richiedere 1.250 sterline (o pound che dir si voglia) più il VAT, ossia il corrispondente della nostra IVA. Per i meno informati in materia di cambio monetario, stiamo parlando di quasi 1.800 €.

Mr Cabell, il richiedente, ha dichiarato: "Solo quando la Football League ci ha inviato il documento con cui ci chiedeva i dettagli di ciò che avremmo realizzato, ci siamo resi effettivamente conto di quanto ci sarebbe costato in termini economici. Il calcio moderno è davvero impazzito".

"Lo striscione era stato realizzato quasi per scherzo visto che solitamente ci si rivolge alla nostra squadra come 'Little old Yeovil' (piccolo vecchio Yeovil) anche se in realtà, in campo, stiamo dimostrando di non esser più così piccoli".

"Sarebbe stato bello vederlo nuovamente inquadrato su 'Sky' ma purtroppo così non sarà. Non c'è molto che io possa fare visto che non intendo sborsare quella cifra e non credo che altre persone vogliano farlo".

"Non credo di dover pagare per portare una bandiera di qualsiasi tipo in nessuno degli stadi del paese e quindi non capisco perché mai debba pagare per farlo a Wembley".

Un portavoce della Football Association, la Federcalcio Inglese, ha detto: "Il prezzo è in linea con tutti gli altri contratti che abbiamo già in essere".

"Dovremmo predisporre una squadra di otto persone per essere sicuri che lo striscione sia manovrato in sicurezza al di sopra delle teste dei tifosi all'interno dello stadio. Il costo è per garantire appunto questa forza-lavoro in più".

"È qualcosa che dobbiamo obbligatoriamente fare dal punto di vista della sicurezza, per essere certi che non sia messa a rischio l'incolumità della gente".


L'articolo originale lo trovate sulla Western Gazete. Commenti ulteriori non sono nemmeno necessari, certi casi sono davvero auto-qualificanti e soprattutto rendono la reale dimensione di quanto questo fantomatico "modello" sia efficace, necessario o davvero a misura di tifoso o, ancora, come dicono i cialtroni penna alla mano del nostro paese, utile per "riportare la gente allo stadio", per riportare il tifoso al centro del calcio: sì del Centro Commerciale del calcio, al massimo.
Detto questo, giusto per concludere, un pensiero non può che collegarsi immediatamente all'albo degli striscioni: chissà che un domani non pretendano di farseli pagare, prima ancora di autorizzarli. Il caso inglese dimostra che non sono ipotesi fantascientifiche. La realtà pratica dimostra che ad ogni piccola cessione di libertà, ad ogni piccolo compromesso che si accetta per - come si dice - "inevitabilità degli stessi", si spiana il campo a nuove ed ulteriori angherie nei confronti dei tifosi, sempre più intesi come parte passiva usufruttuaria di un prodotto commerciale, non più certo come comunità padrone morale della squadra in quanto espressione diretta del tessuto sociale a cui si riferisce. Dal divieto di tamburi e megafoni agli striscioni da autorizzare, passando poi per i biglietti nominali, alla criminalizzazione della pirotecnica, alla schedatura di massa, agli arresti preventivi e a quelli in differita.

Se chi ad un certo (qualsiasi) punto abbia detto "NO" al Governo del "Fratello maggiore" di George Orwell gliela abbia data davvero vinta, è un sottilissimo e largamente discutibile punto di vista.

Matteo Falcone, Sport People.

 

[FONTE: Sport People]