Modello inglese, quale futuro? PDF Stampa E-mail
Domenica 30 Dicembre 2012 11:22

La sezione della BBC che si occupa di Sport ed in particolare di “football”, recentemente ha pubblicato una notizia che ha fatto riflettere qualcuno e tremare qualcun’altro. La notizia diceva grossomodo che 13 club di varie categorie del calcio inglese, tra i quali anche il Watford, hanno richiesto, unitamente alla “Football Supporter Federation”, di reintrodurre nei propri stadi i cosiddetti”safe standings” più comunemente conosciuti come “posti in piedi” o “gradinate”.

 

Questo tipo di settori che hanno fatto la storia degli impianti inglesi (ricordiamo tutti le folle ondeggianti negli Anni Settanta dietro le porte)ma anche la tragedia, sono stati messi fuori legge proprio dopo un giorno tragico per il calcio anglosassone, la famigerata strage di Hillsborough del 1989 durante la quale morirono 96 tifosi del Liverpool. La Lega inglese, dal 1994, successivamente al dossier sulla strage allo stadio di Sheffield del parlamentare della Camera dei Lord, Peter Taylor, ha introdotto una legge secondo la quale gli stadi del Regno Unito avrebbero dovuto essere solo “all-seater stadia” cioè impianti con solo posti a sedere. Oltre a ciò sono state introdotte tutte le norme che comunemente in Italia vanno sotto il nome di “modello inglese”.

La FA e il Governo hanno seccamente risposto di “no” ad ogni volontà di reintrodurre quel tipo di settore perchè altamente pericoloso per l’incolumità non solo degli adulti ma anche delle parti sociali più giovani in quanto si potrebbero verificare incidenti gravi dovuti alla mancanza di sicurezza che un posto a sedere comunque garantisce. Inoltre fa sapere la Premier League, il corpo di sicurezza degli stadi, pubblico e privato, da quando sono stati introdotti i posti a sedere in tutto lo stadio, ha registrato un miglioramento nel controllo delle masse di gente che si recano a vedere il calcio ed un incremento della presenza delle famiglie negli stadi. Quindi il calcio ha registrato una “riapertura” a quelle parti sociali che magari preferivano andarsene al parco piuttosto che “rischiare” allo stadio.

Così le due istituzioni calcistica e politica, FA e Governo, hanno chiuso la questione.

I dubbi, però, restano, perchè rigurgiti di intolleranza alle leggi ed alle misure messe in campo dalla Giustizia e dai club per “incanalare” la smania di violenza che c’è in determinate parti della società inglese, forse stanno riemergendo, testimoniate anche dal recente episodio che ha riguardato Rio Ferdinand, colpito in testa da un oggetto durante il derby di Manchester. O, forse, non si sono mai sopite, come dimostrano i fatti accaduti nell’Agosto del 2009 fuori dallo stadio di Upton Park durante il pre-partita del secondo turno di Carling Cup tra West Ham e Millwall quando un padre di famiglia e tifoso del Millwall, si è beccato una coltellata in pieno petto davanti ai propri figli di 17 e 18 anni, solo perchè inavvertitamente si era diretto verso l’entrata sbagliata, quella dei tifosi del West Ham, con la propria famiglia. L’incontro ha anche visto l’invasione di campo da parte dei tifosi “claret and blue” come testimonia una foto scattata da un reporter e venduta al Mail, nella quale un tifoso è raffigurato in mezzo al campo con gli occhi iniettati di odio nei confronti dei “rivali”. Il commento alla foto diceva:”West Ham fans invade the pitch during the Carling Cup Second Round match at Upton Park which ended in violence”.

I dubbi sono tanti, dunque, perchè il cosiddetto “modello inglese” testato recentemente anche dai tifosi friulani che si sono recati a Liverpool, incute sì timore nel supporter che ha l’intenzione di “sgarrare”, ma può anche essere benissimo scavalcato dagli odi e dal livore che la gente si porta sempre dentro a tutte le latitudini del mondo e, come visto, non ci vuole niente per oltrepassare i limiti, anche strutturali, e darsi al “nemico”.

Queste richieste di reintrodurre i settori in piedi da parte soprattutto della Federazione dei supporters, fa riflettere sul fatto che le restrizioni fanno male, sono restrizioni è perciò forse iniziano a dare fastidio. Qualcosa inizia a scricchiolare?.

Nel Regno Unito c’è da anni una spinta al ritorno al “safe standing”, e molti fanno notare che questo si verifica già nelle divisioni inferiori alla Premier League e alla Championship, quindi la richiesta fatta ultimamente è solo una delle tante, ma è anche vero che i progressi fatti sono ora messi a dura prova da questa nuova “spinta al passato” surrogata anche da club come l’Aston Villa che ha messo in campo il proprio “chief executive” ed il sovrintendente della Polizia delle West Midlands, i quali hanno partecipato, Martedì 11 Dicembre, al dibattito “The Case for Safe Standing in Football” organizzato dalla Football Supporters Federation presso Portcullis House (Westminster) con uno scambio di vedute finale tra relatori e pubblico. Il progetto dibattuto è stato studiato da esperti del settore che hanno tentato di mettere sul tavolo tutte le possibilità per reintrodurre gli spalti in piedi.

Viste queste richieste, è chiaro che qualcosa si sta muovendo se c’è la volontà di ricreare quello che per tanti anni si è voluto abolire con fermezza anche se la FA si oppone. La stessa FSF ha sottoscritto una petizione online per raccogliere firme a favore del progetto.

Inoltre il cosiddetto “modello inglese”, dalla nascita si porta dietro un “neo” importante, quello, se si guarda alla questione da un certo punto di vista, di avere allontanato, tramite prezzi molto alti, una fetta di tifosi che secondo luogo comune erano quelli maggiormente turbolenti. Sugli spalti di molte partite ci sono tifosi di medio status sociale, e sono distribuiti ovunque, dunque anche nei settori in cui magari una volta poteva andare chi aveva una provenienza più umile e teoricamente (niente luoghi comuni…) più propensa a fare caos.

Chiaro che a ogni partita i tifosi potrebbero entrare in campo, se volessero e decidessero di farlo tutti assieme travolgendo gli steward. Inoltre, insulti e improperi si sprecano, e lo si vede anche in tv, ma non sempre ci si rende conto di questo, da casa. Va detta una cosa: se uno entra in campo o perde la testa, viene colpito da DASPO (ASB come lo chiamano loro) o cacciato dal club stesso, ma a differenza di quanto accade nel mondo del calcio italiano non c’è poi nessuno che alla partita successiva chiede “giustizia per i diffidati”. Detto questo, però, va anche ribadito che le maniere forti che si utilizzano nel Regno Unito possono, alla lunga, anche creare una “frustrazione da ordine” che può ripetere episodi come quello del 2009 dove, certamente, si incontravano due rivali storiche come West Ham e Millwall, anche a livello di tifo, ma comunque il sistema ha dimostrato una falla che può essere in qualsiasi momento riaperta, anche perchè, le frustrazioni e gli stimoli alla violenza di gente che magari per tutta la settimana è frustrata da disoccupazione o è dedita all’alcool o è depressa da turni e imposizioni a livello lavorativo, non le possono fermare se si scatenano in massa. Inoltre, per riprendere quello che si diceva sull’esclusione di parti sociali “più popolari”, dalle quali, non dimentichiamo, è nato il calcio in Inghilterra, citiamo De Biasi, il quale nell’inroduzione del proprio studio sociologico ‘Mito e realtà del calcio inglese’, dice:”Potremmo dire che lo stadio rishia di divenire, in questa prospettiva, uno dei nuovi scenari dell’esclusione sociale, a dispetto delle origini popolari del football d’Oltremanica”.

Una teoria del sociologo inglese John Williams dice che:”Oggi le autorità calcistiche sono passate da una “cultura del contollo” ad una “cultura della siurezza”. Noi ci permettiamo di dire che forse ora tutta questa sicurezza inizia a non essere più tollerata dalle masse che frequentano gli stadi, anche a costo di sacrifici economici, e questo è un problema che il cosiddetto “modello inglese” dovrà affrontare al più presto visti anche gli interessi che potrebbero crearsi per gli stessi club, tenendo ben presente, però, i 96 morti di Sheffield che ancora stanno pretendendo giustizia e i recenti fatti di Sunderland (cfr. articolo del blog: Il Sunderland espelle 38 tifosi).

Massimo Giuri

[FONTE: Udinese Blog]

Vedi anche:Il Sunderland espelle 38 tifosi - Il club: "Stavano sempre in piedi"

Vedi anche:Il modello inglese che non vi raccontano