Per non dimenticare: Julien Quemener PDF Stampa E-mail
Giovedì 13 Dicembre 2012 10:02

La vicenda di Julien Quemener, per molti versi, è simile a quella di Gabriele Sandri. Julien era un ragazzo parigino di 24 anni, tifoso del Paris st.Germain, che seguiva abitualmente dal “Virage Boulogne” (Curva Boulogne). Venne tragicamente ucciso da un colpo di pistola sparato da un’agente di polizia il 23 novembre 2006, al termine del match di Champions League fra il Paris St. Germain ed il Maccabi Tel Aviv.

 

La partita si è conclusa col risultato di 4-2 per gli israeliani, e si è disputata secondo il quotidiano L’Equipe “in un clima malsano fatto di provocazioni reciproche”. Al termine della partita un sostenitore di origine ebraica, Yaniv Hazout, sarebbe stato attaccato da alcuni hooligans parigini. Sempre secondo il celebre quotidiano francese, gruppi di sostenitori del PSG avrebbero scandito slogan antisemiti e minacciato fisicamente Hazout. A questo punto interviene un poliziotto di origine caraibica, Antoine Granomort, che quella sera si trovava in servizio di vigilanza esterno. Secondo la sua versione dei fatti, i tifosi parigini l’avrebbero aggredito spintonandolo e facendogli perdere gli occhiali, tanto che in preda al panico da terra avrebbe sparato un colpo senza preavviso colpendo in pieno petto Julien e ferendo ad un polmone Mounir Bouchaer. Secondo molti testimoni invece Granomort avrebbe sparato in piedi ed in una situazione di calma. “E’ un poliziotto!” avrebbero gridato gli assalitori secondo il giornalista de “L’Equipe” Philippe Broussard, che avrebbe udito grida come “Sporco negro!” e “Blu, bianco e rosso: la Francia ai francesi!”. L’arma ha dunque l’effetto di rivelare la professione d Granomort, ma anche di attirare la folla inferocita e di costringere il poliziotto a nascondersi all’interno del McDonald di Porte Saint-Claud davanti all’omonima fermata della Metro. La polizia interviene subito dopo la distruzione delle finestre per disperdere coloro che stanno tentando di introdursi nel locale.

Sul fatto piovono molte denunce da ambienti sportivi e politici: l’intera Virage Boulogne punta l’indice contro l’agente, mentre il procuratore di Parigi Jean-Claude Marin la mattina del 24 novembre sostiene che l’auto-difesa è un diritto degli agenti di polizia, prima ancora che l’Ispettorato Generale abbia aperto un inchiesta sull’accaduto. Per il giornale “Liberation”: “Il Virage Boulogne è frequentato dalla maggior parte degli ultras parigini, che fra le altre cose si distinguono per fare il verso della scimmia ogni volta che un giocatore nero tocca il pallone”. I supporters parigini che manifestano contro la morte di Julien al grido di “Potere assassino”, secondo Pierre Marcelle giornalista di Liberation, rivendicano il “Diritto alla ‘ratonnade’ (La ratonnade è il termine con cui i francesi definiscono la violenza di stampo razzista verso le popolazioni nordafricane)…”. Nicolas Sarkozy, allora Ministro degli Interni, annuncia lo scioglimento forzato dei club e delle organizzazioni di tifosi che non si dissociano apertamente dalla violenza e dal razzismo, mentre il segretario del Partito Comunista Francese Marie-George Buffet chiede che il PSG giochi l’intero campionato a porte chiuse e Francoise de Panafieu, sindaco del 17° distretto di Parigi chiede che il PSG non percepisca più la sovvenzione annuale di 2,3 milioni di euro prevista dal Comune di Parigi. Come nel caso di Gabriele Sandri, nell’immediato siamo in presenza di una distorsione dei fatti e del tentativo di strumentalizzare gli accadimenti da parte della politica. Consentiteci il paragone: siamo in presenza di veri e propri porci che sguazzano nel fango!

Molte tifoserie in tutta Europa esprimono la propria solidarietà attraverso striscioni che chiedono “Giustizia per Julien” o che gli augurano semplicemente di riposare in pace: Milan, Parma, Livorno, Siviglia, Espanol Barcellona, Universitatea Craiova, Steaua Bucarest, Slovan Liberec, Losanna, Sion, Hajduck Spalato, Charleroi, Losanna, Sion, Panathinaikos e molte altre, mentre i sostenitori di Chelsea e Porto inviano dei fiori. Anche in Francia il Movimento Ultras esprime la propria solidarietà, chiedendo a gran voce un “indagine approfondita” per conoscere la verità su un ipotetico errore di polizia, dal momento che tutte le conclusioni “ufficiali” vanno in una direzione falsa ed illegittima. In occasione di Nantes-PSG disputata subito dopo i fatti, alcuni sostenitori del Nantes partecipano alla marcia silenziosa dei tifosi parigini, ed offrono loro una corona di fiori. I tifosi del Saint-Etienne in trasferta a Reims espongono due striscioni: “Che sia fatta giustizia per Julien e Mounir” e “Troppa repressione, nessuna giustizia”. Lo stesso fanno i sostenitori dell’Olympique Marsiglia a Lens e quelli del Brest a Tolosa. In tutti gli stadi francesi, senza eccezione, è stata affissa una bandiera in memoria di Julien. In alcuni stadi, come per esempio Strasburgo, i sostenitori si vedono impedire di esporre messaggi di cordoglio e solidarietà, e gli striscioni vengono strappati da stewarts e poliziotti.

L’Associazione Boulogne Boys (l’Associazione che raggruppa tutti i tifosi ed i gruppi organizzati del Virage Boulogne) per ricordare un ultima volta Julien, organizza una “marcia silenziosa e non rivendicativa” domenica 3 dicembre 2006 in seguito al rinvio di PSG-Tolosa, partendo da Place d’Europe fino al deposito degli autobus della RATP dove il ragazzo venne colpito a morte dalla pallottola sparata da Granomort.

Il governo francese introduce in seguito a questo fatto misure simili a quello italiano, con il divieto di accesso agli stadi per i responsabili di disordini e l’obbligo di presenziare al commissariato di polizia durante le partite. In occasione di PSG-Aek Atene del 22 febbraio 2007 gli interdetti sono 204 su 300 conosciuti dalla “Direction centrale des Renseignements généraux” (una sorta di “intelligence” dei servizi segreti francesi).

Si noti che al tempo Antoine Granomort era sotto processo per frode e falsa denuncia. Per questo fatto nell’aprile 2007 è stato condannato a cinque anni di reclusione e cacciato dalla polizia.

Il 7 maggio 2009 l’inchiesta sembrava essersi riaperta in seguito alla pubblicazione sulla stampa dei risultati della perizia balistica del 25 marzo dello stesso anno. La relazione presentata al giudice Nathalie Dutartre spiega come l’autore del tiro si sia alzato in piedi ed abbia esploso un colpo in senso orizzontale, come ha sempre sostenuto Mounir Bouchaer anche nel corso della ricostruzione del 12 giugno 2008. Secondo Gilbert Collard, avvocato di Bouchaer, questi risultati smentiscono la tesi della legittima difesa.

il 29 settembre 2010, tuttavia, il procuratore di Parigi ha stabilito il non-luogo a procedere, sposando così la tesi della legittima difesa di Antoine Granomort. Il 15 febbraio 2011 il magistrato di Parigi Nicolas Blot segue la posizione del procuratore ed opta per il non-luogo.  La Corte d’Appello conferma il non-luogo il 7 ottobre 2011.

Per Julien, nella civile Francia, non c’è stata alcuna giustizia!

[FONTE: Tribuna Fattori]