Uno stadio vuoto è uno stadio sicuro PDF Stampa E-mail
Mercoledì 14 Novembre 2012 09:33

Come reagireste voi se v'impedissero l'accesso nel vostro locale preferito, nella vostra discoteca, nella vostra università, nel vostro bar, nella vostra piazza, nel vostro store, nella vostra pizzeria preferita; insomma in uno di quei luoghi di aggregazione la cui frequentazione incide in maniera più o meno significativa nella formazione della vostra persona o nella qualità del vostro tempo??

Come reagireste se il titolo di accesso a questi luoghi fosse subordinato ad una preventiva indagine sulle vostre qualità o sui vostri dati personali? Alcuni s'incazzerebbero, "ma dai, si può sopportare" esclamerebbero altri. Ok. Come reagireste allora se nonostante voi siate disposti a sottoscrivere qualsiasi documento pur di recarvi liberamente dove volete, i titoli di accesso per questi posti siano pressappoco introvabili? Come reagireste, per esempio, se il vostro cantante preferito organizzasse un concerto nella vostra città ma fosse impossibile accedervi perché esistono tutta una serie di limitazioni sulla vendita dei biglietti? Come reagireste se nel locale dove passate in compagnia delle vostre persone più care ogni sabato sera, venga a suonare il dj che da sempre ammirate ma l'ingresso sia permesso solo a coloro ai quali venga rilasciata una carta che attesti la "fidelizzazione" del cliente basata sul rispetto di qualche regola che nemmeno chi la rilascia ne conosce la portata?? V'incazzereste. Ci scommetto! Io oggi sono incazzato. Tra le varie cose che la mia indiscussa e indiscutibile libertà di movimento mi spinge a fare, ce n'è una che da qualche anno caratterizza le mie domeniche: insieme ad alcuni amici vado allo stadio. Non sono un fanatico del calcio, non mi emoziona un pallonetto o una ventina di uomini sudati che corrono, se penso al calcio giocato, penso piuttosto ai tunnel che provo a fare a mio fratello di 10 anni quando sono a casa e spacchiamo la porta del garage a suon di pallonate, anche se più passa il tempo e più sono i tunnel che subisco piuttosto che quelli che faccio. Il calcio, quello con la C maiuscola, è per me quell'orda festante di gente tutt'ammucchiata che per novanta minuti condivide emozioni, sguardi e abbracci, e che al di là di quello che succede tra quei venti milionari in mutande, creano un legame di fratellanza e unione basato su un'aggregazione dinamica, divertente, goliardica, come se per novanta minuti, per un'ora e mezza a settimana fossimo tutti uguali, dimenticassimo i problemi e le difficoltà della vita, perché in fondo è questo il bello, è l'illusione del diversivo, la spensieratezza e la ritualità di una cerimonia che ci rende tutti uguali. Lì a cantare per una speranza di salvezza dalle angosce settimanali! Per me la curva, o i settori popolari dello stadio, sono come la scuola materna; e le sciarpe, gli stendardi, le bandiere sono i nostri grembiuli. Non conta chi è la persona che sta in piedi vicino a te, sai che è uno come te. Domenica pomeriggio ci sarà Lazio-Roma, di certo lo spettacolo sportivo più emozionante d'Italia, io domenica pomeriggio salvo miracoli starò comodo sul divano, ricaricherò la tessera Premium e da bravo Consumatore abdicherò il mio essere cittadino, abdicherò il mio diritto a recarmi dove voglio perchè è oggettivamente impossibile accedere ai tagliandi date le restrizioni sulla vendita che sono state imposte.

Una Piazza vuota è una piazza sicura, uno stadio vuoto è uno stadio sicuro, un locale vuoto rende sicuro il riposo degli abitanti della zona. Quando vi verranno ad impedire di entrare nei vostri cari H&M e Zara o tramite la solita scusa dell'ordine pubblico v'impediranno di accedere agevolmente a qualsiasi cosa vi sta a cuore, tutti capirete che non è un problema che riguarda il mondo del calcio, mondo al quale non mi sento di appartenere per altro, ma è un problema che riguarda la libertà che di certo non sono pronto a svendere. Prima le piazze poi gli stadi, quando avranno finito di svuotare anche i nostri cervelli forse sarà troppo tardi. Ma si sa, il dio Denaro cresce sull'ignoranza degli altri. 
Cresca.

Mattia Bastianelli.

[FONTE: Sport People]