Avere una testa per pensare! PDF Stampa E-mail
Martedì 28 Febbraio 2012 14:47

Vogliamo porvi un fatto: abbiamo letto alcune dichiarazioni, riportate da www.lapresse.it , del Ministro Cancellieri, del Viminale, dell’Osservatorio e del capo della Polizia  a proposito dell’attuale gestione sull’affluenza dei tifosi negli stadi italiani, che ci hanno fatto molto ridere (in realtà ci sarebbe solo da piangere, di rabbia).  

 

 

 Ecco la prima: “Le attività di contrasto alla violenza negli stadi (soprattutto la Tessera Del Tifoso, nda) – spiega il Viminale in una nota – stanno producendo interessanti risultati. Innanzitutto, una generale riduzione del numero degli incidenti nel corso delle manifestazioni sportive e un calo degli arresti e delle denunce. Inoltre, una maggiore presenza sugli spalti, soprattutto degli spettatori che seguono il campionato di serie B. Proprio in questi incontri, però, si registrano più casi di violenza con feriti”.

Basterebbe solo questo per far capire in che termini stiamo ragionando, ma andiamo con ordine. Gli incidenti sono diminuiti, però si verificano lo stesso, in particolare nel campionato di serie B, quindi si stanno obiettivamente riferendo ai fatti di Verona-Nocerina o Pescara-Verona o Varese-Verona, non a caso, due delle quattro squadre citate sono tesserate: coincidenza? Ma andiamo avanti, dicono che sono calati gli arresti e le denunce, parliamo allora della tipologia di questi arresti e denunce: a Pisa per esempio puoi essere daspato se non ti siedi al tuo posto e nella partita successiva hai usato un megafono in curva, infatti si è verificato proprio questo, dopo due multe scatta il “Divieto di accesso a manifestazioni sportive”, per quale assurdo motivo ci viene da chiederci, soprattutto perché il provvedimento è ordinato in maniera diretta dal questore, senza processo.


Ecco la seconda: “Dall’anno zero, quello in cui è stato ucciso l’ispettore Filippo Raciti, sono stati fatti passi da gigante”, ha commentato la Cancellieri nel corso del suo intervento. Il ministro, inoltre, ha lodato la presa di coscienza delle società calcistiche che hanno staccato ogni legame con gli ultrà e l’attività dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive per la normativa e la messa in sicurezza degli stadi. “Ora dobbiamo fare un salto di qualità”, ha poi aggiunto il ministro, “augurandoci che vengano costruiti nuovi stadi più funzionali e lontani dai centri cittadini”. Inoltre, ha detto, “bisogna che la gente si riappropri della partita” perché “vedere una partita allo stadio è tutta un’altra cosa che vederla in tv, è una festa di popolo, un rito festoso”.

Ma di quale “presa di coscienza si parla”? Piuttosto bisognerebbe parlare di quanto le società siano favorevoli al dialogo con i propri ultras, dato che essi sono i numeri principali che seguono  la squadra in trasferta ed ora non ci possono più andare (quelli non tesserati), ma anche solo per cercare di riportare i tifosi allo stadio, allarmanti sono pertanto i numeri sul calo d’affluenze in casa. Questa situazione è vera a Parma (il nostro video per “Con tifo libero, stadi pieni e beneficenza firma anche tu” ne è la prova, oppure quello che abbiamo realizzato per la trasferta con mancato accesso a Novara); è vera a Salerno dove Lotito vuole che i suoi tifosi affollino l’Arechi; è vera a Roma dove Carlo Feliziani (responsabile della biglietteria della ASR) dice che come società sono “…pronti e a disposizione…” (cit.) per far venire in trasferta i propri tifosi non tesserati; è vera ad Ancona dove il presidente Marinelli esige il rispetto dei suoi giocatori verso la maglia e quindi verso i tifosi; è vera a Firenze dove il presidente della Fiorentina stila un elogio ai tifosi da tifoso stesso, facendo riferimento a com’era un tempo il calcio senza spezzatini vari e troppi divieti; è vera a… Dobbiamo continuare? E queste sono solo le dichiarazioni più recenti.
Vorremmo poi far riflettere il neo Ministro Cancellieri sulla contraddittorietà della sua affermazione, cosa ci può essere di più “festoso” dell’uscire di casa con bandiera e sciarpa, a piedi per la strada della città fino allo stadio, entrare senza troppi problemi e tifare senza sosta per 90 minuti, magari con l’ausilio visivo di qualche fumogeno o torcia, creando un’atmosfera particolare?


Ecco la terza: “Il sogno – ha detto il capo della polizia Antonio Manganelli – è uno stadio senza forze di polizia e senza divisori in cui la sicurezza è garantita esclusivamente da addetti delle società sportive”.

Ma allora perché la Polizia non è mai in grado di gestire determinate situazioni? Perché in partite “a rischio” schierano due camionette ed in partite “tranquille” sembra ci sia lo sbarco in Normandia? Si sa che i meriti in Polizia si hanno con gli arresti, quindi che non ci raccontino fandonie di nessun tipo.


Ecco la quarta: “La sicurezza nelle manifestazioni sportive – ha osservato il segretario dell’Osservatorio Roberto Massucci – non può e non deve essere un problema solo della polizia, ogni soggetto coinvolto deve assumersi le proprie responsabilità”.

A questo ringraziano i tifosi morti per mano, diretta o indiretta, delle forze dell’ordine, quelli ancora in ospedale e quelli che portano sul loro corpo i segni di abusi ricevuti dai manganelli e non solo.


In questo periodo dove si parla di fine della Tessera Del Tifoso, di ritorno alle trasferte “libere” (ma con la Questura online), di fidelity card, a fronte di tutto questo e delle dichiarazioni sopra riportate noi rispondiamo che il vostro (Ministro, Viminale, Polizia, ecc…) probabilmente è una grosso inganno, ma noi non ci caschiamo.
(Non) staremo a vedere l’evolversi della situazione, dato che ci sono molti fattori in gioco e noi ultras riteniamo di essere quello più importante, la spinta vitale, tuttavia agiamo comunque per la nostra strada ed a testa alta.

 

BOYS PARMA 1977