Gemellaggi
La schedatura di massa... a fin di bene |
Giovedì 23 Febbraio 2012 20:21 |
Capita, navigando nel mare magno dell'informazione via internet, di imbattersi in ogni genere di opinione. Alcune sono francamente inaccettabili, altre poco credibili o motivate, certe bizzarre, molte opinabili, poche veramente condivisibili.
E di solito, proprio perché si tratta di gocce nell'oceano della rete, non vale la pena perdere tempo a commentarle o confutarle, ma questa volta quello che abbiamo dovuto leggere per mano di Francesco Pezzella (che nel blog Young si autodefinisce: “giornalista professionista, mi occupo di sport e del Napoli dall'inizio della mia carriera che proprio quest'anno raggiunge il traguardo dei venti anni.”) supera la quota minima di indecenza tollerabile e pertanto merita risposta. L'eminente ed autorevole columnist partenopeo (segue oooh di stupore) in un suo articolo ci tiene a far sapere all'orbe terraqueo che la tessera del tifoso sarebbe nientepopodimenoche una “schedatura a fin di bene”, e giù via con una sequela di falsità e luoghi comuni insieme che in confronto i fratelli Grimm sembravano Philip K. Dick sotto acido. Cominciamo: la violenza nel calcio è legata a condizioni sociali arretrate (infatti il fenomeno hooligan è nato in quel pezzo di Terzo mondo che si chiama Regno Unito di Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord, notoriamente uno dei paesi più arretrati del pianeta!), però in Italia sarebbe invece legata al razzismo al Nord, ed in risposta al razzismo al Sud (e al centro?). Mai idiozia fu più grossa, spesso le violenze più forti si registrano infatti in scontri interregionali o derby cittadini, mentre le rivalità fra tifoserie hanno più a che fare, semmai, con schieramenti politici che con la discriminazione in senso stretto. Poi dopo l'ammissione sensata che non ci se ne capisce un tubo, ecco la risposta sempre valida: repressione sul modello inglese e tedesco. Peccato che non sappia di cosa parla: in Germania ed in parte anche in Inghilterra la legislazione sull'accesso agli stadi e sulla fruizione dell'evento calcio è decisamente più light che in Italia. Niente prefiltraggi, niente tornelli, niente tessere, niente divieti per striscioni o forme di coreografia, niente bar chiusi, niente di tutto ciò. Ma allora, dice il vate del giornalismo di Fuorigrotta, visto che siamo in Italia, paese del vorrei ma non posso, che c'è di meglio di una bella “via di mezzo”. Una schedatura di massa, ma a fin di bene! Questo ha ridotto la violenza drasticamente, dice il prossimo Pulitzer delle pendici vesuviane! Certo, dove prima c'erano 40 mila persone ora ce ne sono 10 mila: questo significa che statisticamente i violenti si sono ridotti del 75%. Aggiungerei che se chiudessimo gli stadi e giocassimo solo a Playstation invece che a calcio, la riduzione sarebbe del 100%! Ma, secondo la penna più veloce del San Paolo, che la soluzione è giusta lo testimonia anche il fatto che contro la tessera sarebbero in primo luogo le tifoserie organizzate, prova che i violenti sono colpiti dal provvedimento! Geniale: sarebbe come dire che se di fronte alla malasanità di pezzi dello Stato i sani protestano, è in fondo prova del fatto che fra di loro ci sono anche dei malati! Dulcis in fundo, il campione dei luoghi comuni: “chi non ha niente da nascondere...”. Certo è come dire: arrestatemi, tanto siccome sono innocente e non ho fatto niente dopo mi scarcererete di sicuro. Il contrario esatto di quello Stato di diritto che i nostri geniali politicanti (e tanta informazione complice e zelante) sostiene di voler applicare e difendere. Insomma, caro Zeppella, l'ennesima occasione persa per tacere ed un ottimo esempio di informazione parziale, mendace e ignorante. Proprio come la tessera del tifoso! G.C. |