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Seduti! Ancor meglio se a casa. Confronto tra Italia ed Inghilterra sull'affluenza allo stadio |
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Giovedì 16 Febbraio 2012 22:12 |
Una ricorrente pubblicità propone un conveniente (?) modo di seguire la partita della propria squadra del cuore: al caldo ed in casa, pensando di essere un “tifoso” mentre invece altro non si è che uno "spettatore" (nel senso più passivo del termine), pigro per giunta. Queste brevi righe iniziali servono per introdurvi nella serie di dati e statistiche, qua di seguito, che comparano l’affluenza di spettatori nei giorni 11 e 12 Febbraio 2012, alle partite delle prime due serie calcistiche, tra Italia ed Inghilterra.
SPETTATORI ITALIA e INGHILTERRA 11/12 Febbraio
I numeri non lasciano dubbi. Dunque “Il Modello Inglese” potrebbe riportare le persone allo stadio e quindi essere nel giusto? Probabilmente no, o almeno, non nella sua totalità o maggioranza. A confronto tra Inghilterra ed Italia, nella prima è più semplice acquistare i biglietti e si può andare liberamente in trasferta, tuttavia i prezzi sono molto cari (nonostante il costo della vita inglese sia più elevato rispetto a quello italiano, esso è tuttavia proporzionato al nostro, in termini di percezione dello stipendio e costo dei beni), bisogna stare seduti per forza al proprio posto, divieto di qualsiasi forma di tifo organizzato “visivo” (torce, coreografie, ecc…) e se vogliamo parlare di violenza, il problema non è per niente risolto perché gli hooligans invece di scontrarsi allo stadio lo fanno da altre parti, spesso in maniera concordata. Nella seconda si "possono ancora" usare bandieroni, "striscioni" e fare coreografie, ma per il resto c'è poco altro in termini di libertà di azione e praticità. Tutto questo deve essere uno spunto di riflessione per ogni persona che si senta ultras o semplice tifoso, fino a che punto siamo disposti a non fare nulla? A rinunciare? Ad allinearci? Queste domande avrebbero già una risposta se le gradinate fossero sempre piene o quasi e chi ha fatto la Tessera Del Tifoso la rescindesse. PS Ricordiamoci sempre che un abbonamento a Sky Calcio vuol dire “dare soldi” a chi fa il male del calcio, alle pay-tv che in accordo con le enormi società calcistiche condizionano le scelte di governo, che altro non vuole che tifosi lobotomizzati e/o controllati. La libertà non si compra, ma si conquista lottando. |