Gemellaggi
"Boys: per fortuna in Lunigiana non serviva la tessera del tifoso." Tratto da gazzettadiparma.it |
Riportiamo di seguito un articolo tratto da gazzettadiparma.it a firma del direttore del sito Gabriele Balestrazzi. L’articolo parla di noi, ma non vogliamo entrare nel merito ci teniamo a sottolineare che quando alcuni giorni fa abbiamo criticato la Gazzetta di Parma abbiamo volutamente sottolineato che non volevamo fare di tutta “l’erba un fascio”. Mentre negli ultimi anni qualcuno anonimamente ci ha accusato in maniera meschina e poco chiara sulla Gazzetta cartacea (ultimo caso Lazio-Parma), qualcuno che nonostante la nostra pubblica richiesta rifiuta il confronto, c’è anche chi non si è mai sottratto, dice e scrive le cose come le pensa, senza doppi fini e peli sulla lingua, favorendo un sano pluralismo. Cogliamo l’occasione per anticipare che, in attesa della partenza della nostra Riffa benefica, stiamo organizzando ulteriori iniziative e proposte a favore della popolazione alluvionata.
In questi giorni le nostre cronache hanno riportato la polemica relativa al divieto di trasferta a Novara per i tifosi senza tessera. La nuova protesta dei Boys ha, come spesso avviene in questi casi, diviso i lettori fra pro e contro, anche sul nostro sito. Allora, faccio innanzitutto la solita chiara premessa che ho già ripetuto diverse volte. Non sono d'accordo con i Boys su varie cose. Più in generale, del mondo Ultras non condivido il sottofondo che ha trasformato certe partite in battaglie, con la necessità di schierare centinaia di poliziotti e carabinieri che sarebbero meglio utilizzati altrove, specie in questi periodi di crisi e di tagli, che non in un luogo che dovrebbe ospitare spettacolo e divertimento. Però, spero con la stessa obiettività, non ho mai condiviso, soprattutto a Parma, chi cataloga le curve solo come un covo di violenti. Perchè se è vero che alcuni episodi devono fare riflettere anche a Parma (su tutti, ovviamente, il tragico giorno di Matteo Bagnaresi, anche se forse la colpa giudiziaria ricadrà tutta su uno sprovveduto autista di pullman), i Boys sono anche molte altre cose. E lo sono con passione sincera. Ad esempio, nei giorni scorsi, sono stati gli stessi Boys, con un loro comunicato, a ricordare che Ultras erano anche le decine e decine di "Angeli del fango", che, abbandonate etichette e rivalità, si sono messi insieme per aiutare gli alluvionati di Liguria e Toscana, direttamente spalando fango o contribuendo attraverso collette. Ma hanno anche dovuto constatare che questo, su molti giornali, non ha fatto notizia. E purtroppo è vero, così come è vero che altri momenti in positivo (a Parma ci sono le riffe annuali, come c'è stata in passato la donazione di una ambulanza alla Pubblica) hanno avuto una risonanza decisamente minore rispetto a episodi di segno opposto. Allora, pur senza entrare in una polemica già fin troppo vivace, mi vien da dire: meno male che in Liguria e in Toscana non hanno chiesto la tessera del tifoso... E se è giusto che ci si ponga il problema di come eliminare dagli stadi la violenza, occorrerebbe trovare quanto meno qualche aggiustamento, per evitare che (in modo talvolta anche assurdo, come per gli incontri con le gemellate Empoli e Sampdoria...) insieme alle sacche di violenza si elimini del mondo ultras anche quel senso di comunità che sa anche costruire cose positive, come appunto nel fango delle zone alluvionate. Oggi ho visto che un collega, Gabriele Majo, ha proposto, proprio per gli alluvionati, un derby benefico Parma-Reggiana. In passato, mi era capitato di fare proposte del genere, e quindi non posso che associarmi all'idea. Ovviamente, non deve esserci il minimo incidente: poi, dal giorno dopo, si torna a prendersi per i fondelli. Ma solo a parole. E voglio vedere se i giornali ignorerebbero anche questo: da parte mia, prometto un primo posto in home page. Anche perchè, e concludo tornando al discorso iniziale, se ci guardiamo intorno e allo specchio, forse in questo momento nessun settore della società (pensiamo alle ultime vicende politico-giudiziarie) può pensare di salire in cattedra per dare lezioni a questi ragazzi, che faranno sicuramente tanti sbagli ma almeno (e lo posso dire perchè qualche volta ho seguito i loro incontri e ho soprattutto ascoltato) hanno ancora la voglia di credere in qualcosa... Gabriele Balestrazzi |