Pianeta Lecce: a Bologna il divieto farsa PDF Stampa E-mail
Martedì 20 Settembre 2011 18:49

Per la terza giornata del campionato di serie A 2011/2012 va in scena, allo stadio Dall'Ara, Bologna-Lecce, una partita che sa già di sfida salvezza. Complice l'ottima posizione geografica, i tifosi giallorossi sparsi in Italia da sempre si radunano in gran numero nello stadio bolognese. Anche quest'anno le previsioni parlavano di una trasferta di massa, almeno fino alla doccia fredda che ha gelato la passione dei tifosi leccesi. Pur non essendoci alcun divieto da parte del CASMS, sulle pagine web del Bologna calcio appariva un piccolo trafiletto in cui si annunciava che i residenti in Puglia non potevano acquistare alcun biglietto di nessun settore, divieto che non interessava i possessori della tessera del tifoso.

 

Parole che hanno fatto da deterrente tanto che, dal Salento, non è partito nessuno, ma anche tanti studenti/lavoratori fuori sede hanno desistito. Fin qui ci è sembrato tutto "normale"; lo scorso anno abbiamo assistito ad un numero interminabile di divieti tanto che ormai i tifosi giallorossi ci hanno fatto il callo. Eppure quest'anno succede un qualcosa che fa saltare il banco. Eh già!!! Uno studente leccese con residenza nel Salento ma che studia a Bologna, ignaro del provvedimento di restrizione si reca in una filiale della Emil Banca e senza alcun problema si vede emettere il prezioso tagliando per la curva San Luca, dove sa che si assieperanno i tifosi giallorossi non tesserati. Internet è un grande strumento di libertà e soprattutto è un grande strumento di diffusione e così succede che il tam tam si diffonde, chi può si reca presso le varie filiali della Banca e pur con la residenza nel posto sbagliato (?) ottiene il tagliando. Superato l'ostacolo dell'acquisto del biglietto, rimane forte il dubbio che a questi ragazzi venga comunque impedito l'ingresso allo stadio, anche se di fatto non sono loro i responsabili dell'incauto acquisto, se esiste un divieto infatti, dovrebbero essere i venditori ad applicare le restrizioni. All'entrata dello stadio invece non succede assolutamente nulla, chiunque viene fatto entrare dopo accurato, si fa per dire, controllo dei documenti. Sarebbe bello se qualcuno spiegasse il senso di questo divieto/non divieto. Riflettendoci potrebbero esserci due spiegazioni plausibili: la prima è la confusione che regna sovrana intorno a questi divieti, un caos che porta ad una totale mancanza di comunicazione fra chi decide le restrizioni e chi dovrebbe applicarle; forse esiste una seconda spiegazione, un pò più subdola ma non da scartare completamente. Si sa come la discriminazione territoriale (come è il divieto di vendita ai residenti della regione Puglia) sia una palese violazione dell'articolo 3 della Costituzione e quindi il divieto è di fatto un provvedimento anticostituzionale; possibile che la mente contorta di qualcuno abbia partorito l'idea di comunicare un divieto in realtà inesistente? Insomma possibile che quel piccolo trafiletto fosse solo un deterrente e non un reale divieto? Sarà difficile avere delle risposte a questi dubbi, purtroppo rimane il rammarico dei tanti che potevano esserci e non c'erano perchè fermati da un divieto in realtà non applicato o mai esistito.


FONTE: www.pianetalecce.it