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Tardini: operazione "disagio sicuro"

22 - 08 - 2009

Prosegue l'opera di Questura, Prefettura e Comune per cercare di alimentare il sentimento anti-Tardini in città. Un sentimento funzionale alla trasformazione dell'area e alla costruzione di un nuovo stadio fuori città. Ogni giorno si studiano e si applicano nuove misure per aumentare l'impatto che lo stadio ha sulla vita dei residenti e dei parmigiani in genere. La scusa è sempre la stessa: "sicurezza", e dietro il suo nome si spostano alberi, si alzano recinti, si piazzano barriere e s'impongono divieti assurdi. Tutto per creare disagio. Se si tenesse veramente alla "sicurezza" basterebbe gestire correttamente l'ordine pubblico, evitando di portare davanti alla Nord gli ultras avversari, ma forse questo serve a criminalizzare gli ultras. L'unica cosa che invece non si fa è la normale manutenzione dell'impianto, forse perché l'obbiettivo è proprio quello di lasciarlo andare in malora, per poi costruirne uno nuovo (con i soldi della comunità). E' la città cantiere, dove nessuno osa criticare il potere. Dove la libertà di critica è garantita (mica siamo in Iran!), ma è meglio non usarla (come se fossimo in Iran...). E infatti: praticamente nessuno la usa. Possibile che non vi sia un giornalista locale capace di analizzare criticamente quello che stanno imponendo? E' possibile. Com'è possibile che il Parma Fc subisca sempre tutto, in silenzio.
Tre tigli, attorno allo stadio Tardini, saranno cavati e portati altrove. Un bello sfregio al quartiere (e alla città), ma i residenti vengono ascoltati solo quando conviene. Cavano il verde e la chiamano operazione "stadio sicuro", almeno sulla Gazzetta di Parma. Ma come ci confidò a Malles un giornalista di tale testata: «Il giornale ha dei proprietari e vogliono leggere quello che gli piace...». Si vede che queste "operazioni" gli piacciono. Forse perché tra i proprietari ci sono dei costruttori, quelli che si aggiudicano tutti gli appalti più importanti in città. Bisogna prendere atto che è difficile trovare dei giornalisti capaci di scrivere o dire qualcosa che non è gradito alla proprietà della testata per cui lavorano. Poi, come abbiamo già "dimostrato" in un nostro video, le piante del Tardini, a forza di star vicino agli ultras, sono diventate violente...
L'amministrazione comunale, attraverso gli assessori Giorgio Aiello (Opere pubbliche) e Cristina Sassi (Ambiente), aveva garantito che le piante non sarebbero state tolte. Tant'è che Legambiente, in una nota, li aveva pubblicamente ringraziati. Noi? Non abbiamo mai preso sul serio le loro dichiarazioni. Non siamo particolarmente intelligenti, ma credere agli assessori è perlomeno "anacronistico".
In occasione degli incontri del Parma al Tardini, da tre ore prima dell'inizio, a tre ore dopo la fine della partita, tutti i locali all'interno di una vastissima area non potranno vendere bevande in bottiglie di vetro e lattine, e in occasione di varie partite (segnalate dalla Questura) non potranno vendere neppure alcolici e superalcolici. L'area in questione è delimitata da via Montebello, via Zarotto, via Mantova, Tangenziale Nord, via Moletolo, via Europa, viale Piacenza, via Pasini, piazzale Santa Croce, viale dei Mille, barriera Bixio, via Villetta, via Stirone, via Po, e ponte Dattaro. L'unica deroga riguarda i ristoranti: potranno vendere bevande al tavolo, purché consumate assieme al pasto. Qualcuno ha provato a tracciare su una cartina tale area? Noi sì: è quasi l'intera città. Praticamente, quando giocherà il Parma al Tardini, la Questura potrà decidere di imporre una sorta di nuovo "proibizionismo", sullo stile di quello che il governo degli Stati Uniti adottò negli anni '20. Quasi 90 anni fa. Ma non c'è da stupirsi. Dai noi le cose arrivano sempre in ritardo, e le nostre istituzioni privilegiano sempre quelle che all'estero non hanno funzionato. E infatti chi vorrà bere alcolici lo farà comunque, senza nessun tipo di problema. L'unica cosa certa è il disagio, ai bar e ai loro avventori. Ma, come già detto, probabilmente si punta proprio a questo.
Per ora si salvano il carrello dei bolliti e la sbrisolona. Ma in futuro chissà, dalle nostre istituzioni ci si può aspettare di tutto. Ad esempio, qualche anno fa, dopo che un parmigiano era stato accoltellato dai romani (lasciati girare liberamente con le loro lame), la polizia provvide ad assaltare un bar ritrovo di ultras e tifosi del Parma.
Sulla strada del disagio: alcune vie di Parma saranno vietate ai parmigiani. Mentre negli altri stadi del Paese si contengono gli ospiti, da noi si contengono i locali. Via Puccini, ma addirittura: via Torelli e via Viotti, vietate ai parmigiani non residenti e aperte agli ospiti!
Addirittura: lotta ai ciclisti attorno al Tardini. In molti luoghi attorno al nostro stadio sarà vietato parcheggiare la propria bici. Questo, probabilmente, per dar fastidio ai tanti tifosi che scelgono di venire allo stadio in modo ecologico. Per altro, se una pianta è capace di attentare alla sicurezza, figuriamoci una bicicletta.
Scontri e danneggiamenti potrebbero servire a supportare la tesi che è meglio fare un nuovo stadio fuori città. Faranno di tutto per promuoverli? Vedremo. Sta di fatto che ultimi incidenti verificatisi a Parma risalgono al 18 maggio del 2008 (ultima di campionato contro l'Inter). E non furono provocati né da piante, né da parapetti, né da alcolici o biciclette, ma da una errata gestione dell'ordine pubblico (che noi criticammo con anticipo, avvisando sulle problematiche che avrebbe creato, invitando le autorità ad un ripensamento). Su quel versante però, ci si è ben guardati dal sostituire qualcosa o qualcuno.
Speriamo i parmigiani non si lasceranno incantare. Tutti i nuovi disagi a cui saranno costretti non li ha creati lo stadio, un muro, un cancello, una Curva. Li hanno ideati, decisi ed approvati degli essere umani, con tanto di nome e cognome. Forse sono proprio loro che bisognerebbe mandar fuori dalla nostra città.

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