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Speciale: No alla Tessera del tifoso

La Tessera del tifoso piace a Galliani

31 - 03 - 2009

Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, ha scritto una lettera al Corriere della Sera per difendere pubblicamente la Tessera del Tifoso dopo i recenti sputtanamenti. "La tessera non può inibire comportamenti delittuosi, né può sostituirsi alle perquisizioni, ai sistemi di identificazione dei violenti per mezzo delle telecamere, al rigore (auspicabile) della legge penale", ha affermato Galliani, facendo ben intendere che la Tessera del tifoso (che il Milan già adotta con il nome di "Cuore Rossonero") è semplicemente un ulteriore strumento di controllo, speculazione e repressione, che si va a sommare a tutti gli altri.
Adriano Galliani ha anche sostenuto che "L'introduzione della tessera del tifoso consentirà l'eliminazione del biglietto cartaceo, e conseguentemente agli ultrà il potere di gestione dei biglietti, con tutte le implicazioni negative." Galliani sembra infatti non ricordare che la legge Melandri-Amato (fatta seguendo anche i consigli della Lega Calcio) già vieta di corrispondere contributi, sovvenzioni e facilitazioni di qualsiasi genere alle associazioni di tifosi.
Nel 2006 Adriano Galliani è stato condannato dalla CAF (Corte d'Appello Federale) per aver violato l'art. 1 (lealtà, correttezza e probità) del Codice di Giustizia Sportiva. In quel periodo Galliani, tra le tante cose, era anche presidente della Lega Calcio. Galliani evitò (piuttosto inspiegabilmente) l'accusa di illecito sportivo (art. 6 del CGS) seppur per essa venne condannato il suo sottoposto (Leonardo Meani), che agiva ragguagliandolo e ottenendo relativa approvazione.
Adriano Galliani fu condannato dalla Caf ad 1 anno di squalifica. La pena fu ridotta a 9 mesi in secondo grado, e poi a soli 5 mesi (più una multa) dall'arbitrato del Coni. Il rigore che auspica Galliani, probabilmente, è quello che vale solo per gli altri.

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