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Calcio e omertà. Gea e calciopoli (processi)

13 - 01 - 2009

L'8 gennaio la decima sezione del tribunale di Roma ha condannato a 1 anno e sei mesi di reclusione l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi e a 1 anno e 2 mesi suo figlio Alessandro, al termine del processo di primo grado per gli illeciti commessi dalla Gea World, la società che ha gestito le procure sportive di numerosi calciatori.
Tutti gli altri imputati, tra cui Davide Lippi, figlio di Marcello, ct della Nazionale, sono stati assolti.
Per gli altri imputati, assolti dai giudici, l'accusa aveva chiesto 1 anno e 4 mesi per Lippi, 3 anni e 6 mesi per Franco Zavaglia, 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo e 8 mesi per Pasquale Gallo (gli ultimi tre agenti della società all'epoca dei fatti).
Secondo i magistrati Gea ha alterato illegalmente la concorrenza nel mercato del calcio, creando un meccanismo di intimidazioni e di avvertimenti per condizionare le scelte professionali dei proprio clienti e rafforzare il controllo delle procure sportive da parte della Gea.
Luciano Moggi è stato riconosciuto dalla procura come l'ispiratore occulto del sistema, mentre il figlio, in qualità di presidente di Gea, come il braccio operativo.
Il 20 gennaio intanto prenderà il via il processo calciopoli, nel Tribunale di Napoli, con 24 imputati più 11 che hanno chiesto il rito abbreviato. "E lì i giudici faranno la vera pesca, e se fossi un pesce non mi sentirei tranquillo" ha chiosato ieri l'ex patron del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, secondo cui il processo Gea è stato solo un'appendice dall'inchiesta sul pallone, "resta un po' di amaro per una sentenza così lieve ma c'era da aspettarselo, tutti i testi coinvolti erano persone appartenenti al mondo del calcio e nessuno voleva precludersi un posto di lavoro per il futuro".
A Napoli c'è il grosso dell'inchiesta, comprese le intercettazioni sulla cui validità si dovranno però esprimere i giudici, e l'ex presidente rossoblù ha tracciato uno scenario già denunciato dal pm Palamara poche ore dopo la sentenza Gea, quando ha parlato di "nessuna collaborazione da parte dei giocatori, che evidentemente hanno altri interessi". Dal 20 conteranno altre parole, quelle che verranno pronunciate in un aula del Tribunale di Napoli. Speriamo i media se ne occuperanno approfonditamente, perché fino ad ora hanno girato colpevolmente la testa dall'altra parte evitando di raccontare i fatti, come spesso succede quando sono coinvolti personaggi di spicco del sistema. Reticenza nei tribunali, reticenza sui giornali e in tv. E' lo Stato di omertà.

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