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L'incredibile faccia tosta del sistema calcio

31 - 05 - 2006

Fabio Capello è nato il 18 giugno 1946. Ha esordito nella Spal nel 1964, a 18 anni, dopodiché ha militato nella Roma, nella Juventus e nel Milan. Come allenatore ha ottenuto importanti successi con il Milan, la Roma, il Real Madrid e la Juventus, di cui è l'attuale allenatore.
Fabio Capello è un uomo di "sport", giocatore prima, allenatore dopo. Domani? Sempre in seno alla Juventus dovrebbe ricoprire il ruolo di allenatore-dirigente. Ha i "numeri" per farlo e lo dimostra da subito. Concede lunghe interviste e in queste si schiera nettamente dalla parte di Moggi. Interrogato sulle enormi responsabilità del faccendiere bianconero, nel più grande scandalo del calcio italiano, gli riconosce una sola colpa: "la superficialità". "Io sono convinto che la Juventus rimarrà in Serie A e stiamo lavorando per questo. Abbiamo vinto un campionato regolarmente, che è stato giusto festeggiare". "...la Juve non ha comprato partite. Nelle intercettazioni si parla di alcune cose, ma che poi si siano avverate è un altro discorso...". Generosamente: "Al massimo ci può essere una penalizzazione, visto che ci sono di mezzo dei dirigenti".
E questo sarebbe un uomo di sport? Fabio Capello si palesa per ciò che è: un uomo del sistema. Ci sono le prove (su nastro), ci sono i reati (basta vedere la classifica e gli "errori-orrori" che l'hanno prodotta), ci sono i precedenti (Milan e Lazio in B per una partita combinata, Genoa in C).
Di fronte ad un sistema corrotto, che ha dimostrato d'essere una vera e propria associazione a delinquere, Capello nega l'evidenza. Nega la corruzione, nega i favori, riduce tutto a qualche errore di "superficialità", e assolve la società di cui è dipendente.
Lungi da noi l'idea di ridurre tutto alla Juventus. In questo scandalo ci sono dentro tutti perché è il sistema che è marcio. Un sistema (formato da federali, dirigenti, arbitri, designatori e giocatori) dove dietro ad una rispettabile facciata sportiva vige l'illegalità. Questa mafia, nei principi e nella pratica, si fonda sugli interessi economici dei suoi affiliati; opera al solo fine d'incrementarli e chi la dirige (esplicitamente per le attività non perseguibili legalmente, oscuramente per le altre) è espressione del potere economico. Questa mafia, come altre, gode dell'appoggio dei media e di molti politici.
La società Juventus, come le altre, è parte di tutto questo. Grazie al colosso economico che ha alle spalle (la Fiat) i suoi interessi sono tra le finalità primarie dell'organizzazione criminale, i cui vertici oscuri (il governo ombra della Figc) coincidono tradizionalmente con i suoi dirigenti. Questo non significa che solo lei (e i suoi uomini) devono pagare ma che ci sono responsabilità diverse. Tutti, comunque, devono saldare il loro conto con la giustizia. Sia quelli che hanno illecitamente vinto scudetti, sia quelli che hanno lavorato per ottenere "piccoli" favori. A noi non interessa tanto rivedere gli albi d'oro, ridistribuire scudetti o ripetere partite, Ultras e tifosi vogliono solo giustizia. Innanzitutto che il sistema sia rivoluzionato; che tutti gli uomini responsabili, diretti e indiretti, di comportamenti illeciti siano puniti (dalla giustizia sportiva e da quella ordinaria); e che sia restituito il maltolto a chi spetta di diritto.
Diego Della Valle, patron della Fiorentina, ex candidato alla presidenza della Lega Calcio, ha dichiarato d'essere una "vittima del sistema". "Noi non abbiamo visto nulla...", "Non eravamo al corrente di nulla". Qualche lacrima e un po' d'omertà, da parte di chi era perfettamente inserito in un sistema che oggi dice di non conoscere. Eppure... i favori ottenuti sono lì da vedere, sia quelli "legali" (promozione a tavolino per "meriti sportivi") sia quelli illegali (una salvezza ottenuta penalizzando altre due squadre, grazie soprattutto al "capolavoro" di De Santis).
Ma la cosa più preoccupante non sono le dichiarazioni di due tesserati Figc, moralmente ed economicamente interessati nella vicenda. La cosa più inquietante è l'enorme spazio dato dei media a tali farneticazioni, senza che nessun giornalista abbia avuto il coraggio di controbatterle con i fatti. Nessuna critica, nessuna presa di posizione. La cosa non ci stupisce più di tanto, giacché l'associazione a delinquere del "calcio moderno" ha sempre avuto man forte dai media. I giornalisti, e i loro editori, hanno coperto per anni le mille nefandezze del sistema, pilotando l'opinione pubblica verso falsi problemi, magari inventati ad arte, spesso dando addosso all'unica componente onesta del mondo del calcio: Ultras e tifosi. La complicità dei media è evidente e continua tutt'ora. Ci auguriamo che anche questi comportamenti siano oggetto d'indagini. Ma ancor prima: l'ordine dei giornalisti non ha nulla da eccepire?
Sapevamo che era un sistema corrotto. Ci stupisce la sua faccia tosta...

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